Stadio Roma, l’ex M5S Grancio: “Non mi meraviglio, ho subito mobbing”
“La violenza psicologica che mi è stata fatta, anche da Paolo Ferrara, mi insospettiva”
Durante la trasmissione “Un Giorno Speciale”, su Radio Radio, è stata intervistata Cristina Grancio, in Consiglio Capitolino nel Movimento 5 Stelle fino a metà aprile, quando è stata espulsa.
La mattina del 13 giugno è esploso il caso su il nuovo stadio della As Roma a Tor di Valle. Nove persone arrestate: sei in carcere e tre ai domiciliari. A essere arrestati l’imprenditore Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova che sta realizzando il progetto dello Stadio, e cinque suoi collaboratori. Agli arresti domiciliari ci sono il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi (Forza Italia), l'ex assessore regionale alle Politiche del Territorio Pier Michele Civita (Pd), e Luca Lanzalone, l'attuale presidente Acea. Un vero e proprio scandalo. Alla lista degli indagati si aggiunge anche il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara.
Circa un anno fa Cristina Grancio aveva sollevato alcuni dubbi di tipo urbanistico sul nuovo stadio. Le sue parole durante l'intervista:
“Un anno fa avviene l’espulsione da parte del Movimento per la mia posizione sullo stadio della Roma. Dopodiché c’è stata una reintegrazione di diritto ma non di fatto, visto che ho iniziato a subire una sorta di mobbing. Fino a che, un mese fa, è avvenuta l’espulsione dal gruppo consigliare. Una situazione veramente pesante. Soprattutto perché sulla questione dello stadio della Roma ho cercato di far aprire gli occhi, anche al sindaco e poi al gruppo consigliare. Ma non hanno voluto minimamente prendere in considerazione quello che dicevo”.
“Io chiedevo– continua Cristina Grancio – una posizione e un approfondimento su alcune tematiche giuridiche, di urbanistica e sulla questione delle società che stavano chiedendo l’uso della legge sugli stadi. E un approfondimento anche sulla questione proprietaria dei terreni. Il mio obiettivo era il seguente: sì allo stadio, ma nella piena legalità. Quindi prima di tutto volevo fugare qualsiasi dubbio, anche perché su quei terreni c’è un ritiro a giudizio per bancarotta fraudolenta per gli ex proprietari. Era un diritto e un dovere dell’amministrazione, su un’operazione così grande e che investiva tante opere infrastrutturali a supporto di un’opera privata, avere una posizione chiara su tutti gli aspetti”.
“Io ero nella Commissione Urbanistica, quindi ho portato avanti con forza questa richiesta. Qualche altra consigliera si è avvicinata alla mia posizione, però in modo così approfondito, l’ho portata avanti io – spiega Grancio- Venivo dal tavolo di urbanistica comunale, quello che è nato per supportare gli aspetti giuridici sull’urbanistica, quando i consiglieri erano all’opposizione. Questo tavolo è stato poi cassato. Sullo stadio a Tor Di Valle, abbiamo percorso tutta la storia, dal punto di vista tecnico e giuridico. Ed essendo un architetto, avevo anche un occhio di riguardo in più. Però non sono stata ascoltata. Sono andati dritti come treni fino alla mia espulsione, tutto per tacitare le mie posizioni”.
Su il capogruppo Movimento 5 Stelle, Paolo Ferrara, indagato: “Non mi meraviglio. Perché la violenza psicologica che mi è stata fatta mi insospettiva. C’è stato un vero accanimento su di me. Anche da parte di Ferrara”.
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