Sindaco di Roma, Stefano Fassina si candida e Marino lo appoggia
Nell’incontro con Fassina, Marino si sarebbe “sfogato” raccontando le sue verità, compresa la delusione per Matteo Orfini, il ciclo dei rifiuti e le Olimpiadi
Un lungo colloquio con Ignazio Marino, poi il viaggio sulla Roma-Lido (una delle criticità della Capitale) per arrivare fino al Teatro Manfredi di Ostia, dove ha lanciato (primo tra tutti) la sua sfida: "Propongo una mia candidatura per costruire un progetto di svolta a Roma di ricostruzione morale, di legalità, economica, sociale e politica della città". La giornata di Stefano Fassina, ex viceministro dell'Economia, deputato fuoriuscito dal Pd e tra i fondatori di Sinistra Italiana, è stata di quelle che non si dimenticano facilmente. Di certo, almeno nel prossimo futuro, gli saranno utili le quasi due ore trascorse con il sindaco uscente col quale, secondo quanto apprende l'agenzia DIRE, ha avuto un lungo confronto sul recente passato e sull'imminente futuro. Marino si sarebbe "sfogato" raccontando le sue verità, compresa la delusione per la fiducia mal riposta nel commissario del Pd, Matteo Orfini, passando per alcune questioni più controverse come il ciclo dei rifiuti e le Olimpiadi, con il no che avrebbe consegnato al presidente del Coni, Giovanni Malagò, sulla concessione dei terreni di Caltagirone a Tor Vergata dove realizzare il Villaggio Olimpico. Un Marino deciso ma che, stando a quello che risulta all'agenzia Dire, non sarebbe apparso poi così determinato a lanciare di nuovo la sfida al Campidoglio. Tanto che non si può escludere che faccia convergere i suoi consensi proprio su Fassina.
E quindi Stefano Fassina, deputato fuoriuscito dal Pd e tra i fondatori di Sinistra Italiana, si candida a sindaco di Roma. "Oggi propongo una mia candidatura ad avviare un percorso per costruire un progetto di svolta nella città di ricostruzione morale, di legalità, economica, sociale, politica", ha detto in occasione di un appuntamento al Teatro Manfredi di Ostia. Una candidatura di sinistra ma che strizza l'occhio anche al Pd, o per meglio dire alla base del partito: "La proposta che noi facciamo è aperta a tutti coloro che vogliono contribuire alla ricostruzione della legalità di Roma. Spero che aldilà delle posizioni che prendono i vertici, sempre più chiusi nei palazzi, gli uomini e le donne del Pd, che conosco personalmente, valutino la possibilità di stare dentro un percorso che non è contro Renzi o il Pd ma è per la ricostruzione di Roma. Guardo a loro come interlocutori fondamentali per un percorso che avviamo. Dobbiamo andare oltre la stretta appartenenza partitica. Noi abbiamo un progetto di parte, cioè dalla parte del lavoro, dell'eguaglianza, della solidarietà, dello sviluppo sostenibile e dei beni comuni".