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Tar boccia “Parco Colosseo” di Franceschini, accolto ricorso Campidoglio

Il ricorso si oppone anche all’indizione della gara internazionale per la selezione del direttore. Franceschini: “Leggeremo la sentenza del Tar e la impugneremo”

 Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Roma Capitale contro il ministero dei Beni culturali sull’istituzione del Parco archeologico del Colosseo. La sentenza breve pubblicata oggi rappresenta uno stop al progetto del Mibact.

Annunciato il 21 aprile scorso dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, e dal suo vice e assessore alla Crescita culturale, Luca Bergamo, il ricorso accolto oggi dalla seconda sezione quater del Tar del Lazio si oppone ai due decreti del ministro Dario Franceschini di istituzione del Parco archeologico del Colosseo e di indizione della gara internazionale per la selezione del direttore.

Secondo Roma Capitale, l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo “svuota di contenuto l’Accordo sottoscritto nell’anno 2015 tra il ministero e Roma Capitale” e “introduce disposizioni economiche finanziarie lesive degli interessi dell’amministrazione capitolina”. Il riferimento del Campidoglio è all’Accordo di valorizzazione dei Fori che avrebbe portato a una gestione condivisa della parte comunale, quella dei Fori imperiali, e della parte statale, quella del Foro romano.

Tuttavia, l’Accordo doveva essere regolato da uno Statuto che non ha mai visto la luce a causa della conclusione anticipata dell’amministrazione di Ignazio Marino, che proprio con Franceschini aveva siglato il patto il 21 aprile 2015.

Per quanto riguarda la parte delle risorse, il Comune accusa il ministero di togliere fondi dal territorio di Roma Capitale, visto che “tutti gli introiti economici prima facenti capo alla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma e che venivano da questa reinvestiti nella tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico della città- si legge nel ricorso di Roma Capitale- con l’odierna riforma ministeriale solo in minima parte potrebbero continuare a confluirvi, mentre il restante 70% è destinato a rimanere in capo al novello Polo archeologico del Colosseo, quindi al ministero”.

“Aspetto di leggere la sentenza, ma apprendo che le argomentazioni che hanno motivato il nostro ricorso sono state riconosciute fondate dal Tribunale amministrativo. E questo mi sembra un momento importante e positivo per riprendere un discorso sulla gestione integrata e unitaria del patrimonio culturale della città così come proposto più volte dall’amministrazione capitolina al ministero dei Beni culturali”.

Il vicesindaco di Roma e assessore alla Crescita culturale, Luca Bergamo, commenta così con l’agenzia Dire la sentenza del Tar del Lazio che accoglie il ricorso del Campidoglio contro l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo voluto dal ministero dei Beni culturali.

“Ciò che rende unica Roma- aggiunge Bergamo- è la straordinaria presenza di una civiltà che ininterrottamente ha trasformato il proprio territorio lungo l’arco di oltre 2700 anni.

Questa unicità è un valore dello sviluppo del Paese, oltre che della città stessa, solo se viene concepita come parte integrante di una politica il cui obiettivo primario non è l’attrazione di turisti, che pure sono benvenuti, ma lo sviluppo di nuova cultura e la valorizzazione dell’enorme sistema di produzione della conoscenza che la città ospita

“Leggeremo la sentenza del Tar e ovviamente la impugneremo”. Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, a proposito della sentenza del Tar del Lazio che accoglie il ricorso del Campidoglio contro l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo.

Stesso Tar dei direttori stranieri boccia il Parco Archeologico del Colosseo. 31 Musei e Parchi in Italia vanno bene, il 32esimo no..”, scrive ancora Franceschini.

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