Studio completo: come rafforzare naturalmente il nostro sistema immunitario
Mai come in questo periodo è importante mantenere attivi ed efficienti tutti i nostri sistemi di difesa
Mai come in questo periodo è importante mantenere attivi ed efficienti tutti i nostri sistemi di difesa. Il sistema immunitario è una complessa rete integrata di cellule, mediatori chimici e organi che lavora in maniera sinergica per difenderci, assieme al microbiota intestinale, dall’attacco di virus, batteri ed altri patogeni. Per funzionare al meglio il nostro organismo deve essere in una condizione di adeguata salute psico-fisica: un alterato stato nutrizionale (come condizioni di malnutrizione per difetto o obesità), la carenza di specifiche vitamine e/o micronutrienti, condizioni di stress cronico, possono alterare la capacità del nostro organismo di mettere correttamente in atto i meccanismi di difesa di cui dispone.
E’ necessario, soprattutto in questo difficile periodo storico, che la nostra alimentazione sia il più possibile corretta ed equilibrata e il fabbisogno di vitamine e minerali sia pienamente soddisfatto. Avere un sistema immunitario regolato ma efficace significa avere meno rischi di malattia in generale, ed in particolare in corso di questa pandemia. In quest’ottica, vitamine e minerali, così come altre sostanze naturali (resveratrolo, astragalo, alcuni funghi, lisozima, lattoferrina, etc.) sono necessarie proprio a favorire le reazioni chimiche fra le cellule e un’adeguata regolazione del sistema immunitario. In particolare, tra queste, vitamina A, C, D e B12 sono indispensabili per potenziare le nostre difese.
Vitamina A
Il termine include un gruppo di vitamine liposolubili: il retinolo, i retinoidi (oltre 1500 diversi tipi) e i carotenoidi (precursori della vitamina A, tra cui il più noto beta-carotene). La vitamina A è presente – in forma di retinolo e retinoidi – negli alimenti di origine animale come fegato, carne, uova, latte e i suoi derivati grassi (come burro e formaggio). I carotenoidi, invece, sono i precursori della vitamina A, convertiti a livello intestinale e nel fegato, nella forma attiva: il retinolo. Si trovano prevalentemente negli alimenti di origine vegetale, in particolare frutta e verdura di colore giallo, arancione, rosso (albicocche, carote, mango, melone, zucca, patata dolce, anguria, frutti di bosco, pomodori) e verde (spinaci, avocado, prezzemolo).
La vitamina A è di fondamentale importanza per la vista, lo sviluppo del feto nell’utero e per altre funzioni fra cui quella di sostegno al sistema immunitario e antitumorale. Aumenta le capacità di risposta linfocitaria contro i patogeni, preserva le integrità delle mucose, in particolare quelle delle vie respiratorie, e migliora l’attività dei macrofagi, globuli bianchi in grado di fagocitare gli agenti patogeni. La vitamina A è inoltre fondamentale per l’attivazione della “Clearance muco ciliare” a livello dell’epitelio aerodigestivo che è dotato di microscopiche ciglia vibratili, immerse in un liquido ricco di molecole germicide, che inglobano virus e batteri veicolandoli nell’apparato digerente, dove sono distrutti dai succhi gastrici. In recenti studi è stato dimostrato che la vitamina A è in grado di influenzare anche la nostra flora batterica e a sua, volta, questa è in grado di regolarne l’attivazione (e il relativo assorbimento) a livello intestinale.
E’ importante che vi sia un’assunzione adeguata di questa vitamina con il cibo in quanto una sua carenza aumenta la suscettibilità alle infezioni e ritarda il recupero in caso di malattia.
Vitamina C
E’ una vitamina necessaria per l’uomo in quanto, durante l’evoluzione, abbiamo perso la capacità di sintetizzarla. E’ un potente antiossidante ed esplica numerosi effetti immunostimolanti: sono numerosi gli studi che hanno chiaramente dimostrato un suo effetto antibatterico e antivirale (favorendone l’eliminazione da parte del nostro sistema immunitario e bloccandone la replicazione) e come un’assunzione giornaliera di elevate dosi (dai 3 ai 6 gr/die) possa coadiuvare nel ridurre i sintomi influenzali e la durata. Nonostante sia importante assumerla attraverso gli alimenti (agrumi, frutti di bosco, fragole, kiwi, peperoni rossi, broccoli, spinaci, radicchio, cavoli, etc.), purtroppo non riusciamo a raggiungere tali dosi con la sola dieta per cui potrebbe essere opportuno integrarla mediante supplementi specifici, soprattutto in caso di infezioni. L’ideale è assumere un integratore di vitamina C “naturale” ovvero derivato da estratto standardizzato in acido L-ascorbico da piante come la Rosa Canina o l’Acerola in quanto nell’estratto ritroviamo anche altre sostanze, come i bioflavonoidi, che modulano positivamente l’attività biologica e la biodisponibilità della vitamina. In caso di influenza alcuni studi hanno dimostrato che l’assunzione di 1.000 mg di vitamina C, a lento rilascio, ogni 5-6 ore, ha ridotto la sintomatologia. Assumerne almeno 3 g al giorno, divise in più somministrazioni, sembra apportare importanti benefici soprattutto nelle fasi iniziali di un’infezione virale respiratoria e sistemica.
