“Sempre caro mi fu quest’ermo GRA…”
La proposta di Matteo Salvini: i romani devono pagare un pedaggio per il Grande Raccordo Anulare
Il Grande Raccordo Anulare, prima cantato da Antonello Venditti e da Corrado Guzzanti, poi portato sul grande schermo da Gianfranco Rosi (che si è guadagnato un Leone d’Oro come miglior film) è un’ossessione per molti. A partire dai romani, che hanno con l’anello di Roma un rapporto odi et amo, perché è vero che “ce poi arrivà dappertutto”, ma è pure vero che “sai quanno ce entri e nun sai quanno che esci”.
Ci sono poi anche i leghisti, che al GRA fanno sconti. Anzi: ma quale sconto! Se si paga, è pure meglio. Ne era convinto Castelli, e oggi ne è convinto anche Matteo Salvini, il vicesegretario federale della Lega Nord, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Gra di Roma, cioè la Tangenziale. 68 kilometri di strada, 58 milioni di utenti all'anno. Gratis. Con tutto il rispetto per gli amici romani, vi pare giusto???", intendendo così promuovere un emendamento presentato alla Legge di Stabilità che prevede il pagamento del pedaggio sul Grande Raccordo Anulare. “La proposta leghista passerà, o se ne fregheranno?”, conclude Matteo Salvini.
Sentenza, quella di Salvini, che ha scatenato non poche polemiche. Qualcuno, ironizzando, si è chiesto se non sia più giusto far pagare ai leghisti a Roma una tassa di soggiorno, così da eliminare il problema del pedaggio e rimpinguare comunque le casse del Comune.
Ma le critiche più aspre, sono giunte dai rappresentanti della politica. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha definito il progetto “sbagliato e fuori dal mondo” e il pedaggio una “tassa iniqua”. “Il Grande Raccordo Anulare – ha commentato ancora Marino – è una arteria gestita dall'Anas che è utilizzata quotidianamente da milioni di cittadini e pendolari. Tassarla significherebbe paralizzare le consolari della Capitale e incidere pesantemente sulle tasche di tante famiglie”.
Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha affondato ancora di più il colpo. E sempre su Facebook, ha scritto: “Ci risiamo. Sul pedaggio del Gra la Lega in crisi torna alla carica con i soliti giochini contro Roma. Il pedaggio non ci sarà, per la Lega solo un quarto d’ora di sterile visibilità”.
Si è fatto sentire anche Gianni Alemanno: “Bisogna smetterla con queste provocazioni leghiste contro Roma. Sono stato il primo da sindaco ad oppormi fermamente alla possibilità di introdurre un pedaggio sul Grande Raccordo anulare e oggi torno a ribadire il mio no categorico a questa assurda proposta che periodicamente gli esponenti della Lega ripropongono, dimostrando di ignorare la realtà di Roma”.
Certo è che quando la politica diventa una questione di “mi piace, commenta, condividi”, la gogna mediatica tocca a tutti. Nessuno escluso.
Così, si è fatto sentire anche Arfio Marchini, l’alter ego virtuale del vero Alfio Marchini (candidato sindaco alle scorse elezioni), vero guru della politica romana (quella dei social network) che ha fatto della satira e dell’ironia il suo cavallo di battaglia. E che così ha commentato la proposta del pedaggio: “Il rude Matteo Salvini, noto leghista e frequentatore di tavole calde della Bassa Padana afferma che noi romani dovremmo pagare il pedaggio del GRA. Considerato che ci passiamo giorni interi potremmo negoziare il pagamento del casello con lo sconto dell’affitto sulla prima casa. Comunque Salvini si tolga la felpa e la smetta di offendere Roma. Dazio ti evito. Roma ti amo”.