Sesso: oggi i giovani sono poco interessati, sono passati da 5 a 3 volte al mese
David Spiegelhalter, docente della Cambridge University, ne parla nel libro “Sex by numbers”, teorizzando nel 2030 la sparizione dei rapporti sessuali
Da più parti si sostiene che alla riduzione della frequenza dei rapporti sessuali registrata nelle società moderne, corrisponde un incremento della pornografia, oggi esplosa in rete, degli incontri furtivi con prostitute e prostituti, del proliferare di siti e momenti di visione di video e film hot, come dell’uso del sesso per incrementare le vendite e i consumi dei prodotti più svariati.
Meno si fa e più se ne parla, si diceva un tempo e sembrerebbe che il mondo vada proprio così. David Spiegelhalter, docente della Cambridge University, ne parla nel libro “Sex by numbers”, teorizzando nel 2030 la sparizione dei rapporti sessuali.
Siamo passati da 5 rapporti al mese a 3 di media
Ovviamente è la solita esagerazione etnocentrica, del solito studioso occidentale che interpreta il mondo come se esistessimo solo noi occidentali. Una bolla che racchiude Europa, nemmeno tutta, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e forse Israele e Sud Africa. Lui si basa sul dato che i rapporti sessuali fra coppie sono passati da cinque volte al mese negli anni ’90 a tre volte al mese. Comunque una quantità di tutto rispetto. A parte gli scherzi, dubito della capacità previsionale di queste ricerche in stile anglosassone. Di solito perdono di vista le centinaia di altre variabili che la vita ci riserva e dei cambiamenti che ci aspettano.
Lui attribuisce questa “crisi” sessuale al fatto che la notte, dopo una certa ora, possiamo avere molte cose da fare grazie a Internet, a Netflix, e grazie ai social network. Vero è che non riusciremo più a fare a meno della rete e che questa capacità di comunicazione ci accompagna sempre ovunque e a qualsiasi ora ma intanto non è così presente ad ogni latitudine e altitudine. I continenti e i paesi non sono ancora del tutto omogenei, per cultura, abitudini, leggi e regimi e non è detto che una nuova pandemia o una nuova guerra non cambi l’ordine delle cose nel mondo, nel peggiore dei casi.
Il mio non è ottimismo e neanche una legge di Murphy ma è la constatazione che le cose non vanno mai come le si prevede, nel bene e nel male. Modificherei la legge del nostro in “Se le cose possono non andare come previsto, lo faranno!”
Che succede quando si fa poco sesso?
Sul sito “My personal trainer” si elencano gli effetti della carenza di sesso: Aumentano stress e tristezza. Si indebolisce il sistema immunitario. Aumentano la probabilità di tumore alla prostata e malattie cardiovascolari. Si riduce la libido. Meno sesso si fa e meno se ne ha voglia. Diminuisce il senso di attenzione. Aumenta la secchezza vaginale. Si soffre di insonnia. La perde pelle luminosità e ovviamente la castità può generare crisi di coppia. Specialmente se si rinuncia a farlo con il coniuge e lo si fa con l’amante.
L’attività sessuale libera la produzione di endorfine e di ossitocina. Sono due ormoni che danno la sensazione di benessere e migliorano l’umore generale delle persone. Non praticare sesso ovviamente dà l’effetto contrario. Alla lunga aumentano lo stress e l’ansia. Se il fenomeno dell’astinenza o della riduzione della pratica sessuale riguarda gran parte della comunità, questo spiega tante cose che non vanno nelle relazioni sociali.
Sono soprattutto i giovani a farlo di meno
Il rapporto del centro studi Coop 2017 ha rivelato che negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali è diminuita del 10%. Una conferma di quello che già sapevamo. Ma chi sono quelli che lo praticano di meno? Sono i 35-40enni. Tre coppie su 10 hanno più di un rapporto a settimana. Evidentemente anche fare sesso sempre nella stessa coppia può venire a noia. Tutto però dipende dalle persone, dalla relazione della coppia, dalla loro intesa, dalla vita che si fa, dalle preoccupazioni economiche, i figli, il lavoro. La vita e i suoi drammi entrano nella camera da letto e si insinuano tra le lenzuola, rendendo tutto poco attraente.
Il quotidiano tedesco Die Welt ha scoperto, in una sua inchiesta, che solo il 44% dei Millennials ha già avuto rapporti sessuali, mentre 25 anni fa era il 58% delle ragazze che avevano avuto rapporti sessuali prima dei 20 anni. In Giappone, paese con grosse resistenze individuali, nel 2016, ben il 42% dei ragazzi tra i 18 e i 34 anni non avevano mai fatto sesso.
Non vogliono complicazioni sociali, economiche, di salute
C’è chi attribuisce il problema alle complicazioni che scaturiscono dal sesso. Il mettersi in mostra intimamente con una persona tutto sommato poco conosciuta, crea nel giovane parecchie difficoltà. Il rischio di restare incinta può rovinare la vita di una donna. I pericoli derivanti dall’aumento delle malattie sessuali, l’HIV, poi s’è aggiunta addirittura la pandemia, dove non si poteva neanche avvicinarsi l’un con l’altra, la faccia tappata da una mascherina, il rischio del contagio che può portare alla morte e lascia comunque strascichi nel corpo. Ma non sono solo i pericoli per la salute a creare muri insuperabili. La tendenza tra i giovani è di vivere più come fratelli e amici che come sfere sessuali diverse. Come conseguenza di questa difficoltà potrebbe anche esserci la crescente tendenza ad avere rapporti omosessuali.
Rapporti occasionali, senza impegno
I rapporti, quando ci sono, sono spesso privi di intimità, di passione, di provocazione. La psicanalista Umberta Telfener, nel libro Letti sfatti – una guida per tornare a fare l’amore (Giunti editore) sostiene che è poco il tempo dedicato all’amore, tra gli under 25 meno di 2’. I giovani tendono a dare più importanza al gruppo amicale e non vogliono impegnarsi in una relazione di coppia, per non dover isolarsi dal gruppo degli amici.
Gli incontri casuali, senza impegno, detti anche volgarmente “Trombamici” oppure quello che i latini chiamano “Amor de Consuelo” sono tranquillizzanti perché non impegnano. L’altra faccia del disimpegno sono le avventure di una notte, forse di qualche ora. Possono anche ripetersi, ma non creano la coppia e non dividono dal gruppo amicale. Sono le conseguenze dei vari appuntamenti on line, del cercarsi senza coinvolgersi, piacere e farsi piacere senza cadere in situazioni che potrebbero risultare pericolose, mal gestibili, impegnative. Per questo sui social abbondano i cuoricini, i pensierini, gli stickers e gli avatar ma non ci espone troppo con la propria identità.
Ci sono e non ci sono. I social ti consentono di provarci e sparire se lo vuoi. Di tentare ma anche di fuggire in tempo e senza sensi di colpa. C’è chi li chiama la generazione Post-sesso. Un dato allucinante che spiega molte cose è che in una ricerca condotta dalla sessuologa americana Maureen McGrath si è scoperto che i giovani si portano a letto, durante un rapporto sessuale, anche il cellulare. Lo controllano durante e anche subito dopo. Una volta si fumava la sigaretta. Ora si cerca subito una via di fuga col telefono.