Stato di emergenza “preventivo”: controsenso giuridico per evitare disordini sociali
Stato di emergenza: la proroga dello stato di emergenza non ha al momento una base giuridica e si tratta di una mossa politica del governo
Venerdì 10 luglio è stato proclamata la proroga dello Stato di emergenza nazionale, prolungata dal 31 luglio fino al 31 dicembre 2020. Si vocifera ora di una proroga solo fino al 31 ottobre 2020.
Stato di emergenza, decisione politica
Si tratta di una decisione eminentemente politica, basata però su un errore giuridico di fondo: lo stato di emergenza per sua natura può essere proclamato se non quando lo stato di emergenza stesso è in atto. Non si può proclamare o prolungare per epidemie previste o catastrofi eventuali, in questo caso pr una seconda ondata di contagi da Covid-19 che non sappiamo se avverà o meno.
Dunque quella di Conte è una scelta politica che mira a tenere il controllo dell’ordine pubblico. A tal proposito la ministra Lamorgese è stata chiarissima, quando ha parlato di pericoli sociali. Il Governo punta a mantenersi saldo al potere e ad evitare problemi sociali in autunno. Più che in vista di una recrudescenza del Covid-19, credo voglia mantenere i poteri conferiti dallo stato di emergenza per poter gestire l’ordine pubblico, nel malaugurato caso vi siano moti violenti o proteste. La Lamorgese è un suo ministro quindi certamente conosce e interpreta le preoccupazioni del premier.
Nuovo Dpcm in arrivo
Credo che invece che nonostante gli allarmismi di diverse testate, giornalisti e politici, non ci sia invece in ballo l’idea di far slittare le elezioni regionali: Conte sa che è una mossa che gli si ritorcerebbe contro. Domani 14 luglio verrà approvato e comunicato un nuovo Dpcm che restringe le regole a causa della recente crescita dei contagi. Il vero allarme è un altro: se dopo l’estate ci sarà una nuova ondata con terapie intensive quasi al collasso e lockdown in diverse regioni, collasserà il nostro paese. Quindi è assolutamente fondamentale continuare con i presidi igienici, la distanza sociale e le mascherine. Ma questo va evitato con mascherine e distanziamento, non con stati di emergenza “preventivi” che il diritto italiano non ammette.