TikTok dal 23 novembre vietato ai minori di 18 anni. Cause di un fenomeno
Cosa spinge i giovanissimi a usare TikTok? Certamente in primis la solitudine, si cerca compagnia virtuale e ci si isola completamente dalla realtà
TikTok ricorda il rumore delle lancette dell’orologio, segna il tempo brevissimo di un live, dove la performance deve essere in pochi secondi efficace e colpire l’attenzione dei fruitori. Il social rispecchia i nostri tempi, veloci, fluidi all’insegna del mordi e fuggi, del tutto e subito. Questo è ciò che oggi fa impazzire milioni di persone giovani e meno giovani in tutto il mondo.
Ma oggi finalmente arriva una notizia che ci fa tirare un sospiro di sollievo. I minori di 18 anni non potranno più fare le dirette sul canale social più di moda in questo triste periodo storico. Dal 23 Novembre infatti sarà vietato avviare dirette streaming su TikTok. L’accesso alla piattaforma per avviare una diretta sarà quindi interdetto ai minori. Lo ha comunicato la ByteDance, azienda cinese che gestisce l’app, con un annuncio ufficiale alcuni giorni fa.
Le dirette sono ancora oggi consentite ai sedicenni e il fenomeno ha destato non poche preoccupazioni a causa di live pericolosi che incitavano alla violenza dell’altro ma anche alla violenza personale. Ricordiamo il caso di una bambina siciliana di dieci anni che partecipava su TikTok al “Black out challenge”, dove si istigavano i partecipanti al soffocamento estremo. La bimba fu ritrovata in bagno con la cinta dell’accappatoio al collo, ormai in fin di vita.
Per evitare che storie come questa si possano ripetere, l’azienda ha deciso di apportare cambiamenti seri e controlli più rigorosi, anche su pressione dei governi americano e britannico che più volte hanno avuto un occhio critico sulla piattaforma tanto amata dagli adolescenti. Eppure in Cina gli ideatori di Musical.ly (questo era il primo nome dato al social network da Zhu e Yang), avevano creato la piattaforma per scopi educativi dove si poteva apprendere e insegnare attraverso video di pochissimi minuti.
Il grande successo e l’enorme diffusione in tutto il mondo hanno apportato i contenuti più svariati a volte divertenti, istruttivi, emozionanti ma anche challenge suicidarie, cyberbullismo e contenuti horror. Molti sono i controlli ma sicuramente non bastano. Chissà se è possibile però mentire sull’età e qual è il controllo prima dell’accesso. Si dovranno inserire più dati sensibili e ciò crea anche dubbi su possibili violazioni di privacy. Ma i ragazzi sono molto intelligenti e sanno come arginare ostacoli usando un semplice smartphone.
Cosa spinge i giovanissimi a usare spesso queste app? Certamente in primis la solitudine, si cerca compagnia virtuale e ci si isola completamente dalla realtà. In Italia viene usato da più di 10 milioni di persone e il 33% è un fruitore minorenne. E allora come tutelare la salute psichica dei nostri giovani che, se da una parte utilizzano il social per accrescere la propria autostima, dall’altra rischiano di sentirsi alienati se non possono usare l’app.
Rimanere fuori può provocare un’ansia forte definita Fomo (Fear of missing out), ovvero la paura di sentirsi esclusi, di essere disconnessi. Si genera una grande ansia fomentata dall’angoscia di perdere qualcosa che qualcuno sta condividendo sulla piattaforma. Questo stato mentale genera un bisogno continuo di connessione per controllare gli ultimi live e evitare di perdere i migliori. Il rischio è la perdita dell’autostima a causa di commenti violenti.
Un giovane può sentirsi devastato e annientato da un commento negativo e non ha strumenti adeguati per discernere tra cosa è vero e cosa è finzione e un episodio del genere può sfociare in malessere psichico e chiusura o ancor peggio in autolesionismo. Un commento negativo sul proprio corpo può portare un giovane fragile a gesti estremi, fughe o peggio a fenomeni di bulimia o anoressia. I gestori del social network sono preoccupati e stanno correndo ai ripari vietando l’accesso ai minori.
Di recente hanno comunicato: “E’ importante che la piattaforma resti un luogo sicuro, solidale e pieno di allegria”. Fa paura pensare a milioni di persone che invece di perdersi dentro le pagine di un bel libro si isolano dentro un social storditi e incantati da video mediocri di gente che manda in diretta la propria vita al solo scopo di piacere a più persone possibili, pervasi dal senso di solitudine quando il dispositivo viene spento. Incapaci di affrontare le sfide quotidiane rinchiusi nel proprio mondo virtuale dove è molto più semplice apparire che essere.