Prima pagina » Opinioni » Stupro Piacenza: alla politica chiediamo (almeno) di non essere aberrante. È troppo?

Stupro Piacenza: alla politica chiediamo (almeno) di non essere aberrante. È troppo?

La scelta di Giorgia Meloni di condividere sui social il video dello stupro di Piacenza ha aperto un accesissimo dibattito politico ed etico

stupro Piacenza, Giorgia Meloni

“Il video postato da Giorgia Meloni su uno stupro è un video indecente e indecoroso“, lo ha affermato  Enrico Letta rivolgendosi alla leader di Fratelli d’Italia dopo la scelta di condividere sui social il video della violenza sessuale. Il segretario dem accusa la leader di FdI di strumentalizzare il fatto di cronaca avvenuto a Piacenza , dove un richiedente asilo ha stuprato una ragazza ucraina. 

Certa politica racconta che certi reati sono più efferati e abietti di altri perché commessi da senza dimora, extracomunitari, neri, richiedenti asilo e via discorrendo.  

In realtà lo stupro di una donna di 55 anni, compiuto all’alba, nel centro di una città del nord Italia (Piacenza), da Mario Rossi o da un richiedente asilo, non dovrebbe avere colore. Trattasi di materia di polizia, di sicurezza, di fiducia nella società, un concetto in generale ormai svilito, sparito da tempo e per colpa di mille e non solo una ragione. Valori umani deprezzati in primis (mi faccio il selfie sul corpo di una vittima, poi forse, chiamo il 113) e quindi tagli feroci alle Forze dell’Ordine compiuti dalla politica, una e tutta. 

Divulgazione dello stupro di Piacenza, infima propaganda

Ad un mese dalle prossime elezioni politiche, strombazzare al vento l’episodio dello stupro di Piacenza, col disgusto e la preoccupazione on line, a sangue freddo, calcolandone i possibile vantaggi di divulgazione, con ogni dovizia di particolare, oltre che ampliare inutilmente la sofferenza della vittima, assomiglia evidentemente a puro strumento di propaganda politica di parte. Di infimo livello.  

Invece di raccogliersi unita attorno alla tragedia dei fatti, la politica perde l’ennesima occasione per tacere, o darsi da fare in concreto, o almeno fare mea culpa. Anzi, dai fluidi più incontinenti fuoriesce il senso del ridicolo, come il penoso concetto offerta elettorale del poliziotto di quartiere, una specie di 1+1 da supermercato.    

Quale vantaggio trarrà da questa pubblicità, la donna ucraina “regolare” stuprata dal carnefice in cerca di asilo?  

E’ lapalissiano che in epoca di siccità, promettere acqua a catinelle con una danza della pioggia, darà i suoi copiosi frutta. Quindi giù con le bombe d’acqua elettorale. 

Ai fini della indecente bagarre da curva da stadio, quale ormai si definisce la nostra politica, tranne rarissime eccezioni, orchestrare un post col video di una violenza sessuale perpetrata da un nero ai danni di una bianca, produrrà naturalmente un tornaconto. Ne beneficia quell’opposizione che – a detta dei sondaggi – si vedrà presto con le carte del gioco in mano; anzi, leggendone la propaganda, con la bacchetta magica in mano. 

Perché evidentemente da quel giorno termineranno gli sbarchi dei clandestini a Lampedusa, di getto caleranno i reati di violenza sulle persone, si svuoteranno conseguentemente le carceri e tornerà a splendere il sole e regnare il bel tempo su tutta l’Italia. 

In attesa o piuttosto con l’illusione che la politica riprenda a fare politica, in materia di sanità come pure di sicurezza, ci attendiamo che qualche altro vada a citofonare all’autore del video dello stupro, magari per riscontrare qualche altro particolare di colore da aggiungere alla propria campagna elettorale.  

Un altro accanimento sul corpo martoriato della povera donna e della gente che, stufa, ferita, sempre più in massa diserterà le strade di notte come pure i seggi il 25 Settembre.