Terralba, Oristano: preti di Bergoglio censurano conferenza su Codice Ratzinger
L’ultimo vero pontefice della Chiesa cattolica resta il defunto Benedetto XVI il quale si è fatto porre dai cardinali in “sede totalmente impedita”
Terralba, (Oristano): la conferenza programmata per domani, lunedi 31 luglio ore 16 presso il Teatro comunale sta suscitando una certa maretta. I sacerdoti della cittadina hanno diffuso un comunicato email invitando i parrocchiani a disertare l’incontro:
“Nei prossimi giorni a Terralba ci sarà la presentazione di un libro, Codice Ratzinger che, in sostanza, va a mettere in dubbio la validità dell’elezione del Santo Padre Francesco.
Come sacerdoti siamo chiamati a preservare, favorire e promuovere l’unità della Chiesa e pertanto *ci sentiamo in dovere di invitarvi a non partecipare.* Amare la Chiesa significa amare Cristo, amare la Chiesa significa difenderla, amare la Chiesa significa amare il Papa”.
Eppure, l’inchiesta triennale condotta dallo scrivente su Libero, Byoblu e RomaIT, tradotta in cinque lingue, ha portato alla luce esattamente che Bergoglio, accusato con sempre maggior frequenza di eresia e apostasia da ecclesiastici, non è il vero papa, non è stato eletto canonicamente perché il conclave 2013 venne convocato a papa non abdicatario.
L’ultimo vero pontefice della Chiesa cattolica resta il defunto Benedetto XVI il quale si è fatto porre dai cardinali in “sede totalmente impedita”, uno status canonico dove il papa è prigioniero, confinato, esiliato, ma resta sempre il papa, detentore del munus petrino, cioè dell’investitura di successore di San Pietro che viene conferita direttamente da Dio stesso, in ottica di fede.
Quindi, l’inchiesta va nella direzione precisa di difendere la Chiesa cattolica e il Papato, per ora esauritosi nella persona di Joseph Ratzinger. Abbiamo cordialmente invitato i sacerdoti di Terralba a intervenire alla conferenza e, se desiderato, da prendere la parola per porre obiezioni e domande. Il cattolico non può prescindere dalla verità, qualunque essa sia, a maggior ragione se questa riguarda il futuro della Chiesa e la salute delle anime.
Vale la pena ricordare come la costituzione apostolica scritta da Giovanni Paolo II (e dal card. Ratzinger) del 1996 insista continuamente sul concetto di ”valida rinuncia” del pontefice e di “valida elezione”.
Per essere valida la rinuncia deve avvenire a norma del canone 332§2, dove si cita espressamente il munus petrino come oggetto dell’abdicazione, e questo non è mai avvenuto, perché, come noto, papa Benedetto ha dichiarato di rinunciare al ministerium, cioè a “fare” il papa, non a “esserlo”. Questo avviene solo in sede impedita, come abbiamo illustrato in questo breve documentario.
Le frasi di papa Benedetto che sono state citate dai sacerdoti di Terralba nel loro comunicato, apparentemente legittimista di Bergoglio, sono state già oggetto dell’inchiesta, ovviamente, e si è scoperto, oltre ogni ragionevole dubbio, che esse hanno un’interpretazione anfibologica (cioè doppia) diversa da ciò che sembra, una lettura che converge immancabilmente sul concetto di sede impedita e di usurpazione del trono petrino.
Perché papa Benedetto non diceva chiaramente di essere impedito? Perché lo stesso status canonico fa sì che il papa non possa comunicare liberamente (canone 412). Per questo papa Benedetto utilizza un linguaggio sottilmente logico, il “Codice Ratzinger” nelle sue “lettere dal carcere”, così come faceva Aldo Moro scrivendo dalla sua prigionia.
Egli parlava a chi ha orecchie per intendere, come Gesù Cristo si è fatto tradire, imprigionare, mettere in croce e presto “risorgerà”, ovviamente in modo canonico, venendo riconosciuto come ultimo legittimo papa.