Torrino-Mostacciano, la Parigi-Dakar di Roma sud
La precarietà del sistema infrastrutturale del quartiere Torrino-Mostacciano
La situazione del sistema infrastrutturale del quartiere Torrino-Mostacciano è quantomeno precaria, e comunque non adatta a sostenere una viabilità decente gli oltre 50.000 residenti della zona.
Il punto fondamentale è che negli anni passati, con il boom demografico ed economico della zona (tra il 1991 ed il 2000), si è costruito – e si sta ancora costruendo – in maniera tendenzialmente disordinata, incuneando il divario tra traffico sostenibile e popolazione attiva – e circolante – nella zona.
Oltre ad una sostanziale carenza di tragitti percorribili, si aggiunge il grande problema dello stato attuale del manto stradale, che nelle vie minori e, almeno sulla carta, meno trafficate risulta spesso – e ben poco volentieri – decisamente degradato. Buche, catrame posizionato malamente, marciapiedi rotti e, dulcis in fundo, una vegetazione poco adatta al sistema urbanistico.
Già, perché costellare la città di pini marittimi è stata forse una delle peggiori idee che si potessero pensare (ci è purtroppo ignoto il novello Da Vinci che, per primo, si è alzato dal tavolo dell'assessorato all'urbanistica ed ha gridato "Ho avuto un'epifania sul verde cittadino!"), e questo perché, in maniera del tutto stupefacente, i pini, in barba alle volontà comunali, mantengono un brutto vezzo: quello di crescere. E con loro, ovviamente, le radici. Risultato? La devastazione delle strade, che assumono caratteristiche si sopraelevate anche a dieci metri sotto il livello del mare. E' scontato dire che il IX Municipio, Torrino in testa, sembra diventato un'isola dell'Egeo dal numero di pini marittimi piantati.
A coronare il problema stradale, infine, arriva poi l'inverno, con la pioggia e la grandine, che tende a falciare ulteriormente la percorribilità della strade, rendendo inagibili diversi viadotti o sottopassaggi (l'impraticabilità, causa pioggia, del sottopassaggio che porta su via di Acqua Acetosa, e che fa da snodo per la Pontina, è diventata una festività religiosa, attesa con puntualità, ma poca gioia, ogni anno), e quando ci si mette d'impegno fa straripare le fognature, precludendo altre strade alla percorribilità. Senza neanche accorgersene, siamo quindi diventati la Parigi-Dakar di Roma sud.
Caldamente, speriamo che qualcuno se ne accorga, e prenda in considerazione o l'idea darci qualche sponsor, o di risolvere la situazione facendo qualche sacrificio e rimettendo in ordine il sistema infrastrutturale.