Sergio Boschiero nasceva 85 anni fa, una vita dedicata ai valori monarchici
Il 15 aprile del 1936 nasceva Sergio Boschiero, uno dei protagonisti della storia politica del secondo dopoguerra
Il 15 aprile del 1936, esattamente 85 anni fa, in un ridente paese collinare ai piedi dell’Altopiano di Asiago, nacque Sergio Boschiero, un uomo che, con garbo, discrezione e determinazione, è diventato uno dei protagonisti della storia politica del secondo dopoguerra.
Un’attività a favore della Monarchia fin da giovanissimo
Sin da giovanissimo partecipò alle attività dei gruppi monarchici locali, che contestavano il discusso referendum istituzionale del 2 giugno 1946 al seguito del quale venne proclamata la Repubblica italiana, ma il suo destino si scrisse nel 1960, quando organizzò una grande manifestazione monarchica a Vicenza. L’evento vide la partecipazione dell’allora diciassettenne Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, e della Medaglia d’Argento al Valore Militare, nonché grande invalido di guerra, Carlo Delcroix.
La manifestazione ebbe talmente successo che, per volontà del Re Umberto II, allora in esilio in Portogallo, Boschiero si trasferì a Roma per guidare il movimento dei giovani monarchici. Da allora Boschiero fu organizzatore di innumerevoli manifestazioni con migliaia di persone e commemorazioni storiche in cui si difendeva la memoria di Casa Savoia e si proponeva un’alternativa monarchica per lo Stato italiano.
Boschiero godeva la stima dei leader politici
Tra le tante, memorabile fu la manifestazione del 29 maggio 1966 durante la quale oltre 20.000 monarchici salutarono il volo sul cielo di Napoli del Principe Vittorio Emanuele, anch’egli condannato all’esilio dai padri costituenti. Boschiero, pur avendo agito sempre in ambito extraparlamentare, era conosciuto dalla politica come interlocutore e uomo di fiducia del Re Umberto II e godeva di grande considerazione trasversale.
Fu lui ad andare a parlare con i big dei partiti, da Craxi a Napolitano, per chiedere alla Repubblica il gesto di clemenza di concedere al Re, ormai morente, di spirare sul suolo italiano dopo 37 anni d’esilio. Cosa che nessuno ha mai concesso.
Nasce il Fert
Dopo la morte del Sovrano, Boschiero continuò le sue battaglie monarchiche con la sigla FERT, un movimento identitario e patriottico che si rese promotore delle contro-celebrazioni per il bicentenario della rivoluzione francese, unica voce controcorrente che denunciava gli orrori del terrore giacobino.
Nel 1994 fu protagonista di una puntata “Uno contro tutti” del Maurizio Costanzo Show dove rispose, con la classe e la simpatia che lo contraddistinguevano, alle obiezioni di molti repubblicani che cercarono invano di metterlo in difficoltà.
Tra questi vi era un giovanissimo dirigente romano del PDS, che poi ha fatto parecchia strada: Nicola Zingaretti. Negli anni successivi ha continuato ad essere l’indiscusso leader dei monarchici italiani, svolgendo un’intensa attività di conferenziere e di giornalista. Dal 2000 si dedicò soprattutto a contestare il revisionismo storico anti risorgimentale che stava prendendo piede, diventando quasi una moda.
La rassegna stampa alla radio
Per tanti anni, dai microfoni di Radio Radio, ha commentato le notizie del giorno nella rassegna stampa mattutina di Francesco Vergovich, portando agli ascoltatori quotidianamente una qualche curiosità o un qualche aneddoto in svariati ambiti, merito della sua cultura eclettica. Nonostante un male che lo divorava lentamente, si è ritirato dalla vita pubblica solo alla fine del 2014, continuando sino ad allora ad andare ogni giorno nel suo ufficio.
Morì il 3 giugno del 2015, un giorno dopo la Festa della Repubblica. I suoi funerali furono celebrati nel Pantheon di Roma, il luogo che accoglie le spoglie dei primi due Re d’Italia e della Regina Margherita. Parteciparono alle esequie con gli amici di sempre Antonio Parisi, Luigi Marucci, Antonio Maulu, anche l’ex presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, l’amico Marco Pannella e il Principe Aimone di Savoia, Duca delle Puglie, in rappresentanza della Famiglia reale italiana.
Boschiero ha lasciato un vuoto non solo in ambito monarchico. Si sente la mancanza di una figura pacata e allegra, pur nel rispetto della determinazioni delle sue idee. Un uomo che ha lasciato uno splendido ricordo nelle tantissime persone che hanno avuto a che fare con lui, indipendentemente dallo schieramento politico o istituzionale.
Davide Colombo