Super zona rossa, l’ipotesi del Governo per un lockdown “mascherato”
L’esecutivo pensa ad arresti domiciliari a tempo per organizzare la campagna vaccinale di massa. Un’idea che divide gli stessi esperti, con Crisanti che avverte: “la gente è stufa”
L’ultima ipotesi a cui il Governo sta lavorando in funzione anti-Covid è rendere (quasi) tutta l’Italia una super zona rossa per un periodo di tre settimane. Tempo che servirebbe, grazie anche a un importante aumento della disponibilità dei vaccini, per immunizzare quanti più cittadini possibile, piegando contestualmente la curva epidemiologica. La prospettiva, però, divide gli stessi esperti: anche perché si sarebbe di fronte, de facto, a un nuovo lockdown (ancorché mascherato).
L’ipotesi della super zona rossa
Una nuova idea si è affacciata nel dibattito pubblico: quella di istituire una super zona rossa nazionale che risparmierebbe solo le Regioni in fascia bianca. Cioè, al momento, la sola Sardegna.
Di fatto sarebbe la riedizione degli arresti domiciliari, anche se forse qualcuno nell’esecutivo si vergogna di usare il termine “lockdown”. Oltre a essere (ingenuamente) persuaso che basti cambiare nome ai concetti per renderli meno invisi all’opinione pubblica.
Al di là dell’inganno semantico, una differenza cruciale sarebbe che questo secondo confinamento sarebbe a tempo. Non più di tre settimane, che sarebbero necessarie ad abbattere i contagi e mettere a regime il piano vaccini 2.0. Entro aprile, infatti, dovrebbero arrivare 26 milioni di dosi di antidoto, e il Cts non ha escluso «misure rafforzate per consentire una campagna vaccinale più spedita».
Tali misure, in effetti, includono la super zona rossa – che in realtà, a oggi, viene comunque considerata l’extrema ratio. Allo studio c’è anzitutto la possibilità di rendere più facili i lockdown locali, che scatterebbero con 250 casi su 100mila persone. Parametro che al momento viene usato per decretare la serrata delle scuole. Alcune alternative prevedono poi di colorare l’intera Penisola di arancione rafforzato, di chiudere i weekend in funzione anti-movida, e di anticipare il coprifuoco di 2-3 ore.
Divisioni nel Governo e tra gli esperti
Contro la linea dura sono comunque schierati (tra le forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza) Lega, Forza Italia e Italia Viva. A favore, as usual, sono invece i “rigoristi” come il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza, ma anche il consulente del suo Dicastero Walter Ricciardi. Che in una recente intervista, contrassegnata dall’abituale ottimismo, ha avvertito che «l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica».
Di parere opposto il microbiologo Andrea Crisanti che, pur non rigettando completamente l’eventualità di una super zona rossa, ha lanciato un avviso ai naviganti istituzionali. «Penso che la gente sia stufa, non ci crede più. A questo punto facciamo senza. È inutile farlo il lockdown, rimaniamo così. Altrimenti si stressa la popolazione, e li teniamo in casa per tre settimane senza ottenere nulla».
I due medici si sono invece trovati d’accordo sulla necessità di bloccare le catene di trasmissione del virus, aumentando i tamponi e migliorando il tracciamento. Un’adeguata «potenza di fuoco», l’ha definita l’uomo che salvò il Veneto nella primissima fase della pandemia – il che dovrebbe accrescere la fiducia della popolazione. Da questo ardente punto di vista, infatti, chi mai potrebbe far meglio di… Draghi?