Test d’Ingresso a Medicina addio
Il Ministro Stefania Giannini adotta il sistema francese. “E’ un cambiamento importante e necessario”.
“Per noi è una vittoria indiscussa… le nostre battaglie ed i nostri ricorsi negli anni hanno dimostrato la necessità di rivedere un sistema al collasso e questa ne è una prova.” Queste le parole pronunciate da Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari.
“Per anni migliaia di studentesse e studenti si sono visti privare i loro sogni. Rivedere il sistema è un passo importante che non può prescindere da noi studenti, o qualsiasi modifica o ipotesi di modifica sarà uno dei tanti spot elettorali che non andrà a migliorare veramente il sistema” dichiara a ruota Alberto Airone, portavoce “Rete Studenti Medi”.
Queste parole sono solo un assaggio, un sunto, del pensiero più diffuso tra gli studenti degli Atenei italiani. Il malcontento che serpeggiava, sibilando, tra i banchi universitari e che si ripercuoteva nella miriade di manifestazioni che si sono svolte sino ad oggi, dove invece era il ruggito della protesta più dura a spadroneggiare, sembra essere di gran lunga più mitigato grazie alle disposizioni emanate niente meno che dal Ministero dell’Istruzione. Il ministro Stefania Giannini, capo del dicastero dell’Istruzione, infatti, tramite la sua pagina Facebook, ha annunciato ufficialmente l’addio ai test di ammissione alla facoltà di Medicina. A soppiantare il vecchio sistema di selezione degli studenti sarà quello francese. Niente più tribolazione per gli aspiranti camici bianchi, quindi. Il temuto sistema di selezione basato sul quiz, dove si spaziava da domande per saggiare le competenze scientifiche dei canditati alla cultura generale, sarà abrogato definitivamente in favore del ben più “meritocratico” sistema d’oltralpe. Non si discute il "numero chiuso", ma si cambia solo la modalità di selezione degli studenti di Medicina.
Vediamo cosa cambia concretamente. Sparisce il quiz con le famigerate sessanta domande a crocetta con annesse graduatorie e “ripescaggi”; il primo anno di corso sarà ad accesso immediato e libero, con uno sbarramento, che non sarà un esame vero e proprio, ma che sarà costituito dai “traguardi” raggiunti globalmente dal singolo studente. Più meritocrazia quindi e meno drammi per i ragazzi meritevoli che si vedevano sbattuti fuori dal sistema per risposte errate riguardanti la sfera “non medico-scientifica”.
A questo punto non resta che vedere come assorbire nel sistema universitario i candidati di quest’anno.
10.551 aspiranti medici potranno scegliere l’ateneo che più gli è congeniale, ma la loro collocazione è strettamente collegata al numero che ricoprono nella graduatoria nazionale. Gli altri cinquantamila, esclusi da questo “privilegio”, si scagliano contro tale disposizione. Si segnalano numerosi ricorsi collettivi ai Tar. La protesta più accesa si è avuta a Bari, dove i respinti al test, uniti da un maxi ricorso al Tribunale Amministrativo, tentano di dimostrare che il test a loro sottoposto sia stato “taroccato” per favorire i “figli di”. Speriamo che questa "rivoluzione in salsa francese" porti effettivamente più meritocrazia negli Atenei italiani e che non sia l'ennessimo spot elettorale.