Spese militari e Anpi: sinistra a pezzi
Eppure è proprio sull’Anpi e sulle spese militari, che la sinistra ha deciso di iniziare a distinguersi dall’atlantismo del Nazareno
A far scricchiolare la “pace” imposta dal segretario Letta all’indomani della guerra in Ucraina, è intervenuta nei giorni scorsi sulle pagine di Repubblica di Bologna la presidente dell’assemblea nazionale dem Valentina Cuppi.
La sindaca di Marzabotto ha dato voce ai tanti malumori repressi che allignano soprattutto nell’area sinistra del partito, dalle parti del vice segretario Provenzano. Letta, un mese fa, spiazzò tutti con una posizione fieramente atlantista, concordata con il solo ministro della difesa Lorenzo Guerini. Una posizione talmente netta che bloccò sul nascere i tanti distinguo che sarebbero esplosi naturalmente nella galassia del Pd. La dimostrazione plastica del non allineamento della sinistra interna ai dem si manifestò già durante la manifestazione convocata da Landini in piazza San Giovanni, un corteo in piena guerra che fece parlare per l’assenza di bandiere ucraine.
Un “neutralismo” che risulta evidente anche nella linea adottata dall’Anpi
Persino nella convocazione delle celebrazioni del 25 aprile, frutto delle convinzioni del suo presidente Gianfranco Pagliarulo, e che riscuote in periferia molta simpatia nei circoli del Pd.
“La cosa buffa è che Pagliarulo non c’entra nulla con noi, era un collaboratore di Cossutta, da sempre con Rifondazione Comunista”, fa notare un deputato di Base Riformista, “la sua posizione confusa riflette quell’area politica, lontanissima da noi. Fanno malissimo i segretari di circolo Pd a condividerne la strategia”.
Eppure è proprio sull’Anpi e sulle spese militari, che la sinistra ha deciso di iniziare a distinguersi dall’atlantismo del Nazareno. Un appello contro l’aumento delle spese militari, non a caso molto ben visto dal Fatto Quotidiano, vede le firme di Rosy Bindi e degli ultimi tre presidenti della Regione Toscana, Vannino Chiti, Claudio Martini ed Enrico Rossi.
Per ora lo scricchiolio interno al corpaccione del Pd non ha ancora raggiunto il livello di allerta massima, ma inizia a dare qualche preoccupazione al segretario Letta, che dovrà tenerne conto, come si è visto dal niet alla base militare proposta propria dalla difesa, a Pisa.
“L’aspetto originale di questa vicenda – conclude il deputato di Base riformista – è che chi era più lontano da Letta come lo stesso Guerini, Andrea Marcucci ed il suo gruppetto di senatori, oggi sono molto più vicini e i vari Orlando, Provenzano e Cuppi si sono parecchio allontanati”.