Sfiducia e commissione d’inchiesta, Speranza e il vaso di Pandora
Il 28 aprile in Senato per il Ministro della Sanità sarà una passeggiata di salute. Il vero rischio sarebbe l’indagine sulla pandemia, senza dimenticare l’affaire del report Oms
Sono mozione di sfiducia e commissione d’inchiesta a turbare il sonno del Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza. La seconda più della prima, che pure è decisamente più concreta. Ma potrebbe rivelarsi un boomerang che si ritorcerebbe contro i suoi promotori, finendo paradossalmente per rinsaldare la posizione dell’esponente di LeU.
Tra mozione di sfiducia e commissione d’inchiesta
È stato calendarizzato per mercoledì 28 aprile il voto in Senato sulle tre mozioni di sfiducia contro l’inquilino di Lungotevere Ripa. Una presentata da Fratelli d’Italia, le altre da Italexit (la formazione di Gianluigi Paragone) e Alternativa C’è (il gruppo dei dissidenti pentastellati).
Sulla carta è uno scoglio, soprattutto alla luce dei frequenti attacchi rivolti al Ministro libero e uguale dal “centrodestra di Governo”, in modo particolare dalla Lega. Tuttavia, lo stesso Carroccio, per bocca del capogruppo a Palazzo Madama Massimiliano Romeo, ha già dichiarato di non voler mettere in difficoltà l’esecutivo. Ribadendo però al contempo che la linea rigorista del campione delle chiusure «deve cambiare», come d’altronde aveva affermato lo stesso segretario Matteo Salvini.
«Non mi interessa se cambia o no Speranza, mi interessa di più se cambiano le politiche di Speranza» le parole del Capitano. Che, in una diversa occasione, aveva anche sottolineato che «le mozioni di sfiducia rafforzano chi le subisce». Specialmente quando vengono respinte, potremmo aggiungere. E il pallottoliere parlamentare garantisce che per il titolare della Sanità sarà una… passeggiata di salute.
L’ex Ministro dell’Interno ha piuttosto esortato «le altre forze di centrodestra a chiedere, d’intesa con Renzi, la commissione d’inchiesta sulla pandemia». Che «aiuterà a far luce sulle responsabilità, comprese quelle di Speranza», e sulla quale «i numeri ci sono». E che, en passant, potrebbe saldarsi con le indagini faticosamente condotte dalla Procura di Bergamo.
Le indagini della Procura di Bergamo
Da mesi, come abbiamo già raccontato, il Procuratore aggiunto orobico Maria Cristina Rota sta cercando di vederci chiaro sullo scoppio dell’emergenza coronavirus. Nel mirino, in particolare, il piano pandemico mai aggiornato dal 2006 e il conseguente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità scomparso a ventiquattr’ore dalla pubblicazione.
Un affaire in cui, come ha svelato il programma Report, sarebbe coinvolto lo stesso Ministro più nefasto del Governo. Che venne avvertito da Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms e suo ex consulente, della divulgazione del rapporto incriminato poche ore prima del ritiro dello stesso.
Non è naturalmente scontato che ci sia un nesso causale tra gli eventi, anche perché il segretario di Articolo Uno è titolare del Dicastero dal settembre 2019. Difficile, dunque, potergli addebitare qualche responsabilità per il dossier obsoleto.
Comunque le prospettive giudiziarie fanno capire benissimo perché, tra reale mozione di sfiducia e commissione d’inchiesta potenziale, per il Nostro è quest’ultima il vero spauracchio. Che peraltro fa tornare alla mente il vaso di Pandora, la mitologica donna che scoperchiò lo scrigno di tutti i mali facendoli riversare nel mondo. Sul fondo del contenitore rimase solamente la speranza. Vi ricorda qualcosa?