Telefono al volante? In caso omicidio stradale aggravante come stato ebbrezza
Telefono al volante, la proposta di Bonafede: in caso di omicidio stradale sarà considerato un aggravante pari alla guida in stato di ebbrezza
Telefono al volante, è in arrivo la stretta. Secondo l’ANAS la causa più frequente degli incidenti al volante è la distrazione del conducente. Stress, calo di attenzione, non osservanza dei ritmi biologici del sonno e della veglia. Ma anche l’utilizzo di smartphone e dispositivi per la comunicazione.
Tra le cause più ricorrenti di sinistri anche gravi o fatali, c’è l’alcol e l’elevato tasso alcolemico. Non sembra dunque bizzarra l’idea di iniziare a pensare la distrazione come una sbronza, che può avere conseguenze drammatiche quando si è alla guida.
Telefono al volante, la proposta di Bonafede
L’ultima riforma del codice della strada risale a circa 4 anni fa e Bonafede sembra essere intenzionato a punire più duramente “le condotte di particolare pericolosità”. Si valuta l’introduzione di pene più severe per l’omissione di soccorso o per chi non collabora immediatamente con le forze dell’ordine.
La proposta di legge di Alfonso Bonafede, ministro per la Giustizia, sarebbe quella di equiparare, dal punto di vista del codice stradale, l’uso del telefono o smartphone alla guida in stato d’ebbrezza. Dunque nel reato di omicidio stradale diventa un aggravante anche l’uso del cellulare alla guida, ovvero l’utilizzo di apparecchi radiotelefonici o cuffiette. Guidare al telefono, in caso di omicidio stradale, sarà considerato un’aggravante così come lo è la guida in stato di ebbrezza.