Sindaco, non si muore solo di droga ma anche di tagli al sociale
In scena la protesta degli operatori di Villa Maraini a Casal Bernocchi contro i mancati pagamenti della ASL
Della difficile condizione in cui sono costretti a lavorare gli operatori di Villa Maraini ne abbiamo già parlato, ricordando la triste sorte toccata a P., uno dei tanti ragazzi che ce l’aveva quasi fatta, ma per cui, poi, una dose di eroina è stata fatale.
A Villa Maraini, nonostante tutto, gli operatori si fanno in 4 pur di aiutare P., e tutti i ragazzi come P. Nonostante tutto, ovvero nonostante i tagli, nonostante la ASL non rimborsi più il metadone. Nonostante tutto, il servizio di Villa Maraini – l’unico attivo h24, ogni giorno dell’anno – resta in piedi.
Ma prima o poi le difficoltà arrivano. E allora ecco andare in scena la protesta, a Casal Bernocchi, davanti alla sede della ASL, dei circa 80 operatori di Villa Maraini – tutti professionisti, tra medici, psicologi e infermieri. Gli operatori contestano, oltre “i mancati pagamenti della ASL RMD”, anche il regolamento regionale in base al quale la ASL deve autorizzare ogni somministrazione di metadone. La Fondazione è autorizzata alla somministrazione di metadone dal 1997.
La Fondazione accoglie circa 300 pazienti al giorno. Ma offre anche ospitalità temporanea, e mette in campo unità di strada organizzate per la rianimazione da overdose. C’è poi il Centro Alternativo alla Detenzione, nato nel 2001, che svolge un programma rivolto a soggetti con disturbo da dipendenza patologica in misura di custodia cautelare. Il Centro di Formazione, attivo dal 1989, costituisce invece un osservatorio di informazione e formazione sulle tossicodipendenze, l’alcolismo e tutte le tematiche del disagio giovanile. Il Centro di Prima Accoglienza nasce nel 1976: scopo, quello di fornire una risposta immediata alle persone tossicodipendenti che vi si rivolgono, ponendosi come primo punto di contatto e di incontro. Strettamente legata all’Ambulatorio, è l’Unità di Emergenza, avviata con un progetto sperimentale, dalla Croce Rossa e Villa Maraini, il 1 Agosto 1994 sulla base dell’esperienza maturata dalle unità mobili itineranti d’appoggio al camper dell’Unità di Strada. Si tratta di uno strumento che Villa Maraini utilizza per contribuire alla risoluzione di casi di overdose e di astinenza oltre che di liti familiari nel circuito dell’emergenza cittadina, fino a diventare un punto di riferimento riconosciuto e collaborativi con Forze dell’Ordine, Ospedali, 118 e Guardia Medica. Dal primo Febbraio 1995, l’Unità di Emergenza Droga esperienza unica nel settore delle tossicodipendenze sul territorio nazionale, è operativa tutti i giorni. E anora: il Progetto Carcere, che nasce nel 1979, e che da allora gestisce una serie di attività e di interventi finalizzati all’accoglienza, orientamento e consulenza prevalentemente a favore di soggetti tossicodipendenti con problemi giuridici.
Villa Maraini, però, pensa anche ai familiari dei tossicodipendenti, e ha scelto di offrire loro la possibilità di inserirsi in un percorso di sostegno e di crescita con la partecipazione a gruppi terapeutici di aiuto. L’Unità di prevenzione, invece, si occupa delle generazioni più piccole, per le quali, nel corso degli anni, sono stati messi in campo progetti promossi dalla Provincia di Roma, dall’Assessorato ai Servizi Sociali, dall’Agenzia Capitolina per le Tossicodipendenze – i cui servizi sono stati ridotti da 21 a 7 – e da vari Municipi di Roma, ai quali la Fondazione ha partecipato. Lo scopo dell’Unità è di fare prevenzione, diffondendo soprattutto fra giovani, genitori, insegnanti ed educatori, una maggiore consapevolezza sui rischi connessi all’uso di quelle sostanze illegali e legali (alcol e nicotina), che minano la salute, in particolare del cervello: le droghe. Ma un’attenzione è rivolta anche alla prevenzione dei rapporti sessuali non protetti ed altri comportamenti che possono condurre alla dipendenza, come ad esempio il gioco d’azzardo o l’uso smodato del computer e di internet.
Come osserva Globalist, però, l’ultima delibera della Regione Lazio è scaduta nel dicembre del 2011 e non è stata ancora rinnovata. “Da allora – riferisce il quotidiano online – la struttura ha continuato a somministrare quotidianamente tra 250 e 300 dosi di metadone a proprie spese, anticipando anche i costi del farmaco, senza ricevere rimborsi. La Regione Lazio ha ignorato alcuni disposizioni di legge contenute nella normativa nazionale antidroga di cui al testo unico 309 del 1990 recentemente reiterata, pregiudicando così ogni azione di aiuto e tutela dei tossicodipendenti”.
Caro sindaco Marino, quando parla di droghe, si ricordi che parliamo di questo. Di operatori che svolgono sul campo il loro servizio, che quotidianamente tendono una mano ai tossicodipendenti. Che insegnano, nonostante tutto, a cambiare. A riappropriarsi della propria vita. Ma davvero. Non con dei banali lavaggi del sangue, che non tutti hanno la possibilità di sottoporvisi periodicamente, perché non tutti sono grandi star del rock. E si ricordi che i Rolling Stones il talento lo hanno innato: nessuna droga mai è servita loro per diventare icone e miti della musica. Nessuna droga mai consentirà a qualcuno di diventare miti e leggende. La droga uccide, e basta. La droga distrugge. La droga annienta. Se lo ricordi, la prossima volta. E ai suoi figli dica che non vanno mai assunte le droghe. Non dia uno schiaffo a tutti questi tossicodipendenti, e ai loro genitori. E anche a quei genitori che i figli, per colpa della droga, non li hanno più. Ma non si muore solo di droga, si muore anche di tagli al sociale. E, lei che è medico, può forse sapere quant'è più bella una vita recuperata, e tratta in salvo. Molto più di uno spettacolo di due ore. Nella sua città, ancora si muore di droga. Se lo ricordi, caro sindaco.