Roma, statue coperte: come al solito alla fine la colpa è dei custodi
“Questi non sanno mai nulla, come ai tempi dei funerali dei Casamonica. Quella volta pagò il pilota, ora troveranno un “custode espiatorio”
Sono trascorsi 5 giorni dalla visita a Roma del presidente dell’Iran Hassan Rouhani, che ha incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi ai musei Capitolini, dove le antiche sculture nude – che il leader medio orientale, insieme alla sua folta delegazione iraniana, avrebbe potuto notare lungo il passaggio nelle sale di Palazzo dei Conservatori – sono state rimosse o coperte con pannelli di legno, la “Venere esquilina”, un capolavoro ellenistico in marmo pario del I secolo a.C., ha subìto questo trattamento. Una scelta che ha suscitato reazioni di sdegno e incredulità in Italia e all’estero, definita dallo stesso Ministro della Cultura, Dario Franceschini, “incomprensibile”. Palazzo Chigi sollecitato dal polverone mediatico creatosi e dalle reazioni politiche avverse, ha avviato un’indagine interna, annunciata dal Segretario Generale Paolo Aquilanti, per individuare le responsabilità del caso. La Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma si è dichiarata estranea ad ogni decisione presa, di pertinenza, secondo l’Organo Capitolino, dell’Ufficio del cerimoniale di Palazzo Chigi, diretto da Ilva Sapora, 66enne che provvede all’organizzazione dei cerimoniali per la presidenza del Consiglio.
Tutte le indiscrezioni convenivano verso la Sapora, signora tutta d’un pezzo, alle soglie della pensione; sarebbe lei l’artefice della decisione poco felice di disporre la copertura di alcune statue dei musei Capitolini; lei quindi, avrebbe dovuto pagare per l’eccessiva cortesia mostrata nei confronti di Hassan Rouhani, che pare non sapesse nulla della copertura delle nudità capitoline. Renzi e Franceschini si sono subito tirati fuori dalle paludi della vicenda, affermando di non essere stati al corrente dell’idea di oscurare le statue. Fare a scaricabarile è un gioco classico dei politici e dirigenti italiani. A distanza di 6 giorni quasi, tutto tace, nessuna risposta è arrivata da Palazzo Chigi e dalle indagini interne, nessun responsabile è stato individuato, ma le statue non si sono coperte certo da sé, eppure nessun nome salta fuori. Tutto lascia pensare che i giorni passeranno e diminuirà il rumore attorno al caso.
Profetica è stata la dichiarazione di Alessandro Di Battista, esponente del Movimento 5 Stelle, all’indomani del fatto: “Questi non sanno mai nulla, come ai tempi dei funerali dei Casamonica. Quella volta pagò il pilota, ora troveranno un “custode espiatorio”. Precisamente. Ieri, 5 custodi dei musei Capitolini si sono visti recapitare altrettante lettere di contestazione disciplinare dalla società Municipalizzata che li gestisce, notificando in esse la violazione di determinati articoli del codice etico societario, in particolare quelli riguardanti la riservatezza e i rapporti con i mass media, articoli che sarebbero stati inosservati durante un’intervista sottratta ai dipendenti del museo da un’intervistatrice camuffata da semplice visitatrice, con tanto di videocamera nascosta. Ne è risultato un video andato in onda in un noto programma sull’emittente televisiva nazionale La 7. Dalla registrazione si comprende che i pareri dei custodi su quanto accaduto confermano l’incomprensibilità espressa dal Ministro Franceschini. Alla fine della fiera, comunque, l’anello più debole della catena, quello che non ha alcun potere, neanche di spostare una piuma all’interno del museo, il custode è l’unico che abbia pagato, in qualche modo, in questa grottesca vicenda.