Vitamina D
Sempre più spesso chiamata in causa, questa vitamina è in realtà un vero e proprio ormone. Esplica effetti pleiotropici in tutto l’organismo e in particolare influenza positivamente in nostro sistema immunitario: se da un lato intensifica l’azione battericida e antivirale, dall’altro ne modula la risposta infiammatoria, evitando che si generino risposte eccessive e prolungate con relativo danni a tessuti e organi, inducendo un aumento e l’attivazione dei linfociti T reg, cellule deputate alla regolazione del nostro sistema immunitario.
Da numerosi studi la supplementazione di vitamina D sembra avere un ruolo preventivo nell’influenza e in diverse infezioni virali che coinvolgono le vie respiratorie. Basti pensare che un recente studio clinico ha osservato che la somministrazione di sole 1.200 UI di vitamina D3 in bambini in età scolare può ridurre di oltre il 40% il rischio di ammalarsi di influenza A.
Un altro studio recente ha dimostrato come, sia in modelli animali che in vitro su cellule polmonari umane, l’assunzione di vitamina D possa avere un effetto preventivo contro lo sviluppo di polmonite interstiziale.
E più nello specifico, in relazione all’attuale pandemia da COVID-19, la vitamina D esplica effetti protettivi a livello polmonare (e sistemico) attraverso diversi meccanismi:
-Riduce l’espressione di renina, un enzima che in corso di infezione da coronavirus, alimenterebbe la cascata infiammatoria. Al contrario, aumenta l’espressione cellulare dell’enzima ACE2 che esplica un effetto protettivo (riducendo l’infiammazione e le lesioni a livello polmonare).
-Incrementa le difese delle vie respiratorie inducendo un aumentata produzione di sostanze antivirali (come le catelicidine e le defensine), che inibiscono l’attacco virale alle cellule.
Secondo la Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) circa l’80% degli italiani rischia di essere carente di vitamina D. Questo a causa della sua carenza negli alimenti che consumiamo: ne troviamo piccole quantità in uova, formaggi grassi, burro, tuorlo d’uovo e pesci grassi oppure in quantità maggiori nell’olio di fegato di merluzzo (alimento poco utilizzato nel nostro paese). La fonte principale di vitamina D è endogena, viene sintetizzata a livello cutaneo in seguito all’esposizione solare (soprattutto ai raggi UVB). Non sempre questo è sufficiente sia per la ridotta esposizione al sole sia per l’utilizzo di creme solari che, anche se necessarie, ne riduco drasticamente la produzione endogena.
La carenza di vitamina D si associa a una compromessa risposta immunitaria contro i virus e batteri e l’effetto protettivo è dose-dipendente: i suoi livelli sierici non dovrebbero mai essere inferiori a 30 ng/mL per cui sarebbe auspicabile un’assunzione giornaliera di 1000-2000 UI soprattutto nei mesi invernali.
Vitamina B12
Anche nota come cobalamina ed è presente soprattutto nei prodotti animali: carne (il fegato ne è la fonte più ricca), pesce, tuorlo d’uovo e formaggi. Spesso è carente in soggetti anziani, nei vegani, in soggetti con patologie da malassorbimento. E’ fondamentale per il metabolismo degli aminoacidi, degli acidi nucleici (sintesi di DNA e RNA), delle cellule nervose e ha un ruolo primario nella produzione di globuli rossi. E’ inoltre necessaria per il corretto funzionamento del midollo osseo, dei linfociti e delle cellule Natural Killer. La vitamina B12 può, infine, influenzare l’attività di diversi gruppi microbici del nostro intestino, contribuendo ad evitare alterazioni del nostro microbiota, condizione essenziale per mantenere un sistema immunitario efficiente.
Resveratrolo e Polidatina
In un recente studio su Nature questa sostanza (un fenolo, non flavonoide, prodotta da varie piante come vite, more e cacao a scopo protettivo nei confronti di agenti patogeni come batteri o funghi), sembra in grado, in vitro e su animali, di bloccare la replicazione virale del MERS (Coronavirus Mediorientale), che potremmo considerare un “cugino” dell’attuale Sars-COV2. Di recente, infatti, presso l’Università Federico II di Napoli, è iniziato uno studio clinico sperimentale in cui viene somministrato precocemente resveratrolo (estratto da vinacce di Taurasi), sotto forma di aerosol, in pazienti affetti da coronavirus. Anche la Saw Swee Hock School of Public Health della National University of Singapore e il prof. Montagnier (Nobel per la medicina del 2008), hanno indicato il resveratrolo tra le potenziali opzioni terapeutiche naturali.
