Spreco alimentare, cattiva abitudine che non possiamo più permetterci
Tutti possiamo contribuire a ridurre lo spreco alimentare domestico, acquistando solo ciò che serve realmente. Ecco gli accorgimenti utili all’obiettivo
Vale lo 0,88% del Pil lo spreco alimentare in Italia per una stima sui 15 miliardi, se si considera lo spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi del totale, a fronte dello spreco alimentare domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani sottoposti a campione, che rappresenta quindi i quattro quinti dello spreco complessivo di cibo in Italia per un valore di oltre 11,8 miliardi.
Lo rivelano i dati diffusi oggi, in occasione della 6^ Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, ideata e istituita dal ministero dell'Ambiente in collaborazione con la campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal, dal progetto '60 Sei ZERO'.
"Questi sono numeri importanti che dovrebbero farci riflettere sulle modalità e sulle nostre abitudini di acquisto", dice il ministro dell' Ambiente Sergio Costa, "sprecare risorse ambientali, idriche ed economiche sia nella produzione che nell'acquisto dei beni alimentari che poi non si riesce a consumare è una cattiva abitudine che non possiamo più permetterci.
Anche se negli ultimi anni la sensibilità su questo tema è aumentata portando ad una riduzione del fenomeno, credo sia necessario continuare a investire in progetti di educazione alimentare per promuovere le buone pratiche e migliorare la sensibilità di noi cittadini/consumatori".
"La percezione degli italiani- spiega Andrea Segrè, fondatore e presidente di Last Minute Market- della necessità di una grande svolta culturale nella gestione del cibo a livello domestico è ancora scarsa. I paradossi del cibo sono evidenti: 821 milioni di individui sulla terra soffrono la fame e 1 persona ogni 3 è malnutrita. Ma intanto una persona su 8 soffre di obesità.
Tutti possiamo dare il nostro contributo all'obiettivo #famezero #sprecozero– osserva Segrè- acquistando solo ciò che serve realmente, compilando liste precise, scegliendo alimenti locali e di stagione, consultando etichette e scadenze, utilizzando al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti senza stiparli alla rinfusa".
Nel Rapporto 'Waste Watcher 2019' dell'Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market sull'economia circolare, la sostenibilità e gli sprechi, che monitora la percezione dei cittadini in merito agli sprechi alimentari, si legge che 4 italiani su 5 non riescono a mettere a fuoco il tema centrale dello spreco alimentare che è quello domestico: infatti, il 20% degli intervistati dichiara che si spreca soprattutto nel commercio (47%) e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali, dagli uffici alle caserme (secondo il 27%).
L'Osservatorio dà conto anche dei provvedimenti utili a contrastare la questione dello spreco alimentare: più di 7 italiani su 10 ritengono che la via da percorrere sia quella dell'educazione alimentare (72%), il 26% propone packaging di nuova generazione e 1 italiano su 5 (20%) provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco del cibo. (Com/Ran/Dire)