Tornano i tram a Roma, Patanè: “E per la metro tornelli alti e doppia obliterazione”
Tornano in servizio nella Capitale le linee tram 5, 14 e 19, ma la rete resta incompleta: ecco cosa cambia per i pendolari romani
![Tram a Roma in piazza Risorgimento](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2023/04/Tram-Roma-ok-1024x578.jpg)
Dopo anni di disservizi e interruzioni, la rete tramviaria di Roma compie un passo avanti verso la normalità. Da oggi, lunedì 10 febbraio, le linee 5, 14 e 19 torneranno a circolare, portando un sollievo ai pendolari che quotidianamente utilizzano il tram per spostarsi in città, tuttavia, la riattivazione non è completa: la tratta finale della linea 19 tra Valle Giulia e piazza Risorgimento, resterà sospesa.
Il ritorno dei tram dopo anni di sospensione
La riattivazione delle tre linee tram arriva dopo mesi di lavori di manutenzione sui mezzi e sulle infrastrutture, in particolare, la linea 3 è finalmente tornata sui binari tra Porta Maggiore e Trastevere, riprendendo servizio dopo una lunga sospensione iniziata nel dicembre 2021.
Il 19, invece, avrebbe dovuto tornare a piazza Risorgimento dopo due anni di limitazioni, ma la decisione del sindaco ha confermato lo stop della tratta finale almeno fino alla fine dei lavori per la Metro C nel quartiere Prati.
Questa situazione lascia un sapore agrodolce ai cittadini: se da un lato il ritorno di alcune linee segna un progresso, dall’altro la rete tramviaria resta incompleta, sommando le varie interruzioni, infatti, sono ormai cinque anni che il servizio tram di Roma non è pienamente operativo.
Molti pendolari si chiedono quando potranno finalmente contare su un sistema di trasporto pubblico efficiente e continuo, la riapertura delle linee è certamente una buona notizia, ma Roma ha ancora molta strada da fare per garantire ai suoi cittadini un servizio all’altezza di una capitale europea.
Tornelli alti e doppia obliterazione: la nuova idea per la metro di Roma
Nuove regole in vista per chi utilizza la metropolitana di Roma? L’assessore ai trasporti Eugenio Patané ha ribadito, in un’intervista, la volontà di introdurre la doppia obliterazione dei titoli di viaggio, con la necessità di validare il biglietto non solo all’ingresso, ma anche all’uscita.
Si tratta di un’idea già ventilata in passato, che ora potrebbe trovare spazio in un più ampio piano di rinnovamento delle barriere d’accesso alla rete metropolitana, il progetto prevede la sostituzione dei vecchi tornelli, molti dei quali risalenti agli anni ’90, con nuovi varchi alti almeno due metri, pensati per rendere più difficile l’elusione del pagamento da parte dei passeggeri più “furbi”.
Oltre a contrastare il fenomeno del salto del tornello, la doppia validazione permetterebbe di raccogliere dati più precisi sul flusso dei passeggeri, fornendo informazioni utili per pianificare meglio il servizio e individuare le tratte più utilizzate.
Per finanziare il piano, l’amministrazione punta a ottenere fondi dal Trasporto Rapido di Massa, un’opportunità che ha portato anche alla recente decisione di spostare su fondi comunali il progetto di implementazione del nuovo sistema di segnalamento della linea B.
Tuttavia, l’idea non convince tutti: da una parte c’è chi plaude all’iniziativa, ritenendola necessaria per modernizzare il servizio e ridurre l’evasione tariffaria; dall’altra, alcuni utenti temono possibili rallentamenti nei flussi di ingresso e uscita dalle stazioni, specie nelle ore di punta.
Metro C: l’Olimpico nel 2032, ma a quale prezzo?
Roma potrebbe giocarsi una carta importante per ospitare gli Europei di calcio del 2032: portare la Metro C fino alla Farnesina, servendo così lo stadio Olimpico. Questa è l’ipotesi su cui sta ragionando il Campidoglio per garantire un accesso rapido all’impianto sportivo.
