Speranza contro il Covid, l’anteprima su Dpcm di Natale e piano vaccini
Limiti a feste, cenoni e spostamenti tra Regioni, orario prolungato per i negozi (ma non per bar e ristoranti). E a inizio dicembre il programma di distribuzione dell’antidoto
Segni di Speranza contro il Covid echeggiano nell’etere. Parliamo naturalmente di Roberto, il Ministro nomen omen della Salute, che ha rilasciato una serie di dichiarazioni. Nelle quali ha toccato vari temi, dal piano vaccini al Meccanismo Europeo di Stabilità, concedendo anche delle importanti anticipazioni sul nuovo Dpcm di Natale.
Segni di Speranza contro il Covid
«Da qualche settimana vediamo un segnale che va nella direzione giusta, l’Rt si sta abbassando: due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è 1,2 e sta scendendo. Questo significa che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti». Così parlò il titolare della Sanità, aggiungendo che, «se vogliamo sperare di trasformare tutta l’Italia in zona gialla, dobbiamo continuare a rispettare le misure anti-Covid».
Quelle attuali scadranno il 3 dicembre, ma il Governo rosso-giallo è già al lavoro sul nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Che dovrebbe arrivare a giorni, per poi entrare in vigore a partire dal prossimo 4 dicembre.
Rispetto alle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, l’esponente di LeU ha fornito delle conferme e qualche smentita. A cominciare dalla vexata quaestio degli impianti sciistici, destinati a restare chiusi. Occorre infatti «evitare le tantissime aggregazioni che possono svilupparsi e i tanti trasferimenti di persone che vanno in vacanza nelle località sciistiche. Dobbiamo stare molto attenti e ricordare quanto è successo la scorsa estate».
La parola d’ordine è dunque cautela, e proprio per questo durante le festività «saranno autorizzati soltanto gli spostamenti strettamente necessari». Non ci si potrà dunque muovere tra Regioni, anche se è ammessa la possibilità di rientrare nel proprio luogo di residenza o domicilio.
Verosimilmente, l’esecutivo autorizzerà comunque i ricongiungimenti familiari – anche se solo tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi. D’altronde, la raccomandazione (qualunque significato giuridico abbia il termine) è quella di limitare il cenone della Vigilia e il pranzo natalizio «agli affetti più stretti». Perfino per le famiglie numerose, il suggerimento è che alla stessa tavola siedano al massimo 6-8 persone.
Le altre disposizioni di dicembre
In vista del Santo Natale, poi, il bi-Premier Giuseppe Conte vorrebbe «consentire l’apertura» dei negozi «fino a orari che ci permettano di evitare gli assembramenti». Si pensa al limite delle 21 o delle 22, e allo studio è anche la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana e nei festivi. Parrebbero escluse, invece, le aperture serali per bar, ristoranti e locali pubblici.
Questa rimodulazione temporale si ripercuoterebbe immediatamente sugli arresti domiciliari, che slitterebbero almeno di un’ora, dalle 22 alle 23. «Il coprifuoco dopo le 22 c’è anche per la Messa» ha affermato il titolare del Dicastero di Lungotevere Ripa. Che poi, forse rendendosi conto di ciò che aveva detto, ha parzialmente corretto il tiro, specificando che «sarà fatta una nuova valutazione relativa al Natale». Si sta infatti valutando una deroga per la Vigilia e il 31 dicembre, quando potrebbe essere consentito rincasare per l’una di notte. Ipotesi che, per quanto giunta troppo tardi per evitare che i social si scatenassero, resta comunque dignum et iustum.
Permangono comunque alcuni rebus, il più importante dei quali riguarda la scuola. Anche per via delle pressioni di Italia Viva, col Ministro della Famiglia Elena Bonetti, e del M5S, col Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
«Faremo il possibile per riaprire in dicembre» ha assicurato il Ministro libero e uguale. «Dobbiamo vedere il quadro epidemiologico, valutandolo giorno per giorno. Le scuole sono e restano una priorità assoluta per il Governo. Valutazioni in questo senso sono previste nei prossimi giorni».
Il D-Day per il sospirato rientro in presenza, secondo i rumours, potrebbe essere il 9 dicembre. Augurandosi, ça va sans dire, che il coronavirus non metta i bastoni fra le rotelle.
Speranza contro il Covid, il piano vaccini
«Abbiamo presentato al Parlamento, sia alla Camera che al Senato, un piano che potrà essere finanziato con tutte le leve di cui disponiamo» ha annunciato Speranza. Ovvero, «con il Bilancio dello Stato, il Recovery fund e il Mes, che per me è uno strumento a cui bisogna guardare con assoluta serenità».
Probabilmente il Ministro voleva tenere fede al suo cognome, visto che il Fondo salva-Stati continua a essere terreno di scontro all’interno della maggioranza. Con Pd, Iv e LeU favorevoli all’uso dello strumento pandemico, laddove i grillini sono da sempre decisamente contrari.
Sembrerebbe esserci invece accordo sul provvedimento a cui accennava Speranza, il programma per la distribuzione degli antidoti contro il Covid-19. «Io sarò in Parlamento il 2 dicembre per presentare il piano strategico dei vaccini che stiamo costruendo» ha continuato il Ministro nomen omen. Precisando che l’acquisto dei sieri «sarà centralizzato e gestito dallo Stato», non dagli enti locali come solitamente accade. All’inizio le aziende produttrici forniranno alcuni milioni di dosi, che saranno riservate alle categorie a rischio, come anziani, operatori sanitari e forze dell’ordine.
Il titolare della Salute ha anche ribadito la propria fiducia nelle agenzie preposte alla valutazione dei medicinali, l’Ema a livello europeo e l’Aifa per l’Italia. «Quando avranno completato il percorso, il vaccino reso disponibile sarà un vaccino sicuro, e noi dovremo lavorare per costruire una campagna di vaccinazione molto larga nel nostro Paese».
Se gli umori sono quelli di cui parlavamo qualche giorno fa, facciamo un grosso in bocca al lupo al Ministro. Che in ogni caso ha mostrato l’autoreferenziale ottimismo. «Dobbiamo resistere ancora per alcuni mesi, ma il Covid verrà sconfitto grazie alla ricerca scientifica».
La parola d’ordine è prudenza
Certo, «guai a scambiare i primi segnali che vanno nella direzione giusta per uno scampato pericolo», è stato il monito. Vero, ma lo stesso esponente di Liberi e Uguali ha parlato di una curva dei contagi che sta flettendo.
Prudenza, quindi, e magari lungimiranza, una volta tanto. Ma i segni di Speranza contro il Covid ci sono, e anche vividi. Scusate se è poco.