Torbellamonaca-Pro Appio, quando il calcio non è sano
Quella andata in scena al Panichelli, sabato scorso dalle ore 15.00, tutto poteva sembrare fuorché una partita di calcio
Quella andata in scena al Panichelli, sabato scorso dalle ore 15.00, tutto poteva sembrare fuorché una partita di calcio: quanto visto sul campo da gioco aveva le caratteristiche di ben altri sport, ma anche di qualcosa che con lo sport non ha proprio nulla a che vedere. Insulti, minacce, spintoni che gli undici nero verdi sono stati costretti a subire, con tanto di sconfitta finale, che ha fatto ben sperare per l’incolumità dei giocatori in trasferta. Tranquillamente ipotizzabile cosa sarebbe potuto accadere se gli ospiti avessero prevaricato sui padroni di casa.
Parlando invece di calcio quello vero, quello giocato, per quanto possibile almeno all’inizio, assolutamente un Pro Appio che imposta un gioco corale, fluido, tanto da dominare la gara in lungo e in largo, se non fosse che le considerazioni tecnico, tattiche dopo i primi minuti ed il gol di Cortella al 20’, lasciano infatti il posto a tutto quello che mai si vorrebbe vedere sul terreno da gioco: la divisione ospite infatti inizia a subire minacce ed insulti reiterati, per dissuaderla dal continuare a giocare la partita, oltretutto con la voglia e la grinta mostrata fino ad allora.
Inizia una vera e propria caccia all’uomo, che dal verbale si evolve anche in fisica: spintoni, gomitate e schiaffi, per non parlare delle entrate assassine, che mettono in serio pericolo l’integrità dei giocatori dell’Appio. La cosa che lascia di stucco è la non presa di posizione del direttore di gara, a queste scene di ordinaria follia dovrebbero corrispondere cartellini e sanzioni, nulla di tutto ciò; l’arbitro, evidentemente impaurito, non porta mai il fischietto alla bocca per fermare il gioco e sanzionare i numerosi e continui falli.
L’arbitro non interviene nemmeno sullo scadere del primo tempo, in occasione del pareggio del Torbellamonaca quando da un calcio d’angolo dei padroni di casa, in area vengono letteralmente atterrati con dei cazzotti Cannella e Della Torca, per lasciare spazio al colpo di testa che sigla l’1 a 1. Finisce così un assolutamente indecente primo tempo.
Il secondo tempo è addirittura peggio del primo: i giocatori dello Sporting sono in cerca del secondo gol per mantenere salda la seconda posizione in classifica, ma si trovano di rado ad affacciarsi nell’area targata nero verde; dal punto di vista calcistico è ancora un monologo della banda Fabrizi. Eppure il terreno da gioco da rettangolare, si muta in quadrato assumendo sempre più le sembianze di un ring: le minacce si appesantiscono indecentemente e i gesti violenti sfiorano l’assurdo. La cosa incredibile, al di là del direttore di gara assolutamente inerme, è il pubblico che dagli spalti incita i giocatori di casa a fare anche peggio.
Per fortuna da azione sviluppata su un contropiede, il Torbellamonaca trova il gol del vantaggio, a suggello di una ‘prestazione’ che con tutti i modi e mezzi (è proprio il caso di dire), voleva proprio questo: vanificando gli sforzi del Pro Appio che era li per giocarsi la partita, giocando, strano a dirsi, proprio a calcio.
Scene assolutamente ignobili, che fanno riflettere sul fatto che evidentemente su certi campi è concesso, e non sanzionato, tutto: e proprio questo ‘tutto’ è inconcepibile doverlo vedere nel corso di una partita di calcio; il calcio quello vero e pulito che spinge invece i giocatori nero verdi. Ragazzi anche classe ’95, costretti a subire insulti e maltrattamenti da avversari classe ’80, che magari con ‘qualche’ anno di esperienza in più avrebbero dovuto mostrare ben altro. Eppure sono stati i giocatori dell’Appio che hanno mostrato il vero spirito di questo sport, onorando e difendendo quella maglia che indossano ogni settimana, rimarcando il fatto che serve ben altro per impedirgli di giocare una partita.
Prossima appuntamente domenica 3 maggio ore 16.00 per l'ultima partita in casa al Campo Roma, contro l'S.C.Dacica.