Tuttavia, il progetto non sarebbe privo di sacrifici.
Per rispettare i tempi, il Comune sarebbe pronto a rinviare il completamento delle fermate intermedie della tratta T1, ovvero Chiesa Nuova, San Pietro e Auditorium. Queste stazioni verrebbero realizzate solo a livello strutturale, ma senza essere attivate, rimandando la loro apertura al successivo Giubileo del 2033, in occasione del bimillenario della morte di Cristo.
L’idea nasce dall’urgenza di velocizzare i lavori e garantire una linea funzionante almeno fino all’Olimpico per l’appuntamento calcistico europeo, il cronoprogramma prevede l’inizio dei lavori da piazza Venezia alla Farnesina nel gennaio 2026, un traguardo ambizioso considerando le difficoltà incontrate in passato nella realizzazione della Metro C.
Questa scelta, però, potrebbe sollevare perplessità tra i cittadini e gli esperti di trasporto pubblico: privilegiare un evento sportivo a scapito delle esigenze quotidiane dei romani è una strategia sostenibile?
E soprattutto, quali garanzie ci sono che le fermate intermedie non restino incompiute per anni, come già successo in passato con altre infrastrutture della città?
Se l’idea di una Metro C finalmente prolungata fino all’Olimpico sembra allettante, il rischio di una soluzione parziale e di lungo termine non può essere ignorato.
L’impegno del Campidoglio dovrà essere chiaro: il progetto non deve trasformarsi in un’opera monca destinata a creare ulteriori disagi.
Il nodo irrisolto dei cancelli d’emergenza nelle metro
Chi viaggia quotidianamente sulla metropolitana di Roma conosce bene la problematica dei cancelli d’emergenza, questi dispositivi, installati per garantire l’evacuazione rapida in caso di necessità, si sono trasformati in un punto debole del sistema di accesso alle stazioni, in molti casi, infatti, vengono utilizzati impropriamente per entrare senza biglietto o come scorciatoie per accedere più facilmente alle banchine.
Il problema è emerso in modo evidente fino dal 2015, quando i cancelli furono adeguati alle nuove normative antincendio.
Inizialmente, la possibilità di aprirli semplicemente spingendo il maniglione antipanico dall’esterno ha portato a un’impennata nell’evasione tariffaria, con numerosi passeggeri che entravano senza pagare, per arginare il fenomeno, sono stati installati pannelli di plexiglass che impediscono l’apertura dall’esterno, pur mantenendo la funzionalità di emergenza dall’interno.
Ma, a distanza di anni, il problema non è stato del tutto risolto: in alcune stazioni della metro C, come Torrenova e Torre Gaia, le uscite di emergenza vengono regolarmente usate come accessi alternativi, in assenza di ingressi ufficiali su entrambi i lati delle fermate.
A Torrenova, addirittura, l’uso costante di un cancello di sicurezza ha creato un vero e proprio sentiero battuto, segno evidente di quanto sia diffusa questa pratica.
I sigilli di sicurezza
Per contrastare il fenomeno, una soluzione potrebbe essere l’adozione di sigilli di sicurezza, già utilizzati in altri contesti simili: si tratta di dispositivi progettati per opporre una resistenza minima: in caso di emergenza si rompono facilmente, ma nel contempo impediscono un uso improprio.
Alcuni modelli, inoltre, possono essere collegati a sistemi di videosorveglianza e allarmi, permettendo di identificare chi forza i cancelli senza motivo.
L’implementazione di questa soluzione potrebbe essere particolarmente utile in vista dell’introduzione della validazione in uscita nelle stazioni metro, una misura che, come detto, tra l’altro mira a migliorare il controllo degli accessi e a ridurre ulteriormente l’evasione tariffaria.
Odissea Quotidiana seguirà da vicino gli sviluppi di questi e di altri progetti, e per conoscere gli aggiornamenti sul trasporto pubblico della città, visitate il nostro blog. Troverete notizie, approfondimenti e il calendario aggiornato delle chiusure.
A cura di Andrea Castano – Odissea Quotidiana