Sentenza Eternit, Marino firma appello per eliminare prescrizione
I sindaci di Roma e di Casale Monferrato firmano appello per eliminare prescrizione dai processi in materia. Intanto alla Regione Lazio si riapre il dibattito sull’amianto: nei cassetti giacciono due proposte di legge
La sentenza della Cassazione sul processo Eternit ha riaperto il dibattito mai sopito sulla presenza e i pericoli dell’amianto. Un tema ancora, e giustamente, al centro delle cronache e dell'attenzione dell'opinione pubblica. Una sentenza, quella di prescrizione relativa al processo per le morti da amianto a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, che ha fatto e farà discutere non poco.
Dopo questa sentenza di prescrizione, il sindaco di Roma Ignazio Marino – come si apprende dal sito di Roma Capitale – ha deciso di preparare un appello, insieme al sindaco di Casale Monferrato Concetta Palazzetti, da sottoporre agli altri sindaci dell'ANCI, per esortare il Parlamento a modificare la disciplina in materia, eliminando la prescrizione.
"Ho chiamato il sindaco di Casale Monferrato per portarle l'abbraccio di Roma – fa sapere il primo cittadino della Capitale – Sono vicino ai cittadini e alle loro famiglie, che ho conosciuto e visitato molte volte e che mi hanno raccontato storie terribili di dolore ma anche di grande coraggio. Da medico conosco il dolore e la sofferenza della morte causata da un tumore letale come il mesotelioma, una malattia subdola come è subdolo l’amianto: dal momento dell’esposizione alle sue fibre al tempo in cui si manifesta la patologia possono passare da 20 a 40 anni. Per questi motivi credo davvero che i reati ambientali, e in particolare il disastro ambientale, non debbano essere soggetti a prescrizione".
Nel frattempo, anche nella nostra Regione il dibattito si è riaperto. "Una questione delicata, spinosa, allarmante che nel Lazio presenta dati da brivido" – commenta il consigliere alla Regione Lazio Adriano Palozzi (FI) – "Dal 2001 al 2012 sono stati registrati 1373 casi di mesotelioma alla pleura e su circa 800 è documentato il rapporto con l'esposizione all'amianto".
Un quadro drammatico. "Senza considerare, inoltre, che la mappatura dell’asbesto è ferma a un quinto del territorio regionale, all’interno del quale si presume sia presente ancora un milione di tonnellate di amianto" – continua Palozzi, che quindi chiede – "un Piano regionale amianto, per completare la mappatura, informare i cittadini e incentivare la rimozione in maniera da abbattere i costi della bonifica e lavorare per il risanamento ambientale e igienico-sanitario".
Il paradosso è che "da oltre un anno giacciono negli impolverati cassetti regionali due proposte di legge in materia, una a firma di alcuni consiglieri di minoranza, l’altra a firma di numerosi esponenti della maggioranza, che ancora devono cominciare l’iter in commissione. Sarebbe il caso di affrettare i tempi" – conclude il consigliere di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Ambiente.