Sicurezza del territorio, poche soluzioni per un grande problema
Pochi fondi per la sicurezza e i cittadini si arrangiano come possono
La città di Roma, da diversi anni a questa parte, versa in una certa condizione di insicurezza. Certo, il problema della delinquenza, in una città con quasi tre milioni di abitanti, è sempre stato presente, ma con l'arrivo delle crisi, e l'acuirsi dei problemi legati al lavoro, la criminalità è probabilmente aumentata.
Il IX° Municipio, quello dell'Eur – Torrino, non sembra fare eccezione alcuna. Ai furti negli appartamenti, alle rapine nei supermercati e nei negozi (in alcune realtà la rapina a mano armata è un evento periodico a cadenza regolare), si stanno però aggiungendo anche atti vandalici di notevole importanza, uno su tutti l'incendio doloso. O per puro divertimento vandalico, o per arrecare volontariamente danno ai proprietari, alcuni individui si dilettano nell'utilizzo di tale pratica (i casi più eclatanti, ultimamente, sono stati un veterinario e un vivaio della zona).
Nonostante tutto, parlare di "emergenza sicurezza" è però forse prematuro, anche perché altre zone di Roma sono sicuramente più a rischio; ma noi, qui nella periferia sud, non vogliamo certo rimanere indietro a nessuno, e passo dopo passo ci stiamo avviando sulla buona strada per divenire una realtà territoriale a rischio. Molto a rischio, visto e considerato che la nostra posizione geografica è di raccordo tra zone diverse di Roma.
Le soluzioni? Sicuramente quella meglio praticabile sarebbe mettere le forze dell'ordine in condizione di poter operare a pieno, ma tutti sappiamo che la situazione è quella che è. E se da un lato non possiamo aspettarci che il comune di Roma, il cui sindaco fino a ieri minacciava default finanziario, possa mettere in campo ingenti risorse per implementare e migliorare il servizio della Polizia Municipale, dall'altro, sul piano nazionale, la situazione non cambia di molto: fino a poche settimana fa lo spauracchio di una spending review sulle forze dell'ordine faceva infatti sudare freddo a molti (la cosa è poi stata smentita dal governo stesso, sia chiaro), ed è quindi poco probabile che il tema sicurezza possa venire affrontato con l'aumento dei fondi.
La palla, proverbialmente, passa quindi alla cittadinanza. Come organizzarsi? C'è chi, forse in maniera un pò demagogica, ha pensato bene di armare la Polizia Municipale, credendolo un deterrente: risultati un pò magri, anche perché per spaventare i ladri di polli o un automobilista nervoso sarebbe bastato un taser, che costa meno ed è meno pericoloso. In alternativa s'è pensato alle famose "ronde", ovvero dei cittadini che si improvvisano guardiani della notte e che, vestiti da "milizia", pattugliano le strade, vegliando sulla città. In soldoni, dare un certo potere ad armate Brancaleone fatte di pensionati, curiosi, annoiati, casalinghe arrabbiate o vendicatori improvvisati sarebbe equivalente al disastro.
Di certo non ci si improvvisa poliziotti, e sicuramente da un punto di vista legale la questione sarebbe stata a dir poco spinosa (per fermare un ladro ed usargli forza avevano già problemi legali i militari di leva quindici anni fa, figurarsi degli associati privati), dunque la questione, quasi sicuramente, produrrebbe il classico "tanto rumore per nulla".
Ma, della buona o della cattiva riuscita di questa idea – a dire il vero un pò stagionata, ma sempre pronta a tornare alla carica -, chiediamoci: è poi così giusto far di necessità virtù ed arrangiarsi? Perché il cittadino, che paga le tasse per vivere in comunità, si dovrebbe improvvisare tutore della legge, facendosi carico di responsabilità improprie, rischiando per sé e per gli altri e andando a supplicare ad una deficienza non sua?