Test sui primi 50 volontari per un vaccino a mRNA contro ogni influenza
Il nuovo vaccino si prefigge di stimolare l’immunità contro qualunque influenza, facendo leva su una proteina caratteristica dei virus influenzali: l’emoagglutinina
Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), uno degli istituti dell’NIH americano, ha iniziato la sperimentazione di un nuovo vaccino a mRNA contro l’influenza, definito universale.
Un Vaccino universale contro ogni influenza
E’ la scienza a parlare. Quella vera ci auguriamo, che lascia le porte aperte al dialogo e al dubbio, trasparente e che non pretende di essere un idolo. Quella che si cuce addosso ad ogni singolo paziente e non è indiscriminata ed è lontana anni luce dal fideismo. Insomma, quella che non avrebbe chiuso gli occhi e neppure occultato i rischi e gli effetti avversi dei sieri anti covid, com’è invece avvenuto nelle hub vaccinali.
Un’ ossessione che ha contagiato più del covid i medici, i politici e i dirigenti della Sanità pubblica. Una speculazione della politica, mascherata da scienza, che ha giocato sporco a colpi di green pass per calpestare i nostri diritti primari.
L’Aifa, ad esempio, secondo le mail, mostrate in tv a “Fuori dal Coro” di Mario Giordano su Rete 4, ci ha coperto di menzogne vergognose. E per non uccidere il vaccino ha dimenticato le possibili morti dei pazienti.
Come fidarsi ancora di chi ha taciuto e insabbiato i pericoli che la profilassi genica poteva innescare? E dare credito a chi ancora oggi resta in silenzio di fronte ai decessi, ai malori improvvisi, agli infarti e ai trombi in persone giovani e forti? Come ascoltare ancora chi ha taciuto sull’inefficacia di iniezioni ripetute che non preservavano dal contagio?
Teniamo a mente che ancora una volta la sperimentazione sta arrivando dagli Stati Uniti che, oltre ad essere all’avanguardia nelle ricerche mediche, ha ormai individuato nella campagna vaccinale il vero business. Un giro d’affari di milioni di dollari. Cifre da capogiro che un semplice farmaco non riesce a generare.
“Un vaccino universale contro l’influenza – ha commentato Hugh Auchincloss, a capo del Niaid – sarebbe un importante risultato per la salute pubblica e potrebbe eliminare sia la necessità dello sviluppo annuale di vaccini contro l’influenza stagionale, sia il bisogno dei pazienti di sottoporsi a un vaccino antinfluenzale ogni anno”.
Una chimera? Oggi una realtà che potrebbe aiutare o indebolire sempre più il nostro fragile sistema immunitario. Debilitato dalle mascherine, dagli allergeni, dai conservanti, dall’ eccessiva medicalizzazione dell’uomo moderno che cerca una pasticca per tutto, incapace di sopportare un mal di testa, un’ insonnia, un po’di nervosismo e ancora meno un raffreddore o un’influenza.
Abbiamo un esercito dentro di noi, ma pare che gli si voglia impedire a tutti i costi di combattere per difenderci. Per creare i nostri più grandi alleati: gli anticorpi. E così: giù munizioni, anche quando stiamo bene.
Per prevenire, s’intende, o ,forse, per fiaccare. E’ ormai noto che il vaccino a mRNA non sempre è in grado di stimolare la creazione degli anticorpi nel sangue. E per questo non ci può proteggere. Senza attività anticorpale neutralizzante, si parla infatti di fallimento vaccinale.
Fatto che non si può negare neppure davanti a una montagna di dollari.
L’mRNA è secondo alcuni la nuova frontiera delle cure, ma non è detto che lo sia della prevenzione. Se infatti può salvare da alcuni tumori, provoca spesso danni in persone sane.
Di questioni delicate da dirimere ce ne sono molte.
Lo studio della nuova sperimentazione antinfluenzale ha comunque previsto l’arruolamento di 50 volontari tra i 18 e 49 anni. In una prima fase si cercherà d’individuare il dosaggio ottimale. In un secondo momento il nuovo farmaco verrà confrontato con il vaccino stagionale quadrivalente già in uso per verificarne l’efficacia.
Il nuovo antidoto si prefigge di stimolare l’immunità contro l’influenza, facendo leva sulla parte più stabile di una proteina caratteristica dei virus influenzali: l’emoagglutinina che dovrebbe renderlo in grado di offrire una protezione duratura contro più virus dell’influenza.
Un’altra proteina, come la spike, che il nostro corpo dovrebbe produrre con il rischio di confondersi e attaccare magari altre sostanze vitali. L’ennesima via per malattie autoimmuni?
Troppo presto per avere risposte sicure. Mentre i timori affiorano.
“Alcuni ceppi del virus dell’influenza – dichiara Auchincloss in chiusura – hanno un significativo potenziale pandemico. Un vaccino antinfluenzale universale potrebbe fungere da importante linea di difesa contro la diffusione di una futura pandemia influenzale”.
Ci risiamo. L’apertura è d’obbligo al pari di uno sconfinato scetticismo.