Il resveratrolo, oltre a bloccare la replicazione virale, è un potente antiossidante ed esplica un effetto epato protettivo; favorisce l’attivazione di macrofagi e linfociti T e NK, importanti fattori di difesa del nostro organismo. Allo stesso tempo sembra giocare anche un ruolo immunomodulante e antinfiammatorio. Tuttavia il resveratrolo che si forma nei processi di fermentazione nel vino è scarsamente biodisponibile, soprattutto a livello endocellulare. La forma più adatta da assumere, in forma di integratore, è il suo precursore naturale, la polidatina (Trans-Resveratrolo-3-0-glucoside), che essendo legata ad una molecola di glucosio è solubile in acqua e viene maggiormente assorbita a livello intestinale ed è in grado di raggiungere tutti i distretti corporei.
Zinco
E’ un cofattore di oltre 300 enzimi e componente chiave per i nostri sistemi di difesa. La carenza di zinco ci rende più suscettibili alle infezioni e può causare un’attivazione impropria delle cellule immunitarie con alterato rilascio di molecole infiammatorie (in particolare dell’IL-6) con una conseguente condizione di infiammazione cronica. E’ in grado di inibire la replicazione di diversi virus respiratori, incluso il coronavirus della SARS, mentre mancano ancora studi sugli effetti dello zinco sul COVID-19 ma è plausibile che abbia un effetto inibente anche su questo virus. Attenzione a supplementazioni prolungate nel tempo che possono causare deficit di rame. Si consiglia un’assunzione giornaliera di 10 mg/die ma si possono integrare fino a 100mg/die. E’ largamente presente in cereali integrali, legumi, frutta secca, semi oleosi ma anche in latte e uova.
Selenio
Le infezioni virali e batteriche sono spesso associate a carenze di micronutrienti, in particolare di selenio.
Questo microelemento funge da cofattore per numerose reazioni biologiche tra cui la formazione di selenoproteine, responsabili della maggior parte degli effetti del selenio sulle funzioni immunitarie.
Un adeguato stato nutrizionale di selenio può influenzare positivamente la risposta immunitaria innata e quella adattiva in diverse malattie infettive batteriche e virali (poliovirus, HIV, HCV, etc.): esplica un effetto immunostimolante, induce la proliferazione e differenziazione dei linfociti T e l’attività delle cellule natural killer, supportando così la risposta acuta, mentre contrasta un’eccessiva attivazione del sistema immunitario e i conseguenti danni all’organismo ospite attraverso la direzione dei macrofagi verso il fenotipo M2 (antinfiammatorio).
Le più importanti fonti alimentari di selenio sono cereali integrali, verdure, frutti di mare, carne, latticini e noci. Ricordiamoci che la carenza di selenio è stata associata alla maggiore patogenicità di numerosi virus e che le infezioni virali aumentano contemporaneamente sia il fabbisogno di micronutrienti (come zinco, magnesio e selenio) che la loro perdita, che può essere compensata da una corretta supplementazione.
A ogni tradizione i suoi rimedi: la micoterapia
Un capitolo a parte è questa branca della fitoterapia, molto utilizzata nella medicina tradizionale cinese, che utilizza diversi funghi nella prevenzione e come coadivuanti nel trattamento di molte patologie tra cui quelle virali.
Tra questi in particolare l’Agaricus, il Reishi, il Cordyceps e il Maitake esplicano uno spiccato effetto contro virus e altri patogeni, stimolando la produzione di interferone (antivirale endogeno per eccellenza), l’attivazione dei linfociti CD8 e NK (attori principali nella lotta contro virus e batteri) e interferiscono con la replicazione virale. Il Reishi, inoltre, riduce i sintomi infiammatori grazie al suo effetto “cortison-like” mentre il cordyceps favorisce il recupero dopo un’infezione.
Nonostante alcuni di questi funghi vengano utilizzati come alimenti, in particolare nei paesi asiatici, per esplicare gli effetti sopra citati è necessario l’assunzione in forma di integratori che permettono di apportare la quantità necessaria di beta-glucani ed altri composti con spiccata attività immunostimolante.
Se è vero che in alcune condizioni una temporanea integrazione, adeguata e personalizzata, può essere utile e talvolta fare la differenza, è altrettanto vero che la salute va preservata e “curata”, ogni giorno, con scelte alimentari corrette e un sano stile di vita.
Dott. Dario Amodio
Dietista – Biologo nutrizionista
Esperto (Master di II Livello) in Nutrizione clinica e Metabolismo
Esperto (Master di II Livello) in Oncologia Integrata
Docente e Coordinatore del master di II livello di Medicina integrata presso Università San Raffaele di Roma
amodio.nutrizione@libero.it
www.amodionutrizionista.it