Settimana del cervello 14-20 marzo: alla scoperta della nostra mente
Il miracolo del nostro organo cognitivo: il cervello di una mamma ad esempio, riduce la sua zona grigia per aumentare le connessioni emotive
Se c’è una parte del nostro corpo ancora da esplorare questa è certamente la scatola cranica e quindi il cervello. La settimana dal 14 al 20 marzo sarà dedicata al cervello e alle sue patologie.
14-20 marzo 2022: la settimana del cervello
Non solo patologie legate alla vecchiaia ma come ben sappiamo ogni età può essere segnata da disturbi neurologici. Conosciamo molto bene il morbo di Parkinson e le demenze che spesso si manifestano in età avanzata, ma i dati purtroppo evidenziano un aumento di demenze e malattie neurodegenerative precoci. Studi scientifici riportati dalla Sin (Società italiana di neurologia) riferiscono che i primi sintomi di Parkinson si manifestano intorno ai 50 anni e la forma giovanile ha un esordio tra i 20 e 40 anni.
Le patologie del cervello
Le demenze precoci (non solo senili come spesso vengono identificate) chiamate Young Onset Dementia, si manifestano intorno ai 30 anni e sembrano causate da forme genetiche ereditarie.
Le emicranie colpiscono circa 6 milioni di persone in Italia, 12 milioni di italiani hanno disturbi del sonno e circa 800.000 sono i pazienti colpiti da ictus, con conseguenze spesso invalidanti e irreversibili. Uno stile di vita non adeguato e l’uso di alcool e droga sono le cause più frequenti di ictus precoci che si manifestano intorno ai 45 anni. In questa settimana dedicata al cervello ci saranno iniziative e convegni promossi da neurologi di vari ospedali italiani.
La Fondazione S. Lucia di Roma ospiterà una serie di convegni sul tema specifico di quest’anno che sarà “Le stagioni del cervello” per conoscere e prevenire alcune malattie attraverso stili di vita sani. Inoltre è stata organizzata una settimana di screening su prenotazione. E’ possibile consultare il calendario degli eventi sul sito web della settimana mondiale del cervello 2022.
Il cervello di una mamma umana
Il cervello ha una proprietà fondamentale “la plasticità” ovvero la capacità di modificarsi e ristrutturarsi in funzione degli stimoli ambientali. Ogni età della vita, ogni esperienza fortemente positiva o negativa cambia il nostro cervello. Un esempio bellissimo è il cervello di una mamma.
Il parto cambia molto una donna non solo nel fisico ma anche a livello cognitivo. Molte volte ci siamo chieste: sarò una buona madre? Riuscirò a riconoscere i bisogni di mio figlio? Avrò bisogno di consigli? Sarò capace di un rapporto empatico? Saremo dei bravi genitori? Ebbene ci pensa il cervello! Grazie alla sua plasticità si modifica e si prepara alla maternità.
Uno studio molto interessante del 2017 a cura di due psicologhe Hoekzema e Barba- Muller dell’università autonoma di Barcellona, hanno evidenziato, attraverso l’uso della risonanza magnetica, come il cervello delle donne incinte cambiasse e riducesse la sua zona grigia, a differenza di un gruppo di controllo che non era in attesa di un bambino.
Come spiega la neuro scienziata Silvia Dalvit Menabè (cofondatrice del Parto Positivo) la riduzione della materia grigia “non significa che diventiamo più tonte anzi, nel cervello delle mamme avviene una potatura sinaptica tipica degli adolescenti”.
Il cervello sceglie quali connessioni potenziare
Quindi cosa fa il cervello? Elimina le connessioni inutili e amplifica quelle necessarie al rapporto con piccolo. La mamma riconosce il pianto del suo bimbo e solo lei è capace di calmarlo. Il cervello di mamma è sempre attivo, capace di organizzarsi al meglio e di portare avanti molti impegni nella giornata.
E’ necessario l’aiuto discreto del compagno affinché la donna non si affatichi troppo e cada in depressione, perché il cervello reagisce al forte stress emotivo anche con disturbi passeggeri che non vanno sottovalutati. I vuoti di memoria sono reazioni del cervello che ci dicono cosa è importante e cosa meno, quindi possiamo fare a meno di ricordare tutto e concentriamoci sul nostro momento magico.
Le donne sono capaci di lavorare per il bene della famiglia, per il bene della propria azienda, per il benessere della comunità e gli uomini dovrebbero apprendere e imitare attraverso una presenza costante e con la massima collaborazione, perché il fine ultimo è la felicità che si ottiene solo se ci si sente appagati e riconosciuti nel proprio ruolo.