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Serie A, giornata 14: è ScappaNapoli

Con la vittoria sull’Empoli azzurri a +8 sulle prime inseguitrici, Milan e Lazio. Continua la risalita di Juventus e Inter. Numeri tremendi per Samp e Verona in fondo

Radonjic in Torino-Sampdoria di Serie A

Radonjic in Torino-Sampdoria di Serie A

Nella penultima giornata di Serie A prima del mondiale, senza scontri diretti emergono risultati sorprendenti che permettono alla prima della classe di prendere un vantaggio ancora più ampio.

Il Napoli scappa…

Decimo successo consecutivo per il Napoli, che ha ragione anche dell’Empoli. Anche in questo caso, nonostante l’assenza di Kvaratskhelia la squadra di Spalletti ha pazienza e affronta al meglio una squadra tecnicamente inferiore ma molto ben messa in campo che ha fatto di tutto per giocarsela. Così come a Roma il risultato si sblocca nella ripresa: stavolta i protagonisti provengono dalla panchina. Lozano trasforma un rigore conquistato da Osimhen, poi i toscani si trovano in 10 per l’espulsione dell’ex Luperto e amministrano la parte finale della gara. In questi frangenti forse si vedono gli enormi passi in avanti della squadra: la velocità dei fraseggi lascia spazio al possesso palla ragionato e organico, tenendo il pallone lontano sia dalla propria porta sia dagli avversari. Il gol nel finale di Zielinski chiude la partita: un piccolo capolavoro di gestione che vale una fuga sensibile in classifica.

…perché le prime inseguitrici rallentano

Il Milan esce da Cremona con un pareggio che conferma un trend che suona come un piccolo campanello d’allarme per Pioli. La differenza col Napoli si misura con un rendimento deficitario in trasferta. Nelle 7 partite fuori casa, al cospetto della sola Atalanta tra le big, sono arrivati solo 12 punti sui 21 disponibili, con le uniche (e sofferte) vittorie a Verona, Genova ed Empoli. Con la Cremonese, ancora a secco di vittorie ma molto combattiva, il Diavolo si blocca in zona gol, anche a causa della sciocca squalifica rimediata da Giroud contro lo Spezia. Nel primo tempo le parate di Carnesecchi, nella ripresa il gol annullato a Origi per un pareggio a reti bianche che mantiene il secondo posto ma che fa allontanare il Napoli e avvicinare le altre.

Ancora peggio va all’Atalanta che cade per la seconda volta di fila ma in maniera molto più sorprendente. A Lecce arriva l’uno-due salentino alla mezz’ora del primo tempo. 90 minuti decisi in 90 secondi, quelli tra il gol di Baschirotto e quello di Di Francesco. Poi la reazione bergamasca col ritorno al gol di Zapata dopo ben 200 giorni. Un guizzo tanto atteso ma non sufficiente per raggiungere il pareggio nella ripresa: pesa l’errore di Koopmeiners a tu per tu con Falcone e le tante assenze nella rosa a disposizione di Gasperini.

Avanti Inter e Juventus

Quasi tutto facile per l’Inter col Bologna. Nonostante il punteggio eloquente (6-1) va ribadito il “quasi”, perché i nerazzurri sembrano svegliarsi solo dopo il vantaggio bolognese di Lykogiannis, che sfruttano la terza grande occasione nei primi 20 minuti. Dopo la sveglia arriva la migliore versione dell’Inter con la super girata di Dzeko, la doppietta di Dimarco e le firme di Martinez, Cahlanoglu e Gosense. Dimenticata la sconfitta di Torino, l’Inter evidenzia l’enorme potenziale a disposizione, non sempre sfruttato a dovere.

Quinta vittoria consecutiva della Juventus, tutte senza subire gol. Anche al Bentegodi di Verona arriva l’ennesima porta inviolata della stagione nonostante una bella versione dei gialloblù, che a dispetto della nona sconfitta consecutiva danno segni di vita. Match-winner di giornata è Moise Kean lanciato da Rabiot all’ora di gioco. I bianconeri rischiano su due episodi in area contestati, poi l’espulsione di Alex Sandro, ma alla fine arriva la vittoria: sarà interessantissima la prossima sfida con la Lazio, un’altra squadra in ascesa con il fortino del proprio reparto arretrato.  

Continua l’effetto post-derby: Lazio seconda, Roma in affanno

La Lazio batte di misura il Monza e si porta al secondo posto in classifica a pari punti col Milan. Molte le somiglianze con il derby vinto domenica: una partita bloccata che viene risolta favorevolmente da un errore individuale. Dopo Ibanez i biancocelesti approfittano dell’errore di Di Gregorio che consente all’ancora minorenne Romero di essere uno dei più giovani marcatori della Lazio. Nono clean sheet stagionale per Sarri.

Invece prosegue il mood negativo della Roma, che non riesce a vincere a Reggio Emilia. Partita sofferta con i neroverdi spesso pericolosi, ma con Abraham che a 10 dalla fine l’aveva sbloccata. Il ritorno al gol in Serie A dell’inglese però non basta: dopo pochi minuti difesa scoperta e sul primo palo Pinamonti ristabilisce definitivamente la parità. Sembra che la squadra di Mourinho non riesca più a gestire le partite, anche quelle da situazione di vantaggio: manca lucidità e qualità, quella che garantirebbero Pellegrini e Dybala, attualmente o non al meglio dalla forma o ai box.

Centrogruppo: risale la Fiorentina

Se la Cremonese fa un punto di spessore col Milan e il Verona dà segni di vita quantomeno a livello di prestazione, continua il periodo nero della Sampdoria, che a Torino archivia l’ottava sconfitta nella ultime 10 di Serie A. Juric, al nono posto, si coccola i gioielli arrivati in estate, Vlasic e Radonjic. L’Udinese continua a staccarsi dal gruppo delle big rimediando ancora un pareggio, a La Spezia. Invece prosegue la risalita della Fiorentina, che batte con un guizzo di Jovic la Salernitana e rivede il lato sinistro della classifica.

Ci Piace e Non Ci Piace: Federico Dimarco e José Mourinho

Migliore di giornata alla prestazione di Federico Dimarco contro il Bologna: due gol di pregevolissima fattura sì, ma un premio sommario allo status di giocatore che sta diventando da qualche mese, sia nell’Inter che in Nazionale.

Peggiore di gran lunga José Mourinho, non tanto per la sua Roma, che ha dei problemi, ma per le parole a fine gara che vanno a condannare un unico giocatore rispetto però ad una squadra che fa oggettivamente fatica nel suo complesso, non a causa dell’atteggiamento di un singolo su 16.