Stato di emergenza, Draghi vuole la proroga (mentre parla di normalità)
Indiscrezioni da Palazzo Chigi danno per certa la procrastinazione dei poteri speciali fino a dicembre, ma il centrodestra è contrario: “Il peggio è passato, basta violare la democrazia”
Stato di emergenza sì, stato di emergenza no, e l’Italia torna a essere la terra dei cachi. O meglio, la terra dei Draghi, volendo fare un velato riferimento al Premier Mario. Il quale, contrariamente alle indiscrezioni dei giorni scorsi, non avrebbe alcuna intenzione di eliminare i poteri speciali, che anzi penserebbe di prorogare. Una prospettiva che ha subito riportato sulle barricate il centrodestra – incluso quello “di Governo”.
Verso l’ennesima proroga dello stato di emergenza?
La data indicata col circoletto rosso è quella del 31 luglio, giorno in cui terminerà lo stato di necessità. O meglio, dovrebbe terminare, visto che «l’emergenza sanitaria a luglio non sarà finita», e «non sarà conclusa neppure la fase più intensa della campagna vaccinale. In più, ci sarà da affrontare la situazione che seguirà alle vacanze estive e garantire una ripartenza ordinata e sicura a settembre-ottobre».
Così anonime «fonti autorevoli» vicine all’ex numero uno della Bce, che danno per «certa», anzi «certissima» la conferma dei pieni poteri all’inquilino di Palazzo Chigi. La nuova scadenza dovrebbe essere fissata al 31 dicembre 2021, ma l’ipotesi dovrà prima passare al vaglio del Consiglio dei Ministri. Dove già si preannuncia burrasca.
Il leader del Carroccio Matteo Salvini, per esempio, giudicando che «il peggio è passato», sulla questione è stato tranchant. «Non ritengo che ci siano presupposti per trascinare per altri mesi uno stato d’emergenza che ad oggi, fortunatamente, non c’è». E che del resto, come aveva puntualizzato a suo tempo il giurista Sabino Cassese, può essere dichiarato solo in constatazione di una situazione di fatto».
Sulla stessa lunghezza d’onda, dall’opposizione, Giorgia Meloni, leader di FdI. Secondo cui «non è più accettabile che le più elementari norme della democrazia e i principi dello Stato di diritto» vengano «calpestati o violati dal Governo».
I dubbi del Premier Draghi
D’altronde, perfino un rigorista come Roberto Speranza, Ministro nomen omen della Salute, aveva aperto al superamento dell’eccezionalità, «per dare un segnale positivo al Paese». D’altra parte, però, l’ex Presidente della Banca Centrale Europea sembra temere molto l’eventualità di un nuovo aumento dei contagi, soprattutto a causa delle varianti Covid. Un quadro che richiederebbe una volta di più degli interventi tempestivi, favoriti da quei poteri straordinari attualmente nella disponibilità del Presidente del Consiglio.
Va da sé che i dubbi siano legittimi e le possibili soluzioni doverose. Quello che stona è che, mentre da un lato SuperMario prolunga lo stato di emergenza, dall’altro si dice stia fremendo per dare all’Italia «segnali di normalità».
La prudenza, naturalmente, non è mai troppa. Ma non sarebbe male se fosse accompagnata anche da un minimo di chiarezza.