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“Siete insetti”, la scritta nelle stazioni a Roma e Milano ma è una campagna Netflix

Siamo invasi da messaggi pubblicitari come Siete Insetti, al punto che stiamo diventando impermeabili ai loro stimoli, non li vediamo più

Tabellone Stazione Termini, Siete insetti

La scritta, a caratteri cubitali, è comparsa nelle stazioni ferroviarie di Roma e Milano sui tabelloni della pubblicità. Ma è solo il lancio di una campagna promozionale di Netflix per porre attenzione ad una serie tv di fantascienza disponibile dal 21 marzo scorso, con un metodo pubblicitario chiamato “teaser” ovvero ”stuzzichino”.

Sul tabellone luminoso delle stazioni principali d’Italia è apparsa questa frase “Siete insetti”, senza nessuna spiegazione. Una frase a caratteri enormi, come se un’entità ignota si rivolgesse ai passanti nel corridoio delle due principali stazioni ferroviarie d’Italia a Roma e a Milano. L’episodio è rimbalzato immediatamente sui social, accompagnato dalle preoccupazioni di diversi utenti che si sono chiesti se si trattasse di un attacco hacker o di qualche pericolo reale. Ma qualcuno più smaliziato aveva già scritto su X: “Una nuova trovata di marketing? L’avete notata?”.

Netflix sta lanciando una nuova serie di fantascienza. Mi spiace rovinarvi la suspence

Si tratta infatti di una campagna voluta da Netflix per lanciare la serie Il problema dei 3 corpi, una serie tv disponibile dal 21 marzo. Lo confermano dalla piattaforma streaming e anche da Grandi Stazioni Retail. La serie di David Benioff, D.B. Weiss (Game of Thrones) e Alexander Woo (True Blood) è tratta dall’omonima trilogia di fantascienza dell’autore cinese Liu Cixin. La vicenda è ambientata nella Cina della Rivoluzione culturale e racconta del tentativo di contattare intelligenze aliene inviando nello spazio dei segnali che vengono però captati dal pianeta sbagliato, Trisolaris.

Dominato da forze gravitazionali caotiche e imprevedibili, Trisolaris è destinato all’autodistruzione e i suoi abitanti sono quindi alla ricerca di un nuovo pianeta da invadere e occupare. La Terra sembra l’opzione migliore. La serie è interpretata da Jovan Adepo, John Bradley, Rosalind Chao, Liam Cunningham, Eiza González, Jess Hong, Marlo Kelly, Alex Sharp, Sea Shimooka, Zine Tseng, Saamer Usmani, Benedict Wong e Jonathan Pryce. Tutti nomi che non vi dicono niente immagino, come a me, ma dovrebbero essere importanti attori molto richiesti in questo genere di spettacoli.

Come funzionano queste campagne basate sul messaggio sospeso

Questo tipo di campagne in genere sono molto efficaci perché si basano su un teaser (dall’inglese to tease, stuzzicare), perché intendono stuzzicare la curiosità della gente per andare a capire di che si tratta.

Siamo invasi da messaggi pubblicitari di ogni tipo, al punto che stiamo diventando impermeabili ai loro stimoli, non li vediamo nemmeno più. Oppure li vediamo solo inconsciamente, nel senso che li immagazziniamo senza pensarci e magari si fisseranno in qualche area della nostra mente, per poi risultarci familiari al momento opportuno. Ma questo, che può accadere per una scatoletta di tonno, non saprei quanto possa funzionare per una serie tv, a meno che uno non sia un seguace di questo genere di programmazione. Col teaser si lancia solo un messaggio senza completarlo.

Tutto resta sospeso fino al prossimo messaggio, che si aggancia al primo, del genere: “Potreste finire schiacciati”. Me lo sto inventando, non so se sarà questo. Questo tipo di campagna è composta da più fasi, per incuriosire sempre più il pubblico, fino al giorno dell’uscita del prodotto. Sono chiamate teaser anche le frasi stuzzicanti sulle buste di posta (o la mail) fatte per incuriosire chi le riceve e fargliele aprire. Per esempio se vi arriva un messaggio con la frase “Hai vinto. Sei stato prescelto”, tu vai ad aprire e il troian (virus) entra nel tuo computer. Era un tranello.

Tutto è costruito in maniera che ciascuno di noi si domandi: Cosa succederà?

Questa forma di advertising spinge il pubblico a seguire gli annunci, come in una telenovela, fino al termine della vicenda. Cosa accadrà? Un bel niente accadrà. O meglio accadrà che ti hanno informato della uscita di un prodotto e hanno catturato la tua attenzione, trasformandoti in un potenziale veicolo di diffusione del messaggio. Perché la cosa la riferirai ai parenti, agli amici, al partner, in quanto ti ha sorpreso e ogni sorpresa deve essere condivisa.

Il metodo che usa il pubblicitario, come ci spiega Stefano Calabrese – Il sistema dell’advertising, Carocci editore, ha vari nomi a seconda della caratterizzazione. Si chiama la climax (al femminile) il metodo che punta a creare una tensione emotiva che generi interesse e la necessità di sapere come andrà a finire la storia, anche se in realtà non ti cambia la vita. Si chiama anche spannung.

Negli spot si realizza con una maggiore intensità del ritmo delle immagini appena prima di svelare la fine, con una musica incalzante. L’intensità arriva al punto estremo per poi tornare alla normalità, con lo svelamento finale, si riproduce uno stato di equilibrio e di serenità e proprio questo stadio normale produce una sensazione di piacere e di ricordo. Utile a vendere la scatoletta di tonno o a voler vedere la serie tv. L’effetto climax è anche quello che si ottiene con l’intensità crescente delle parole, tipo: “Altissima. Purissima. Levissima”.

C’è poi il cliffhanger che ti tiene agganciato per andare alla prossima puntata

Altri sistemi sono la suspence, la tensione narrativa che provoca la necessità di non cambiare programma e seguire l’azione finché non se ne viene a capo. È quello stato di speranza e terrore che viviamo quando la vittima si muove in un ambiente nel quale c’è un assassino, o ci potrebbe essere, e a noi viene da dire. “Attento! Vattene, non stare lì!” Finché o era solo un gatto o l’assassino colpisce all’improvviso facendoci fare un salto sul divano!

C’è poi il cliffhanger (dall’inglese cliff, scogliera e hanger, gancio). Il cliffhanger è un espediente narrativo impiegato soprattutto nella letteratura e nel cinema – tipico delle forme seriali come le saghe a episodi e le serie tv –, per invogliare a seguire la puntata seguente. Si colloca alla fine dell’episodio, per creare suspense inserendo nella vicenda un elemento di novità che determina un’improvvisa svolta nella narrazione. Che succederà? Lo saprete alla prossima puntata.