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Tomba di Bergoglio con appartamento sanitario: pronti alla fuga?

Bergoglio, messo alle strette, potrebbe adottare una exit strategy audace ma praticabile. Oggi ci sono farmaci che riescono a sedare una persona da farla sembrare morta per almeno 72 ore

Papa Bergoglio prende l'aereo

Come sapete, Bergoglio ha deciso pochi mesi fa che non si farà più seppellire nella cripta dei Papi in Vaticano, ma in Santa Maria Maggiore, in una sagrestia contigua con la cappella della Salus Publica Populi Romani. Abbiamo illustrato QUI il simbolismo esoterico e gnostico di cui è stata fatta oggetto la povera icona.

Un appartamento con arredamenti ospedalieri

Ora, la notizia surreale, riportata da Francesca Pandolfi su Lospecialegiornale.it è che nel palazzo della Basilica di S. Maria Maggiore si è da poco completata “la ristrutturazione di un appartamento nel Palazzo della Basilica, dotato di arredamenti ospedalieri. Secondo indiscrezioni, i lavori sono stati effettuati in gran segreto e sono terminati da poco. La presenza di attrezzature all’avanguardia suggerisce la possibilità di un utilizzo per cure mediche intensive”.

Qualcuno è in grado di capire che senso ha la realizzazione di un appartamento ospedaliero all’avanguardia nella basilica dove si dovrebbe portare Bergoglio da morto?

Ora, sappiamo che Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma si era fatto porre in sede impedita da un conclave abusivo. Sappiamo che a novembre 2023 è stata inviata in Segreteria di Stato una nostra petizione ai cardinali, e che il 6 giugno scorso, lo scrivente ha depositato un’istanza in 100 pagine presso il Tribunale vaticano. Se si appurasse che Benedetto era in sede impedita, Bergoglio rischierebbe grosso, a norma del can. 1375 che sanziona l’usurpazione di ufficio ecclesiastico. Affrontare lo scandalo e la galera, o trovare una soluzione alternativa?

Sappiamo anche dal suo ultimo libro “El Sucesor”, che Bergoglio ha appena cambiato le regole per le esequie pontificie: “Sto rivedendo il rituale con il maestro di cerimonie in modo che i papi siano velati e sepolti come qualsiasi altro figlio della Chiesa. Con dignità, come ogni cristiano, ma non su cuscini. A mio parere, il rituale attuale era troppo sovraccarico. Avere due veglie mi sembrava eccessivo. Che si faccia una sola e con il papa già nella bara, come in tutte le famiglie.

Le nuove regole di Bergoglio

Ho cambiato diverse cose, in linea con la riforma già fatta da Paolo VI e Giovanni Paolo II. […] Non ci sarà più una cerimonia di chiusura per il feretro. Sarà tutto fatto nella stessa cerimonia, come con qualsiasi cristiano. Inoltre, nel mio caso dovranno portarmi alla basilica di Santa Maria Maggiore. Quando il funerale sarà finito, che mi portino lì”.

Ora, da secoli la Chiesa espone al pubblico per tre giorni la salma del papa per far vedere a tutti che è morto, dato che solo “morto un papa se ne fa un altro”. Ergo, come avevamo già visto, se il corpo del papa viene chiuso nella bara, i fedeli certamente non potranno sapere se Bergoglio è davvero lì dentro. Questo è ovvio.

Potrebbe anche darsi che Bergoglio possa voler farsi esporre sdraiato nella cassa, ma col coperchio aperto e il viso VELATO, come lui stesso ha scritto.

Adesso facciamo un bell’esercizio di fantasia e immaginiamo un paio di scenari propri da romanzo alla Dan Brown.

Uno scenario da intrigo internazionale

Bergoglio, messo alle strette, di fronte al rischio di finire in prigione, adotta una exit strategy audace ma praticabile. E’ arcinoto come oggi vi siano dei farmaci, soprattutto di uso militare, che riescono a sedare una persona in modo così profondo da farla sembrare morta per almeno 72 ore.

