Stato di emergenza fino al 31 marzo, ecco perché sarebbe illegittimo
I contagi tornano a salire, soprattutto a causa del Green pass, e il Governo considera l’ipotesi: ma le norme non consentono proroghe oltre i due anni (cioè oltre il 31 gennaio)
Negli ultimi giorni si sta facendo strada l’ipotesi di prolungare ulteriormente lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022. Un’ipotesi legata all’andamento della curva dei contagi, che da qualche tempo è tornata a salire. Oltre al quadro epidemiologico, però, bisogna tener conto anche di quello normativo: in base al quale, però, un atto simile sarebbe illegittimo.
L’ipotesi di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo
«Se sarà necessario prorogare lo stato d’emergenza» oltre l’attuale scadenza, prevista per il 31 dicembre prossimo, «lo faremo senza timore». Ritornello un po’ demodé di Roberto Speranza, Ministro nomen omen della Salute, che ormai sulla pandemia da SARS-CoV-2 assomiglia sempre più a un disco rotto.
D’altra parte è innegabile, come ha certificato la Fondazione GIMBE, che i nuovi casi di Covid-19 siano in aumento. Così come crescono i ricoveri ordinari e, nel periodo più recente, anche le terapie intensive, sia pure di poche unità. Per questo anche Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Sanità, si è detto convinto che «tre mesi di proroga siano ragionevoli». Aggiungendo di star parlando «da medico, non da politico». Excusatio non petita che però lo salva in corner.
Perché tralasciamo pure il fatto che l’incremento delle infezioni è dovuto principalmente al Green pass obbligatorio e alla conseguente impennata del numero dei tamponi. Tralasciamo che non c’è una vera emergenza, visto che, come ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della stessa Fondazione GIMBE, «l’impatto sugli ospedali è modesto». E tralasciamo altresì il continuo ed esasperante rialzo dell’asticella rappresentata dall’obiettivo della campagna vaccinale, che all’inizio era il 70% e ora è arrivata al 90%.
Resta però un piccolo e insignificante dettaglio, che ha ben evidenziato il filosofo Massimo Cacciari. «Faccio presente che lo stato di emergenza entro due anni deve cessare, e ora voglio proprio vedere come possono rinnovarlo. Perché allora sì che diventa stato di eccezione», ovvero sospensione dello Stato di diritto.
Dallo stato di emergenza allo stato di eccezione?
Basta leggere l’articolo 24, comma 3 del Codice della Protezione Civile, che disciplina la materia in questione. «La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». Ovvero, nel caso specifico, non oltre il 31 gennaio 2022, 24 mesi dopo il primissimo provvedimento adottato dell’allora Governo Conte-bis.
Se l’attuale Premier Mario Draghi volesse ancora rinnovarlo, potrebbe farlo solo attraverso una norma primaria, che presupporrebbe un passaggio in Parlamento. Dove si riproporrebbe giocoforza la divisione tra aperturisti (come Matteo Salvini, segretario della Lega) e chiusuristi (come Luigi Di Maio, Ministro grillino degli Esteri).
Oppure dovrebbe attuare una forzatura, come quella di dichiarare che la minaccia del coronavirus è mutata rispetto al 2020, per esempio con le varianti. In questo modo l’esecutivo potrebbe azzerare il conteggio e ripartire con la macchina della crisi sanitaria. A pieno regime.