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Termovalorizzatore a Santa Palomba, nuova indagine della Commissione Ecomafie

La Corte dei Conti sta esaminando il prezzo del terreno acquisito da Ama: costi sospetti. Intanto a Malagrotta necessari studi epidemiologici

Rifiuti

La Commissione parlamentare Ecomafie ha annunciato giovedì mattina l’apertura di un’indagine sul futuro termovalorizzatore di Roma, progettato per essere costruito a Santa Palomba. Un’iniziativa che nasce da un contesto di crescente interesse pubblico e da una serie di problematiche segnalate da media e inchieste televisive. «L’inchiesta non si limita a Santa Palomba, ma tocca il tema dei termovalorizzatori a livello nazionale», ha spiegato Jacopo Morrone, presidente della commissione, sottolineando che il caso specifico romano desta particolare attenzione.

Termovalorizzatore, dubbi sul prezzo d’acquisto

Il riferimento diretto è alla trasmissione “Report” andata in onda il 15 dicembre, che ha sollevato dubbi sui costi e sulla localizzazione dell’impianto voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, in qualità di commissario del Giubileo. Secondo il piano, i lavori dovrebbero partire nella primavera del 2025. Il progetto, del valore di circa un miliardo di euro, si inserisce in un quadro più ampio per affrontare la cronica emergenza rifiuti della Capitale, ma è stato da subito accompagnato da polemiche. Intanto, la Corte dei Conti sta esaminando il prezzo del terreno di Santa Palomba, acquistato dalla municipalizzata Ama a un costo ritenuto sospetto.

Nonostante le controversie, nella relazione finale della Commissione Ecomafie emergono anche elementi favorevoli al progetto del termovalorizzatore. La sentenza del Consiglio di Stato del 9 febbraio 2024 ha confermato la legittimità della scelta politico-amministrativa di costruire l’impianto, evidenziando la necessità di ridurre lo smaltimento in discarica e rispettare il principio di autosufficienza territoriale. Inoltre, il progetto mira a produrre 65 megawatt di energia elettrica, sufficienti per alimentare 200.000 famiglie, con una tariffa competitiva rispetto ai costi attuali per l’invio dei rifiuti all’estero.

Al centro dell’indagine, tuttavia, rimangono le modalità di acquisto del terreno e le dichiarazioni della società Ama, accusata di mancata collaborazione. «I vertici di Ama hanno dichiarato falsamente di non avere la documentazione necessaria, rallentando il lavoro della commissione», ha denunciato Morrone. Il senatore Andrea De Priamo ha confermato le difficoltà, sottolineando che solo in extremis il sindaco Gualtieri ha fornito i documenti richiesti.

Studi epidemiologici a Malagrotta

Parallelamente, la commissione ha chiuso il capitolo sull’inchiesta legata alla discarica di Malagrotta, evidenziando la necessità di avviare studi epidemiologici regolari per monitorare l’impatto sulla salute degli abitanti dell’area. «L’ultimo studio risale al 2010, una situazione inaccettabile», ha dichiarato Morrone.

Sul piano generale, l’emergenza rifiuti a Roma resta un problema di portata straordinaria. «Gli attuali costi di smaltimento sono insostenibili e nel 2025, anno del Giubileo, potrebbero raggiungere i 700-800 mila euro a settimana», ha aggiunto Morrone, sottolineando l’urgenza di dotare la città di un’infrastruttura adeguata.