The ice bucket challenge: la nuova “sfida” del web
Una doccia ghiacciata a sostegno della ricerca contro la SLA
Sembrano ormai lontani i tempi in cui ci si nominava per una "Nek-nomination", sfida tra amici di Facebook tra shottini e birre.
L'ultima frontiera del web è "The ice bucket challenge", stesse regole della precedente, nessuna bevuta, più alto il fine: sostenere la ricerca sulla SLA, sclerosi laterale amiotrofica, malattia che porta i malati ad una totale paralisi fisica rimanendo però completamente cosciente e lucido. Il nominato viene sottoposto a una doccia di acqua ghiacciata con tanto di cubetti a simulare l'effetto di una paralisi muscolare, filmato e pubblicato sui social network.
La campagna è negli ultimi giorni diventata virale, oltre 28 milioni di persone ne hanno parlato su Facebook e oltre 24 milioni di video sono stati condivisi. Contagiando anche celebrities americane a Capi di Stato: ieri pomeriggio è stata la volta del Presidente del consiglio, Matteo Renzi. Mentre monta la polemica sull'efficacia di questa catena – che vede molti in disappunto per motivi etici – i dati dicono che sono stati raccolti oltre i 31,5 milioni di dollari, da chi oltre che filmarsi, ha anche donato.
La raccolta fondi dell'ALS, l'associazione americana promotrice della campagna, ha il fine di devolvere il ricavato ai pazienti affetti da Sla e alle loro famiglie, con un successo senza precedenti se si considerano i soli 2,1 milioni di dollari di incasso dello scorso anno.
Unica nota dolente è la recentissima scomparsa di Corey Griffin, 27 anni, co-fondatore dell'Ice bucket challenge, ideata da lui nel 2012 per aiutare un amico che da Sla era affetto. Griffin è deceduto per annegamento a seguito di un incidente dopo un tuffo nella famosa località turistica di Nantucket, Massachusetts, al rientro proprio da un evento di foundraising.