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Sgomberi a Monte Mario, baracche e rifiuti: grave rischio incendi

Dopo il censimento, l’area è stata mappata con l’uso di droni, che hanno evidenziato le zone con la maggiore concentrazione di rifiuti

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Le capanne di fortuna costruite con legno e lamiere non esistono più. Al loro posto, restano cumuli di vestiti, elettrodomestici e materassi coperti di foglie, mentre in un burrone si trova una vera e propria discarica a cielo aperto. Ci vorranno circa 30 giorni per bonificare l’area in cui sorgevano i due accampamenti abusivi all’interno della riserva naturale di Monte Mario, vicino alla zona colpita dall’incendio del 31 luglio, che ha devastato la collina affacciata su Roma nord.

Le operazioni di bonifica sono iniziate ieri mattina, 21 agosto, dopo vari sopralluoghi condotti nei giorni precedenti dalla Polizia locale, insieme all’ente regionale Roma Natura, alla Protezione Civile di Roma Capitale, al Dipartimento Ambiente, al Dipartimento Politiche Sociali e ad Ama. Gli occupanti, circa 12 persone adulte di nazionalità romena, erano stati avvisati in anticipo dello sgombero e non erano presenti al momento dell’intervento.

Degli abitanti nessuna traccia

«Non sappiamo dove siano andati – ha dichiarato Donatella Scafati, vice comandante della Polizia di Roma Capitalema qui non potevano rimanere perché è troppo pericoloso. Se avessero cucinato o usato bombole di gas, si sarebbe potuto sviluppare un altro incendio, come quello già avvenuto». Nel campo sono stati trovati, infatti, una griglia e diverse padelle, aumentando il rischio di un nuovo incendio a causa del caldo e della vegetazione rigogliosa del parco.

Dai sopralluoghi effettuati dopo l’incendio di fine luglio sono emersi diversi accampamenti abusivi. Oltre ai due smantellati ieri, ne sono stati individuati altri tre, che verranno bonificati successivamente. «Questo è il primo sito dove interveniamo, ma ce ne sono altri tre dall’altra parte del parco – ha spiegato Donatella Scafati e cominceremo bonificando l’area di Monte Mario, per poi estendere l’intervento a tutta Roma. Le persone che occupavano questi spazi erano state censite e informate dell’operazione, che ha coinvolto non solo la Polizia locale, ma anche Ama e i servizi sociali. L’amministrazione ha voluto mobilitare tutte le forze necessarie».

Censimento e mappatura con i droni a caccia di rifiuti

Dopo il censimento, l’area è stata mappata con l’uso di droni, che hanno evidenziato le zone con la maggiore concentrazione di rifiuti. Sono stati confermati diversi accampamenti abusivi, alcuni abitati da poche persone, altri abbandonati ma pieni di vegetazione e rifiuti. Ieri, le ruspe hanno demolito le capanne per evitare che venissero nuovamente occupate. Tuttavia, la bonifica richiederà settimane: sarà necessario rimuovere cumuli di stracci, televisori, scarpe e tappeti, e ci vorrà ancora più tempo per smantellare la discarica nel burrone, dove i rifiuti dovranno essere rimossi a mano.

Almeno un mese per la bonifica

Bruno Manzi, presidente di Ama Spa, ha dichiarato che «per bonificare l’intera area e rimuovere il degrado, saranno necessari circa 30 giorni di lavoro. La quantità esatta di rifiuti la vedremo solo al termine dell’operazione». Il Comune di Roma, in una nota, ha sottolineato che questa attività si inserisce nel quadro di interventi già avviati dall’Amministrazione, come la piantumazione di circa 200 pini, il ripristino delle staccionate e delle sedute nell’area del Belvedere, e i lavori in corso lungo il sentiero della via Francigena con l’utilizzo di fondi Giubilari.

*Immagine dal sito del Comune di Roma