Storia della Destra italiana: sbagliare è umano perseverare è diabolico
Non sarebbe stato opportuno che il Centrodestra unito appoggiasse il Governo Draghi, per una politica economica e sociale di destra?
Sbagliare è umano perseverare è diabolico. Questa è la storia della Destra italiana che continua a commettere gli stessi errori senza comprendere che la politica si esercita con l’Europa e non contro l’Europa. In un recente passato il Signore di Arcore sdoganò il Movimento Sociale Italiano portando nel suo governo gli esponenti di spicco della Fiamma tricolore. Dopo un periodo di assestamento si costituì il Partito delle Libertà, al quale aderirono Forza Italia ed Alleanza Nazionale che si era formata dall’MSI.
Genesi della Destra italiana dopo il Msi
Nel 2010 Gianfranco Fini puntando il dito contro Berlusconi esclamò “Che mi cacci?”. Fu l’inizio della fine del Partito delle Libertà e per il governo che poi sarà costretto a passare la mano a Mario Monti. Fini portò con sé trentatre deputati e dieci senatori e fondò Futuro e Libertà. All’Auditorium della Conciliazione a Roma si consumò definitivamente lo strappo tra Berlusconi e il leader di AN, che aveva gli ex missini al Governo. Incantato dalle sirene quirinalizie, Fini preferì contrastare Berlusconi ma non riuscì a metterlo in minoranza. La fretta è una pessima consigliera e quel gesto segnò la fine di Gianfranco Fini.
Se avesse aspettato un po’ avrebbe tranquillamente preso il posto del Signore di Arcore. Accaddero altre vicende che costrinsero Berlusconi a lasciare la guida del Governo. Poi lo scandalo della casa di Montecarlo, il Governo Monti e la fine ingloriosa dell’ex missino. Oggi si verifica una presa di posizione da parte di Fratelli d’Italia, in contrasto al governo Draghi e con una marcata differenza sulle posizioni assunte da Forza Italia e Lega. Prime iniziative pubbliche contro il governo nascente. Da Milano inizia la mobilitazione per spiegare i motivi del no a Draghi. In una situazione di estrema emergenza sia sanitaria che economica e sociale questi distinguo sono deleteri.
Giorgia Meloni e la scelta dell’opposizione
Per puri calcoli politici ed elettorali sta lavorando “Io sono Giorgia, sono donna e sono mamma”. Sostiene di lavorare per il bene del Paese mentre già sta pensando di impossessarsi delle Commissioni di garanzia che sono appannaggio delle opposizioni. Fortunatamente ci pensa Forza Italia che tenta di dimostrare che la guida delle commissioni di garanzia sono appannaggio delle opposizioni all’inizio della legislatura. Eppure continua a sostenere pubblicamente di non lavorare per ottenere poltrone. Alla faccia della coerenza. Non sarebbe stato opportuno che tutto il Centrodestra unito appoggiasse il Governo Draghi, per determinare una politica economica e sociale di cultura di destra?
Invece ha preferito stare all’opposizione e dare la centralità della azione politica al Partito Democratico. La destra estrema non riesce a cambiare e diventare una destra moderata ed europeista. Se dovessero trovare convergenze politiche e organiche Forza Italia, Lega e Italia Viva creerebbero un contenitore moderato che potrebbe ottenere un 35-37 % di consensi elettorali. La Giorgia che rappresenta la Destra Populista e Lepenista che fine farà? Emarginata per sempre all’opposizione. Se il nascente governo sarà capace di battere la pandemia e rilanciare l’economia, Giorgia resterà con il cerino in mano che prenderà fuoco insieme alla fiammella del simbolo.
Cesare Giubbi