Senato-mercato, il Governo Godot ha aperto i Giochi di Palazzo… Madama
Dopo la semi-fiducia, il Premier vuole provare a evitare il Vietnam parlamentare. Ma in molte Commissioni è in minoranza, e il centrodestra chiede l’intervento di Mattarella
Dopo la semi-fiducia accordata dalle Aule all’esecutivo rosso-giallo, ha ufficialmente preso il via il Senato-mercato. Ovvero la caccia a quelli che vengono chiamati alternativamente “voltagabbana” o “costruttori” in base alla convenienza politica. I tempi, però, sono stretti, proprio come i margini di vantaggio della maggioranza de-italovivizzata. E già a partire dalla prossima settimana, per il bi-Premier Giuseppe Conte il Parlamento potrebbe trasformarsi in un Vietnam.
La quiete tra le due tempeste
«Abbiamo evitato il salto nel buio di una crisi» ha dichiarato il segretario dem Nicola Zingaretti, aggiungendo che ora occorre «rafforzare la forza parlamentare del Governo». Il Presidente della Regione Lazio commentava l’esito di quella che di fatto è stata una vittoria di Pirro, essendo mancata la maggioranza assoluta di 161 senatori. E non è un caso che anche altri esponenti demo-grillini abbiano espresso l’urgenza di allargare il perimetro dell’alleanza governativa.
Il calendario dei lavori parlamentari potrebbe dare a Giuseppi una piccola mano sottoforma di breve tregua. Il post-fibrillazione è stato infatti inaugurato dall’ennesimo scostamento di Bilancio e dal Dl Ristori quinquies, approvati anche con l’annunciato, responsabile sostegno dell’opposizione – inclusa Italia Viva. Il Presidente del Consiglio avrà quindi modo di insistere con la strategia che, finora, ha già prodotto un mega-parcheggio ad Mastellam.
Si tratta però solo di una quiete tra due tempeste. La seconda delle quali potrebbe palesarsi a Montecitorio, dove è in attesa il Decreto Milleproroghe che va convertito in legge entro marzo. Ma anche nelle Commissioni parlamentari, gli organi collegiali che, per Costituzione, devono tassativamente esaminare i disegni di legge prima che approdino in Aula. Ebbene, al momento il Signor Frattanto è certo di avere la maggioranza solo in otto “parlamentini” della Camera, e appena tre del Senato.
A ciò si aggiunga poi l’avviso ai naviganti del leader di Iv Matteo Renzi. Che ha già fatto sapere che, essendo ormai liberi da vincoli di maggioranza, la «settimana prossima voteremo contro la relazione di Bonafede sulla giustizia».
Non a caso, pare che il fu Avvocato del popolo si sia dato dieci giorni. Sempre che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia disposto a concederglieli.
Il Senato-mercato
«Ci rivolgeremo a Mattarella: c’è un Governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca». Così il segretario del Carroccio Matteo Salvini aveva anticipato l’intenzione di chiedere l’intervento del Capo dello Stato, confermata poi dalla leader di FdI Giorgia Meloni.
Si sa che il Quirinale è decisamente ostile a maggioranze “raccogliticce”, ma è poco probabile che metterà i bastoni tra le ruote al leguleio volturarappulese. Il quale, del resto, potrebbe non avere lunga vita, soprattutto se si esaminano attentamente i 156 sì di martedì. Che comprendono tre senatori a vita, che non votavano prima e difficilmente lo faranno ancora, e una folta schiera di trasformisti pronti a passare all’incasso. Se poi si considera che i 18 renziani potrebbero sempre passare dall’astensione al no, si ha un’idea della spada di Damocle che incombe su Palazzo Chigi.
Ecco perché si sono aperti i giochi di Palazzo… Madama, nell’impervio tentativo di far quadrare i conti del BisConte dimezzato. Che però alla fine potrebbe riflettersi in un Governo Godot, eternamente in attesa dei sogni di Senato-mercato che, proprio come nel calcio, spesso restano solo mere illusioni.