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Termini, rissa tra latinos finisce nel sangue: morto 28 enne

Dopo l’aggressione, l’assassino tenta di fuggire, dirigendosi verso i tunnel della stazione. Le telecamere lo riprendono

Minacce con un coltello

Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 settembre, poco prima di mezzanotte, la zona attorno alla stazione Termini di Roma è teatro di una violenta rissa tra borseggiatori latinos, che culmina nell’uccisione di un giovane peruviano di 28 anni, Jarol Bernaola.

Il movente dell’aggressione

Lo scontro, avvenuto all’angolo tra via Giolitti e via Manin, scaturisce da motivi di gelosia tra connazionali e si svolge davanti agli occhi di numerosi testimoni, tra cui turisti di passaggio. Le telecamere di sicurezza riprendono l’intera scena, che coinvolge anche due donne. Tra i protagonisti della lite, un ragazzo con maglietta bianca e pantaloncini scuri viene ripreso mentre lancia due borse in mezzo alla strada, per poi tornare sui suoi passi e tirare fuori un coltello dal borsello. Senza esitazione, infligge sei coltellate alla schiena di Bernaola, lasciandolo in fin di vita.

La vittima era nota alle forze dell’ordine

Bernaola, già noto alle forze dell’ordine per un precedente per furto, era un volto conosciuto alla stazione Termini, dove veniva chiamato “il ladrone” e operava come borseggiatore indipendente, fuori dalle bande organizzate. Dopo l’accoltellamento, la vittima riesce a trascinarsi a fatica fino a via Cavour, dove crolla sull’asfalto. Nonostante i tentativi di soccorso da parte di un’ambulanza, Bernaola muore poco dopo il suo arrivo al Policlinico Umberto I.

Nessuno è intervenuto

Nel frattempo, sull’altro lato della strada, la vita sembra continuare come sempre. I pusher nordafricani e i gruppi di borseggiatori arabi, abituali frequentatori della zona, rimangono impassibili di fronte al drammatico evento. La scena si svolge in un clima di indifferenza generale, come se tutto fosse parte della routine quotidiana.

Le indagini

Le indagini delle forze dell’ordine si concentrano subito su Andres Sergio Siguas Nunez, un 36enne incensurato ma noto nella zona di Termini per frequentare i gruppi latinos. Si sospetta che la lite sia esplosa quando Bernaola ha tentato di avvicinarsi alla sua ex fidanzata, presente tra i connazionali e ora legata a un’altra persona. La situazione degenera quando Nunez interviene.

Dopo l’aggressione, Nunez tenta di fuggire, dirigendosi verso i tunnel della stazione. Le telecamere lo riprendono mentre riappare intorno alle due di notte, con abiti diversi.

La fuga rocambolesca

Mentre su Roma si abbatte un forte temporale, Nunez corre velocemente verso via Giolitti, saltando un new jersey, ma scivola goffamente e finisce a faccia in giù in una pozzanghera. Ferito e con il volto coperto di sangue, si rifugia nel bar “Twin’s”. Il gestore, notando le sue condizioni, gli presta le prime cure, ma si insospettisce, soprattutto perché l’accesso al locale dopo le 22 è riservato a un’associazione culturale e regolato da un protocollo che richiede l’identificazione degli ospiti.

La cattura

Mentre le telecamere confermano i suoi sospetti, gli agenti della Polfer e della polizia arrivano sul posto. L’ispettore Fabrizio Amatizzi nota un gesto sospetto di Nunez, che tenta di far scivolare qualcosa sul pavimento: si tratta del coltello usato per l’aggressione, accuratamente lavato e pulito dal sangue. A questo punto, Nunez, irregolare in Italia come la vittima, viene arrestato con l’accusa di omicidio.