Solstizio d’estate, ecco come nel mondo festeggiano l’arrivo della nuova stagione
In questa data, per via dell’inclinazione della Terra rispetto al Sole, si ha il maggior numero di ore di luce, ma solo nell’emisfero boreale: non è sempre fissa, ed è legata alla storia, al folklore e alla religione
Il solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno e, di conseguenza, quello con la notte più corta. Perlomeno nell’emisfero boreale – il nostro -, mentre in quello australe le stagioni sono invertite: tant’è che vi occorre l’altro solstizio, quello d’inverno.
Astronomicamente, scrive La Gazzetta dello Sport, il solstizio d’estate dipende dall’inclinazione dell’asse della Terra. Più precisamente, è il momento in cui il Polo Nord forma un angolo di 23°26’ con il piano dell’orbita terrestre intorno al Sole. Il quale in questa occasione raggiunge lo zenit, il punto più alto nel cielo, sopra al Tropico del Cancro.
Tale condizione, aggiunge Il Giornale, si verifica ogni volta con circa sei ore di ritardo rispetto all’anno precedente. Una differenza che spiega come mai questa data non sia fissa, anche se tradizionalmente, come ricorda Meteo.it, viene associata al 21 giugno. Sempre, invece, è correlata al picco di ore di luce, da cui il legame profondissimo con la storia stessa dell’uomo, col folklore e anche con la religione.
Il solstizio d’estate attraverso i secoli
Si pensi ad esempio a Stonehenge, il sito archeologico inglese di origine neolitica, che è orientato proprio verso la nostra stella. La quale, come riferisce Il Quotidiano Nazionale, al solstizio d’estate sorge esattamente dietro il famoso megalite denominato Heel Stone.
In generale, comunque, sono tutte le civiltà nordiche ad aver attribuito a questa data, già secoli orsono, una particolare valenza simbolica. Tant’e che ancora oggi l’Europa settentrionale commemora, in un intervallo variabile tra il 21 e il 25 giugno, il midsummer, caratterizzato da danze, canti e falò. E così chiamato perché, anticamente, si poneva l’inizio dell’estate al 1° maggio.
Più di recente, il 21 giugno è divenuto il giorno della “Festa della musica”, nata a Parigi nel 1982 e ormai celebrata oltre 120 Nazioni. Curiosamente, il nome francese originario era “Faites de la Musique”, con il verbo faites (=fate) che si pronuncia come fête (festa): da cui, per assonanza, l’attuale denominazione.
La ricorrenza, infine, è importante anche per i cristiani, che onorano la nascita di San Giovanni Battista il 24 giugno, data del solstizio d’estate nel calendario romano. E che anticipa di sei mesi la Vigilia del Santo Natale, come da indicazione cronologica del Vangelo di San Luca (Lc 1, 26-38). Confermata, peraltro, da studi contemporanei sulla successione dei turni di servizio delle classi sacerdotali presso il Tempio di Gerusalemme.
A quanto pare, insomma, fin dall’inizio il Precursore di Nostro Signore Gesù Cristo aveva il compito di “rendere testimonianza alla luce” (Gv 1, 6-8). Buon debutto di bella stagione a tutti i nostri lettori!