Simone Spetia, Radio 24: “La comunicazione cambierà ma non credo alla stampa contro”
Simone Spetia conduce su Radio 24 ogni mattina la trasmissione radiofonica 24 Mattino. Ecco l’intervista di Marco Antonellis
Simone Spetia conduce su Radio 24 ogni mattina la trasmissione radiofonica 24 Mattino. Informazione, analisi e approfondimento con la lettura dei quotidiani, le analisi, le interviste ai principali protagonisti della politica, dell’attualità, dell’economia. Ecco l’intervista di Marco Antonellis.
Molti dicono che con l’arrivo Draghi al Governo cambierà l’informazione, se non altro perché ci sarà meno opposizione, a parte FDI. E la televisione, soprattutto la Rai è molto sensibile agli equilibri politici.
No, non continuerà tutto come prima. La mia impressione è che inevitabilmente tutti quanti, dopo aver vissuto una specie di ubriacatura politica, quella che Berlusconi chiamava il teatrino della politica e che poi ha portato al cambio di governo, cambieremo passo. Dopo aver passato mesi a raccontare le tensioni interne alla maggioranza giallorossa e dopo aver passato mesi a raccontare il post maggioranza gialloverde, dovremo inevitabilmente tornare a occuparci un po’ di più dei dossier.
Se vogliamo, la misura di questo cambio è la prima conferenza stampa del Governo Draghi. Una conferenza stampa nella quale non si è presentato il presidente del Consiglio e nella quale si sono presentati due ministri e la portavoce di Palazzo Chigi e in cui sostanzialmente sono state date semplicemente delle informazioni. Dovremo ragionare più sui dossier, più sulle policies e meno sui politics.
Meno chiacchiericcio e più concretezza, un po’ quello che volevano gli italiani dal nuovo Governo. E i primi sondaggi sembrano premiare Mario Draghi.
Ogni Governo appena entra in carica gode di un periodo di grazia dovuto anche all’effetto novità. E in questo caso soprattutto al fatto che Mario Draghi ha una reputazione straordinaria in tutto il mondo. Nelle prossime settimane molto dipenderà da come sarà messa in atto la strategia del piano vaccinazione e come e quando emergeremo dalla pandemia. Tutto il resto, che pure dovrebbe essere il core business di questo Governo e cioè la parte economica, la parte di rilancio del Paese, il Recovery plan, conterà certamente. Ma sarà un aspetto secondario, almeno nelle prossime settimane, nella valutazione di questo Governo.
Sempre a proposito della linea comunicativa di questo Governo. Secondo te i grandi giornali avranno un riposizionamento? Sono stati molto schierati, chi a favore e chi contro Giuseppe Conte. Stavolta come andrà? Ci sarà un mainstream oppure si formeranno gruppi editoriali antagonisti?
Penso molto semplicemente, come abbiamo visto accadere nei Governi precedenti, che ci sarà anche in questo caso un periodo di grazia. Anche perché Mario Draghi è la personalità che conosciamo. Poi ci sarà un secondo momento nel quale inizieranno le critiche, che poi cresceranno e che si muoveranno anche a seconda dei risultati. A differenza di quello che molti pensano io ritengo che la stampa italiana abbia un grado di libertà sufficientemente alto da consentirgli di muovere critiche e di fare apprezzamenti in maniera equilibrata. Dall’altra parte gli schieramenti editoriali li conosciamo, Il Fatto Quotidiano era fortemente schierato a favore del Governo di Giuseppe Conte. E adesso è fortemente critico nei confronti del Governo Draghi.
Si riposizioneranno su base ideologica anche altri giornali storici come Il Manifesto che leggo tutti i giorni in rassegna stampa. Il Manifesto non è stato particolarmente duro nei confronti del Governo Draghi, nonostante per esempio Draghi abbia preso come consigliere un uomo come Francesco Giavazzi, che per il mondo del Manifesto dovrebbe essere come il fumo negli occhi. Eppure, per il momento, critiche particolarmente violente dal Manifesto non sono arrivate.
Sono convinto che tutto dipenderà da come andranno le cose nelle prossime settimane e le fortune di questo Governo dipenderanno anche dai risultati del trio Gabrielli-Curcio-Figliuolo.