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L’Ibra Supremacy tra ansie da Champions e tanti gol: i temi della 4° di Serie A

In più la sonora conferma del Napoli, l’altalena di gol di Roma e Sassuolo, la partenza a handicap del Torino

Ibrahimovic Serie A

Ibrahimovic

Ripresa della Serie A spumeggiante: 41 gol in 10 partite, 4 gol a match, 8/10 da “Over”, come direbbero gli scommettitori. Se le difese ballerine erano piuttosto prevedibili, in pochi avrebbero scommesso su alcuni risultati, come quelli delle 4 italiane attese all’esordio in Champions: per loro un magrissimo bottino di 1 pareggio e 3 sconfitte.

Derby che torna rossonero in Serie A dopo 4 anni, Inter male dietro

E l’analisi non può che partire dalla partita di cartello, il derby di Milano tornato a livelli di alta quota – nonostante le assenze dovute al Covid – che ha premiato il Milan, ora da solo in testa alla classifica dopo più di otto anni. Innegabile come l’uomo più atteso non abbia tradito le attese, anzi: Zlatan Ibrahimovic, ad una settimana dalla guarigione dal Covid-19, a 39 anni suonati, gioca 95 minuti e giganteggia nella difesa nerazzurra, si procura un rigore e realizza la doppietta decisiva.

Ma è riduttivo dare allo svedese tutti i meriti, per una squadra imbattuta oramai da 223 giorni che ha trovato la quadra grazie anche alla crescita di giovani e giocatori arrivati senza far rumore. In questo senso, l’azione del raddoppio, iniziata da Saelemaekers e Rafael Leao è emblematica. Per l’Inter è una sconfitta che fa male, e non solo perché arrivata nella stracittadina. I 6 giocatori indisponibili non sono pochi, ma la sensazione è che la Beneamata in questo momento manchi di equilibrio e di uomini dietro, con un Kolarov che nella linea a 3 ha sofferto oltremodo Ibra. 8 gol subiti in queste prime 4 partite non sono i numeri di una squadra di Antonio Conte.

Napoli promosso, Juve rimandata e Atalanta bocciata

Se l’Inter si lecca le ferite, la Juventus non può comunque dormire sonni tranquilli. A Crotone i bianconeri si fermano ancora e molti sono stati i motivi: dalla formazione ampiamente rimaneggiata – per Covid e pre-Champions – fino al palo e al gol annullato, con un Alvaro Morata che, al secondo esordio in maglia juventina, ha sfiorato addirittura la tripletta. Ma in vista dell’esordio di Champions a Kiev preoccupa l’approccio alla partita, con un rigore concesso per una sciocchezza di Bonucci. Il cantiere di Pirlo continua a lavorare, serve tempo.

L’altro big match di giornata ha dato un responso non meno eclatante del derby: il Napoli con un primo tempo mostruoso annienta l’Atalanta e, forse, fa ricredere gli scettici sulla volontà di giocare a Torino contro la Juventus, come detto anche da Gattuso. Con un Lozano recuperato pienamente dal tecnico calabrese e con un Osimhen sempre più devastante, l’attacco azzurro sembra essere completo e pericoloso come quello dell’Atalanta, anche senza Insigne. Il Napoli con tre gol in sette minuti ha annichilito una Dea che ha accusato il colpo: il secondo guizzo della novità Lammers non basta per un Gasperini che sa di dover lavorare anche sulla testa di una squadra che per sua natura può concedere molto.

Lazio tramortita, Roma altalena di gol

A proposito di battute d’arresto, pesa anche il 3-0 subito dalla Lazio a Genova sponda Samp. Anche per i biancocelesti si trattava di una vigilia di Champions importante, e l’assenza per squalifica di Ciro Immobile là davanti è bene sempre considerarla. I numeri però non mentono: 1 tiro in porta nei 90 minuti e 8 gol subiti in 4 partite impongono ad Inzaghi una riflessione, per non andare in Europa da vittime sacrificali. A Roma arriva un Borussia Dortmund potenzialmente devastante.

Per la Roma invece, la seconda vittoria consecutiva in campionato dà serenità e fiducia in vista delle prossime partite, sia per il tecnico Fonseca ma soprattutto per Edin Dzeko, autore di una doppietta, servito magistralmente da Pedro e Mkhitaryan. 5 gol al Benevento sono un toccasana per una squadra in difficoltà dal punto di vista realizzativo, ma nei primi minuti i giallorossi sono andati sotto e la partita è rimasta in bilico fino al quarto d’ora finale. Merito anche di un Benevento intraprendente e gagliardo certo, ma la Roma deve crescere nella gestione di alcune fasi della gara.

Serie A con pioggia di gol: domina il Sassuolo

Alle spalle delle “7 sorelle”, fatta eccezione per lo 0-0 del Monday Night tra Genoa e Verona, vince lo spettacolo. La rimonta dello Spezia sulla Fiorentina (da 0-2 a 2-2), i 3-2 dell’Udinese sul Parma e del Cagliari a Torino ma soprattutto il folle ribaltone del Sassuolo a Bologna. Da 3-1 a 3-4 per la giostra del gol di mister De Zerbi, che in questo senso sembra fin dall’anno scorso il più “zemaniano” degli allenatori di Serie A. Con bocche di fuoco da Nazionale come Caputo e Berardi, più i vari Djuricic e l’altra azzurro Locatelli in regia (con Boga ancora ai box), i neroverdi recuperano una partita quasi persa nel secondo tempo. Ora sono al secondo posto solitario in classifica con 3 vittorie ed un pareggio ed una media di oltre 3 gol a partita, l’attacco migliore dietro all’Atalanta.

Ci Piace e Non Ci Piace: Genoa e Torino

Ed è tra le piccole che vogliamo dare i premi di giornata. Pur senza aver vinto né segnato, il Genoa vince la citazione di merito: dopo le ultime tre settimane caotiche, con 17 giocatori positivi al Covid, vale come una vittoria. Le parole di Mattia Perin, che ha parlato di “attacchi ingiusti” nei confronti dei giocatori, considerati come persone superficiali, testimoniano un risultato più importante del mero punteggio.

Flop di giornata il Torino di Marco Giampaolo, alla quarta sconfitta in altrettante uscite, battuta stavolta a domicilio dal Cagliari. Manca il gioco, errori in retroguardia (con Sirigu stranamente colpevole anch’esso) e un Andrea Belotti in forma stellare non basta. Ad un anno dall’esonero al Milan del tecnico abruzzese, uno spettro che si sta riavvicinando pericolosamente. La lotta per la permanenza in Serie A non dovrebbe interessare i granata, è atteso un rapido cambio di rotta.

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