Senato: manovra da 50 mln per sterilizzazione dei cinghiali, iniziativa “sterile”
Sterilizzazione dei cinghiali: una cifra enorme, un metodo barbaro e una motivazione in politichese, come sempre ambigua
Polemica “Sterile”. Approvata al Senato la sterilizzazione dei cinghiali con una manovra finanziaria da 50 milioni di euro.
In questi giorni di Natale, di festa, di allegria, si è soliti ritrovarsi in famiglia e gustare le prelibatezze culinarie che il nostro territorio può offrire.
A volte però, tutto questo cibo ci risulta indigesto, come se un “cinghiale” ci si posasse sullo stomaco, ad evocare quella nota pubblicità di un famoso prodotto digestivo effervescente.
E forse o certamente appare davvero “indigesto” quello che apprendiamo dalla lettura del testo di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”.
In particolare, tra i vari emendamenti approvati in Senato, ce n’è uno che ci ha fatto sgranare gli occhi e chiederci se stavamo sognando o se stavamo vivendo la realtà.
Sterilizzazione dei cinghiali: 50 milioni per “contrastare la proliferazione”
Purtroppo o per fortuna, la realtà ha superato di gran lunga la fantasia, ed eccoci di fronte all’Art.157 comma 2 che determina lo “stanziamento di un fondo finanziario pari a 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023, per il contrasto alla proliferazione sul territorio nazionale della specie animale cinghiale (Sus Scrofa), destinato alle Regioni ed ai comprensori provinciali di caccia al fine del contenimento di tale specie.”
“Contrasto alla proliferazione” è una frase interpretabile, come del resto piace ai legislatori.
Tuttavia, ci “salviamo” da errate interpretazioni grazie al successivo articolo 157 bis comma 2 che esplica quanto segue: “Al fine di contrastare e prevenire con efficacia la proliferazione di alcune specie di fauna, per prevenire eventuali danni economici e in caso di accertati squilibri ecologici, in via sperimentale, nello stato di previsione del Ministro della Salute è istituto un fondo con una dotazione di euro 200.000.00 per ciascun anno del triennio 2022- 2024 per l’introduzione in Italia del vaccino immuno contraccettivo GonaCon, applicato con successo in altri paesi.”
Non vogliamo gridare al “complotto”, o sollevare polemiche inutili su questi provvedimenti, o sull’utilizzo di un vaccino sperimentale già applicato in altri paesi, solo perché dobbiamo uniformarci all’Europa, o perché ci sono altri accordi di cui non è il caso conoscere.
L’unica verità al momento tangibile è che il nostro governo ha voluto mettere a disposizione denaro pubblico (50 milioni) per cercare di risolvere il problema, ormai noto da anni, del sovraffollamento dei cinghiali, utilizzando un metodo abbastanza barbaro che è quello della sterilizzazione.
Sterilizzazione dei cinghiali: un’iniziativa sterile
E “sterile” e senza senso appare ai nostri occhi questa iniziativa.
Ci chiediamo allora: come riuscire a prendere un cinghiale e sterilizzarlo con un prodotto medicinale veterinario? Deve essere narcotizzato? In caso, chi metterà a disposizione il siero? Verrà fatta una gara pubblica oppure è già tutto deciso? Ci sarà personale dedicato oppure cacciatori locali?
E ancora: non sarebbe stato meglio prorogare di qualche mese o anticipare la caccia al cinghiale, evitando così uno “spreco” di denaro pubblico, che poteva essere utilizzato per altri scopi?
Quante domande solleviamo, senza che vi siano al momento risposte concrete, certe, vere.
Sappiamo solo che proprio in questi giorni si terrà l’incontro alla Camera per approvare la manovra di Bilancio.
Assisteremo quindi al ridicolo gioco, inventato dal nostro Governo, del “Acchiappa il cinghiale e castralo”, per la modica cifra di 50 milioni di euro per i prossimi due anni?
Consoliamoci però col fatto che, qualora venisse approvato alla camera questo emendamento, vorrebbe dire che l’utilizzo della castrazione chimica per ridurre un sovraffollamento di “animali” è consentito.
Chissà che magari, in un prossimo futuro, tale metodo di sterilizzazione non venga applicato anche ai politici.
Alessandro Spaziani
Fonte: Senato della Repubblica Italiana – Atto Senato n. 2448 – XVIII Legislatura