Scuola, non trova pullman attrezzato per la gita: ragazzo disabile rimane in classe con l’insegnante di sostegno
A raccontare l’accaduto è stato il padre dell’alunno che non vedeva l’ora di partecipare alla gita scolastica
Cosimo, 9 anni, bambino affetto da displasia fibrosa polistrofica non ha potuto partecipare insieme ai suoi compagni di classe alla gita scolastica. Il problema si è creato quando la scuola non ha trovato per tempo un mezzo attrezzato a caricare la carrozzina di Cosimo attraverso una pedana automatizzata.
Le parole del preside della scuola
Il preside dell’istituto ha tenuto a precisare che la colpa di questo disguido è imputata al cambiamento di data della gita, dovuto al grande sciopero che ha coinvolto gli insegnanti nei giorni precedenti. Questo avvenimento avrebbe fatto perdere la disponibilità del mezzo precedentemente prenotato, abilitato al trasporto dello studente. Queste le parole del preside: “Per questo abbiamo subito contattato la madre dello studente, spiegandole che era sorta questa complicazione. Lei però ci ha tranquillizzati, dicendo che la famiglia era disponibile ad accompagnarlo”.
La reazione del padre
Secondo il padre di Cosimo si tratterebbe invece di discriminazione: “Tutti i mezzi di trasporto pubblico hanno la pedana per le carrozzine”, queste le sue parole. La classe era diretta all’istituto alberghiero Saffi, per affrontare un progetto sullo stare bene a tavola e i comportamenti da tenere. Il loro trasporto per la giornata era stato affidato a un bus di Autolinee Toscane che era attrezzato a far salire la carrozzina del bambino.
Qualche giorno prima la scuola ha deciso di rinviare la gita dopo la fine dello sciopero della scuola. La famiglia del piccolo Cosimo è stata così avvisata pochi giorni prima dell’impossibilità di trovare un trasporto adeguato. Ecco le parole del padre: “Venerdì scorso la maestra ha detto a mia moglie che avremmo dovuto portare noi il bambino direttamente alla struttura perché la scuola non aveva trovato il pulmino adibito anche alla carrozzina, ma noi abbiamo spiegato che in quel momento non potevamo accompagnarlo”.