“Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà”
Domani, in anteprima nazionale, verrà presentato a Roma l’ultimo libro del reporter perugino Fabio Polese
Immaginate di svoltare un angolo di strada, di lasciarvi alle spalle le attrazioni turistiche di una città “normale”. Siete a Belfast. Sotto alle braci dell’architettura vittoriana ed eduardiana, ai centri d’arte contemporanea, alle boutique alla moda e ai caffè, qualcosa arde ancora. C’è qualcosa di segreto e ipnotico, caldo e misterioso, che attira a sé i viaggiatori. Fabio Polese, autore del volume “Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà” (Eclettica edizioni 2016), conosce bene quel richiamo. “E’ il richiamo della libertà, dopo decenni di conflitto, che si respira ancora”, spiega l’autore che, nel suo ultimo libro, attraverso parole ed immagini rivive storie ed emozioni accumulate in quasi due decenni.
“La mia prima volta a Belfast” – racconta l’autore – “è stata nei primi anni del duemila. Ero affascinato – e lo sono tutt’ora – dalle storie umane che ci arrivavano dai protagonisti del conflitto nord-irlandese. Sono cresciuto con il mito di Bobby Sands, che per la causa dei repubblicani ha combattuto fino a lasciarsi morire, dopo sessantasei giorni di sciopero della fame, nei blocchi H della prigione britannica di Long Kesh. Volevo vedere quei posti con i miei occhi e conoscere da vicino le loro storie”.
Sfogliare “Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà” è come svoltare l’angolo che conduce ad una dimensione parallela. Penetrare nel colore abbagliante della vernice sui muri delle case basse. Perdersi tra le sopracciglia e le bocche, percorrendo linee espressive distese e placide, quelle dei giovani volti protagonisti dei murales identiatari. “Il murales più conosciuto” – ricorda l’autore – “è sicuramente quello in memoria di Bobby Sands. Si trova a Falls Road – la roccaforte repubblicana di Belfast – nella storica sede dello Sinn Fèin. Ma quello che secondo me è più rappresentativo per quanto riguarda gli Hunger Strike, si trova nell’autorimessa della West Belfast Taxi Association, a Castle Street, nel centro della città. Questo murales, che sono riuscito a vedere solo quest’anno, quando sono andato per intervistare Eddie Fay, un ex militante dell’IRA, ricorda anche i volontari che si sono lasciati morire negli scioperi della fame precedenti a quello più conosciuto del 1981”.
Il sogno repubblicano di un’Irlanda libera ed unita non è solo un pezzo di muro, o di storia. Se è vero che, come racconta Polese, “molti ex volontari dell’IRA hanno deposto le armi e ora fanno politica con lo Sinn Fèin, diventato il secondo partito dell’Irlanda del Nord, esistono anche diversi gruppi armati, ma in questo periodo le loro azioni sono molto limitate, perché non hanno il supporto della popolazione. Quel supporto che negli anni ’70, ‘80 e ‘90 ha fatto dell’IRA un gruppo paramilitare organizzatissimo e molto temuto dal governo di Londra”.
A testimonianza della vitalità di una lotta che il tempo ha cambiato ma non certo sbiadito, nel libro, l’autore documenta i giorni infuocati di luglio, quando le marce orangiste provocano la rabbia dei nazionalisti repubblicani. “Gli scontri, le molotov e gli idranti della polizia. La rabbia, ma anche la speranza che gli irlandesi hanno in un futuro migliore. Ho provato a farlo non solo con le immagini, ma anche con diverse testimonianze. Sia di chi ha vissuto gli anni più duri del conflitto, sia dei più giovani che purtroppo oggi vivono una situazione difficile a causa di numerosi problemi sociali. Il conflitto degli anni passati ha lasciato dei segni indelebili”.
“Strade di Belfast. Tra muri che parlano e sogni di libertà” è solido e al tempo stesso fantastico. Poggia su muri di colore, eretti e celebrati per sfidare quelli più grigi e odiosi di gomma. Quelli innalzati per escludere i puri a vantaggio dei forti. Siete a Belfast. Città in cui anche i muri possono parlare. E lottare. Fronteggiandosi con il fitto reticolato della pace, del silenzio, dell’omertà. “Si tratta di una pacificazione di facciata voluta quasi esclusivamente dai politici. Ed anche se la situazione si è tranquillizzata è giusto raccontare quello che ancora oggi accade in questa terra martoriata. Perché a Belfast e in tutta l’Irlanda del Nord, il passato è difficile da dimenticare”, conclude Polese.
***Tra muri che parlano e sogni di libertà, saggio di Fabio Polese per Eclettica editrice – https://www.facebook.com/Eclettica-Edizioni-576313935823277/?fref=ts – è in vendita nelle librerie online (pp. 180, euro 25). Sabato 16 gennaio si terrà la presentazione del volume in anterpima nazionale, con autore e Alessandro Amorose (editore) presso la libreria Cultora, via Ughelli 39, Roma.