Siria, l’appello: “Italia riallacci rapporti con Damasco”
Il Fronte Europeo di Solidarietà per la Siria ha manifestato in piazza Montecitorio
Il Fronte europeo di solidarietà per la Siria è sceso in piazza a Montecitorio. L’Italia riallacci i rapporti con Damaco, è questo l’appello lanciato in occasione della manifestazione che si è svolta a partire dalle ore 10.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare la classe politica a riallacciare i rapporti diplomatici con il governo di Damasco, dove si sta combattendo da più di 4 anni una vera guerra contro il fondamentalismo islamico: la miopia della politica nazionale non comprende come gli eventi bellici siriani comportino conseguenze di dimensioni catastrofiche per tutti i Paesi europei.
L’annosa questione ‘immigrazione’, di stringente attualità, ne è solo l’aspetto più latente: “Ormai è sotto gli occhi di tutti che in Siria la presenza di una internazionale jihadista impegnata in una guerra anti-governativa sta terrorizzando l’intera regione. In migliaia fuggono spingendosi verso le nostre coste, la tensione ora non è più palpabile, se la Siria cade noi saremo esposti ad una situazione drammatica di difficile gestione sia umana che politica”, dichiara Matteo Caponetti, tra gli organizzatori della manifestazione. “Oltre ai problemi di natura migratoria e sociale in Siria è in atto una sistematica cancellazione di ogni traccia di millenni di storia, i signori del terrore stanno distruggendo il patrimonio storico e culturale che racconta di come questo paese sia un mosaico di etnie e confessioni religiose ben garantite e salvaguardate dall’attuale legittimo governo siriano di Bashar al-Assad. Ormai è stato smascherato il fallimento delle cosidette primavere arabe che hanno scoperchiato un vaso di Pandora in cui trovano spazio fondamentalisti e fomentatori di odio tribale e religioso”, continua.
Di rilevanza, e non casuale, la scelta del luogo in cui si svolge la manifestazione, ritenuta necessaria al fine di innestare un cambio di rotta nella politica estera italiana, per inviare un messaggio chiaro alla classe politica affinché si torni a ricoprire quel ruolo di arbitro e potenza di pace del mediterraneo, spettante al nostro Paese per motivazioni di natura storica e geografica.