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Storia di Ilde: bambina venduta dalla madre a 11 anni e messa incinta

Una storia incredibile: Ilde aveva solo undici anni quando è stata venduta dalla propria madre a un uomo che l’ha torturata per anni

Francesco Vergovich ha intervistato durante la trasmissione “Un giorno speciale” di Radio Radio, Ilde Terracciano, autrice di un libro autobiografico dal titolo “Scappa a piedi nudi”. Ilde scrive di un tema purtroppo ancora molto presente nella nostra attualità: la violenza sulle donne e sui bambini. La storia parte, infatti, quando lei era ancora una bambina. Aveva undici anni.

L’intervista:

Ho scritto questo libro “Scappa a piedi nudi” perché io sono stata una bambina, che a undici anni è stata venduta da sua madre. Una madre che si può definire anche “scellerata”. Sono stata venduta per 50 mila lire. Mio padre morì quando io avevo 10 anni. Ero molto legata a mio papà. Lo adoravo. Tuttora, dopo un’intera vita, ricordo ancora il suo sorriso. Per mia mamma io ero un ostacolo. Mi diceva in continuaizione che il primo bastardo mi avrebbe tolto dai piedi. E così è stato.

Di che zona dell’Italia stiamo parlando?

Io sono nata a Napoli, nella Vesuviano. Quando avevo undici anni mia madre si era innamorata di una persona. Mi ha fatto fidanzare ufficialmente a undici anni. Dopo sei giorni mi ha data in mano a questo mostro, dal quale sono stata torturata come un agnello sacrificato. Mi bruciava il corpo,  mi sputava nel magiare, mi torturava, mi picchiava, mi minacciava tutti i giorni. Sia lui che lei. Minacciava tutta la famiglia quando era ubriaco e aveva delle pistole.

Sei stata venduta come figlia dunque

Sono stata venduta perché lui diceva che non aveva soldi. Così ha detto: “mi devo portare via la bambina ma mi servono dei soldi”. Mia madre gli ha dato ciò che aveva, 50 mila lire. Mi ha spezzato tutti i sogni. Ero una bambina molto felice e allegra. Ma quando mi sono trovata in questa situazione, ho riportato segni che comunque sono rimasti per tutta la mia vita.

Stiamo parlando di cose che evidentemente non sono accadute tanti anni fa, ma recentemente. Cosa hai fatto poi?

Io sono stata sverginata da quell’uomo nel suo letto. Quindi non solo le loro torture: mi spegnevano le sigarette addosso per esempio. Poi lei ha voluto che io lo sposassi a tredici anni. E ancora mi chiedo come abbia potuto la Chiesa, il vescovo, il prete sposare una bambina di tredici anni. Ma anche come abbiano fatto i giudici a dare il consenso. Io ancora mi faccio delle domande. Mia madre poteva pure essere un po’ scellerata, ma la legge? Il prete? Il vescovo? Come hanno potuto dare il loro consenso a un pregiudicato che aveva anche delle case di prostitute? Mi hanno presa come un agnello e sacrificata. Una vera vergogna. Chissà quante bambine vegnono usate e strumentalizzate? Poi, fortunatamente io non mi sono drogata. Sarei potuta morire. Sono stata ricoverata molte volte. Poi mia mamma mi ha chiusa dentro un manicomio, pensando che io potessi denunciarla.

La storia è chiaramente tragica. Va avanti in questo modo per quanto tempo?

Questa storia va avanti finché mia madre non ha deciso di farmi mettere incinta da lui. Era diventata gelosa, perché mio “marito” aveva portato a casa una prostituta che aveva un figlio. Dunque mi ha portata in consultorio. Mi ricordo che quando da bambina vedevo lui, facevo la pipì addosso. Per tutta la vita non sono riuscita a fare pace con il mio corpo. Questi sono traumi. Cerchi affetto, cerchi amore, qualcuno che ti possa capire e non è molto facile.

Quando mia mamma voleva che io andassi a trovare lui che era finito in carcere per estorsione, io mi sono ribellata. E così ha chiamato il 112, il 113 e l’ambulanza. E così mi ha fatto rinchiudere in un manicomio, dicendo che ero una bambina fuori di testa, drogata. Io la droga nemmeno sapevo cosa fosse.

Quando è cominciata la risalita? Quando hai provato a scappare via?

Io sono scappata per una vita.  Io ho intitolato il mio libro “Scappa a piedi nudi” e mi sono decisa a parlare. Anche se scrivendo, ho riaperto tante ferite. Sono stata anche ricoverata. Volevo dare tanti messaggi alle donne, ai bambini. Volevo dirgli di lasciare questi uomini violenti. Mote persone dietro le mura delle proprie case soffrono di violenza. Sono succubi. Ecco io voglio mandare un messaggio: anadate via prima che veniate uccise. Io sarei potuta diventare una drogata. Non lo sono diventata perché ho sempre seguito l’esempio di mio padre.

Come sei riuscita però a emanciparti? A venire via da questa situazione che ti avrebbe potuto portare alla morte o alla follia?

Non è stato facile, perché io ho vagabondato per tanti anni e mi sono trovata spesso in situazioni non molto gadevoli. Cercavo affetto, cercavo amore e alla fine non è stato così facile. Ma è stata la voglia di reagire. Anche se non mi sentivo mamma, perché per me i bambini erano come bambolotti…

Quanti figli hai avuto?

Con la violenza sono diventata madre a tredici anni. Ho un figlio di 46 anni compiuti. E poi dopo cinque mesi, sono stata di nuovo incinta. Nella vita cercavo di aggrapparmi a qualcuno. Perché quando ero in manicomio, dal quale sono scappata, ho avuto molte visite psichiatriche. Poi sono scappata e sono finita in una stazione e là dentro un ragazzo si è avvcinato. Voleva portarmi a casa di mia madre ma io ero terrorizzata.

Hai quindi avuto incontri positivi? Qualcuno che ti ha dato una mano?

Dopo quello che mi è successo, di incontri positivi non ne ho avuti. Perché comunque sono stata molto usata e strumentalizzata. Cercavo l’affetto di una mamma, di qualcuno che mi porotegesse. E mi sono trovata in situazioni non molto belle quando ero piccola. Dalle quali poi ho avuto la forza di uscire. Perché non era la mia vita. Avrei voluto ammazzare mia mamma. E lui. Quest’uomo ricattava tutti, anche mia sorella. Qui ho una lettera dal carcere di Poggio Reale in cui lui minaccia mia sorella: se ti prendi cura di tua sorella, noi ti ammazziamo.

Qual è la cosa che ti ha aiutata? Cosa ti ha cambiata?

L’amore per i miei figli. Io ho ottenuto l’annullamento del matrimonio con quel mostro alla Sacra Rude. A San Giovanni ho scoperto che hanno bruciato anche i documenti. Ma il Papa mi ha scritto una lettera.

Oggi Ilde è una donna propositiva, ci auguriamo più serena. Ilde è riuscita a denunciare, a trattenere la rabbia.  L’uomo ora è morto. Nessun procedimento gli è stato mai applicato.

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