Scuola, guerra presidi-virostar sulle vacanze: e Draghi asfalta i chiusuristi
Nessun allungamento della pausa natalizia come chiedono Galli e Palù, per il Ministro Bianchi ci si contagia fuori dagli istituti. E gli studenti vorrebbero l’obbligo di Green pass (base)
Il mondo della scuola va alla guerra sulle vacanze di Natale. Una guerra in realtà di reazione, essendo stata innescata dalle dichiarazioni di alcuni eminenti scienziati. Ma la si potrebbe anche considerare un blitzkrieg, visto che è bastato l’intervento del Premier Mario Draghi per spegnere sul nascere qualsiasi velleità chiusurista.
La guerra sulla scuola
«Considererei la possibilità, se le cose vanno veramente male con la variante Omicron, di prolungare le vacanze di Natale per i piccoli non vaccinati». Così parlò all’Adnkronos l’infettivologo Massimo Galli, già primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano: scatenando, ça va sans dire, una ridda di polemiche.
Allo chat noir ha dato manforte Giorgio Palù, virologo, presidente dell’Aifa e membro del Cts. Che a Sky TG24 ha detto di ritenere giusto prolungare le ferie «se abbiamo la possibilità di recuperarle successivamente, purché i ragazzi non perdano l’istruzione».
Ha invece respinto immediatamente l’ipotesi l’Associazione Nazionale Presidi, per bocca del numero uno Antonello Giannelli. Secondo cui «“allungare” le vacanze di Natale per gli studenti, prevedendo tipo 7 giorni di Dad» sarebbe una scelta poco efficace. Salvo che «venga messo a punto un piano in cui si stabilisce che nelle scuole si rientra il 18 gennaio ma con tutti i ragazzi vaccinati».
Già, perché la risposta all’aumento delle infezioni «è, appunto, la vaccinazione», come ha dichiarato a Uno Mattina il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Aggiungendo che «i positivi nelle scuole sono sotto allo 0,50%, le classi in quarantena sono 10mila su 400mila: il problema è cosa avviene fuori dalla scuola».
In effetti, questo è solo un aspetto della questione. E il vero problema di fondo è che in questa pandemia ognuno, incluso il titolare dell’ex Miur, ragiona – legittimamente, sia chiaro – pro domo sua.
I nodi del contendere
«Quella degli studenti è la fascia d’età con il più alto numero di contagi» ha ricordato a Rai News 24 Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni. E magari è vero, come asserisce il Dicastero di viale Trastevere, che la contaminazione non avviene all’interno degli istituti, ma la trasmissione è tutt’altro discorso.
Il che, en passant, può fornire un’interessante chiave di lettura a un recente sondaggio lanciato dal portale Skuola.net. Da cui si evince che quasi 3 scolari su 4 sono favorevoli all’obbligo di Green pass (base, però, quindi valido anche col solo tampone negativo).
Tuttavia, i controlli fanno già acqua da tutte le parti – e per prevederlo bastava conoscere le normali, caotiche dinamiche che precedono l’inizio di una lezione. A ciò si aggiunga il mancato invio dei militari promessi dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, per potenziare lo screening.
E così, come riferisce La Verità, si torna a fare Didattica a Distanza con un solo alunno positivo, che è proprio ciò che SuperMario voleva evitare. Come aveva chiarito quando aveva costretto Bianchi e Roberto Speranza, Ministro nomen omen della Salute, a rimangiarsi l’apposita circolare, ripristinando il criterio delle tre positività.
D’altronde si sa che l’inquilino di Palazzo Chigi non vede affatto di buon occhio l’insegnamento online – i cui effetti deleteri sull’apprendimento, dopotutto, sono noti da tempo. Il che spiega perfettamente la replica tranchant elargita a una domanda diretta sulla possibile proroga del calendario della pausa natalizia: «No, non lo allungheremo».
Quattro parole per asfaltare le virostar. Parafrasando Giulio Cesare, la Dad è tratta.