Tempesta: “Comune non va sciolto, arrivare fino a fine mandato”
Intervista a Giulia Tempesta, consigliera e vicecapogruppo PD in Campidoglio, su Mafia Capitale
Giovani, donne, diritti. È questa la formula perfetta per il governo di Roma. Almeno secondo Giulia Tempesta, consigliera di Roma Capitale PD e vicecapogruppo dei dem in Assemblea Capitolina. Abbiamo incontrato Giulia Tempesta in occasione di Factory365, la due giorni dei giovani democratici all’ex Mattatoio di Testaccio. Tavoli di discussione e incontri con i big del Partito Democratico. Con lei, abbiamo parlato dell'inchiesta Mondo di Mezzo e della mafia nella Capitale.
Consigliera Tempesta, Mafia Capitale fa tremare il Campidoglio. In molti la definiscono organizzazione fasciomafiosa: è davvero così, oppure quello di Mafia Capitale è un sistema trasversale che riguarda diversi partiti?
“Innanzitutto la situazione mi colpisce. I titoli dei giornali, le notizie sui tg nazionali, le cronache colpiscono soprattutto per la fase politica. Quando io mi sono candidata un anno fa, l'ho fatto con tante aspettative: avevo 25 anni, la mia prima esperienza nell’amministrazione, pensavo di trovare un modo di lavorare e di poter fare politica che ci potesse far sperare bene nel futuro. Le notizie che leggiamo, invece, ci riportano un po’ con i piedi per terra. Io non so dire se si tratta di un affare che riguardi solo la destra o solo la sinistra, dai nomi che escono fuori dalle indagini, mi sembra che sia trasversale. La cosa su cui però non mi vorrei fossilizzare, come invece accade negli ambienti politici, è che questo affare sembra riguardare il PD in primis. L’ex sindaco Alemanno è indagato per associazione di stampo mafioso. Questa storia ha un inizio, e ha un inizio ben preciso. Mi ricordo quando Alemanno diventò sindaco di Roma, quali immagini abbiamo dovuto vedere: in Campidoglio arrivarono bandiere con celtiche e persone con braccio destro alzato. Quell’immagine mi colpì molto 6 anni fa, e oggi la rivedo in auge”.
Al contrario, sembra che l’attuale sindaco, Ignazio Marino, ne esca rafforzato da questa vicenda. Però anche lui è stato immortalato al fianco di Salvatore Buzzi, nonostante si difenda dicendo che si è trattato di un incontro in campagna elettorale. Mentre il prefetto Pecoraro offre a Marino la scorta, il Movimento 5 Stelle chiede lo scioglimento del Comune di Roma per mafia, visto anche il coinvolgimento del PD. Questo Comune va sciolto o no?
“No. L’amministrazione Marino è un’amministrazione sana. Io in campagna elettorale non sono andata alla 29 Giugno, non ho incontrato Salvatore Buzzi. Ci sono delle foto che testimoniano degli incontri, è vero. Ma in campagna elettorale ti fanno fare l’impossibile, incontri ogni giorno tantissime persone e non sai sempre, a meno che non conosci il posto in cui ti portano, chi hai davanti. Io penso che Marino stia facendo un’opera sacrosanta in questa città e l’ha detto sin dall’inizio, non è una cosa che si scopre in questi giorni. Quando il Movimento 5 Stelle, che vuole che le istituzioni democratiche si mettano a servizio dei cittadini, occupa il Campidoglio durante una seduta importante, visto che si stava eleggendo la nuova presidente dell’Aula (dopo le dimissioni di Mirko Coratti, indagato, ndr) alla quale hanno partecipato, perché i loro voti per Virginia Raggi sono usciti, ma poi si scaglia contro il sistema perché non li ha votati: io dico che sinceramente a questi giochetti non ci sto, non mi piacciono”.
La sua vicenda a capogruppo della maggioranza in Campidoglio è stata un po’ particolare. Prima la nomina, da subito si era detto: ‘Giulia Tempesta nuovo capogruppo’, erano arrivati anche i complimenti ufficiali. Poi, qualche ora dopo, la precisazione: ‘Capogruppo solo pro tempore’. Come avrebbe gestito la maggioranza in Campidoglio, se fosse rimasta in carica?
“Non sono abituata a giocare da sola. Io sono sempre stata abituata a giocare in squadra, e quindi avrei dialogato, come faccio lo stesso ora, visto che sono vicecapogruppo, e quindi un ruolo di quel tipo, anche se di minore entità, lo rivesto. Io parlo sempre con tutti. Credo che a noi spetti il compito di portare all’attenzione proposte vere e concrete per cambiare quello che è il mondo romano in questo momento. Con le realtà associative, con le delibere, c’è già tanto lavoro messo in campo. Spero vivamente che con l’elezioni di Valeria Baglio a presidente dell’Assemblea capitolina, con l’inchiesta che sta andando avanti e che farà il suo corso, dandoci una mano a fare pulizia nei settori dove è necessaria, finalmente arriveremo a portare fra 4 anni, quando il mandato del sindaco Marino scadrà, una nuova realtà a Roma per una città realmente rinnovata.
Quindi, secondo lei, non solo il Comune di Roma non va sciolto, ma si deve arrivare fino a fine mandato.
“Sì, io penso di sì. Poi, ripeto, non sono io nell’inchiesta. Vediamo quello che succede, io mi attengo a oggi e mi attengo al fatto che la prossima settimana ricominceremo con il nostro lavoro”.
Un’ultima domanda. Al di là di quest’inchiesta, 3 elementi di cui Roma avrebbe bisogno per rinascere.
“Giovani, donne e diritti”.