Il problema, infatti, per Bergoglio riguarderebbe la vestizione del suo corpo, alla quale partecipano numerosi addetti e cerimonieri.

Così, (notizia vera), con un pretesto, a maggio, manda via il maggiordomo Sandrone, già in servizio presso papa Benedetto e ne assume un altro, che fra l’altro è – guarda caso – operatore sanitario. Rimane l’altro maggiordomo che, però, Bergoglio stesso conosceva fin dai tempi di Buenos Aires. Gli restano accanto quindi solo assistenti fedelissimi, selezionati da lui stesso.

Così Bergoglio, al momento di levare le tende, si fa sedare dal suo nuovo maggiordomo-infermiere, la gran parte degli addetti-cerimonieri lo credono morto, lo vestono, lo mettono nella cassa e lo espongono in San Pietro, con un velo sul viso. Passa una giornata esposto, tranquillo e beato in sedazione profonda, mentre i fedeli gli rendono omaggio. Il velo sul volto evita che venga visto qualsiasi eventuale segno vitale, seppur impercettibile.

Dato che, come si legge in El Sucesor, non ci sarà più la cerimonia della chiusura del feretro, la cassa viene poi chiusa in fretta, senza cerimonia specifica, e il carro funebre parte di corsa per S. Maria Maggiore.

La fuga di Bergoglio

Gli addetti portano la cassa nella sagrestia vicino alla cappella della Salus Publica, i suoi fedelissimi fanno uscire tutti e in pochi minuti aprono il feretro, tirano fuori Bergoglio sedato e lo portano in rianimazione nell’appartamento ospedaliero. (Bisognerebbe vedere se dalla sacrestia si può raggiungere detto appartamento).

Gli assistenti richiudono la cassa al volo, fanno entrare prelati e giornalisti e gli operai, sotto gli occhi di tutti, murano – l’ormai vuota bara – nella parete della sagrestia. Bergoglio intanto, nel suo appartamento, si riprende con tutto comodo, passa qualche giorno lì.

Quando è pronto, viene accompagnato in modo riservatissimo, magari nottetempo, all’ambasciata argentina che si trova lì a 500 metri e, aiutato dal suo nuovo amico Milei, con un volo diplomatico se ne parte per l’Argentina per passare gli ultimi anni in una isolata e splendida fazenda isolata nella pampa oppure da qualche altra parte nel mondo dove, da tempo, si è fatto predisporre un rifugio in pieno isolamento.

Seconda opzione: al momento opportuno, Bergoglio dice che si sente male e vuole farsi ricoverare non in Vaticano, non al Gemelli, ma nel suo nuovo appartamento ospedaliero, in modo da stare vicino alla sua amata icona Salus Publica Populi Romani.

Lì viene assistito solo dall’archiatra, dai due maggiordomi e da pochissimi altri fidati, lontani dal Vaticano dove troppi sono gli occhi che osservano e le lingue che parlano. Poi si procede alla sedazione profonda di Bergoglio e si diffonde la notizia che è morto. In pochi lo vestono, lo sistemano nella cassa velato. Arriva a S. Maria Maggiore il Segretario di Stato, il Camerlengo e pochi altri prelati per constatare che è morto.

Tutti vanno via, i fedelissimi estraggono Bergoglio e lo rianimano, chiudono la cassa – vuota- e la mandano in San Pietro per la veglia funebre. Dopo la veglia e il funerale, la cassa viene riportata in S. Maria Maggiore e murata nella sagrestia. Mentre Bergoglio, al piano di sopra, sta sorseggiando un mate, in attesa dell’aereo.

Un esercizio di pura fantasia, alla Dan Brown

Fantasia? Certo: lo abbiamo dichiarato subito che è un esercizio di scrittura creativa alla Dan Brown.

Ma intanto qualcuno ci spieghi a cosa serve un appartamento sanitario in S. Maria Maggiore, realizzato in gran segreto, se lì Bergoglio dovrebbe essere tumulato.