Tosi a Roma: verso un nuovo centro destra?
Il sindaco veronese nella Capitale partecipa a un summit per parlare di centro destra e di governo di Roma
E’ stato mosso, ieri pomeriggio, alla presenza di un ristretto pubblico di addetti ai lavori, il primo passo del sindaco veronese verso la Capitale.
Flavio Tosi, che è intervenuto dal centro convegni di via Napoli, ospite del think tank identitario “Patriae – Fronte dei Popoli Europei”, rappresentato da Stefano Conti, si è presentato alla platea romana in veste di aggregatore, dopo la rumorosa uscita dalla Lega Nord, nell’ottica di creare un’alternativa ai due Matteo, Salvini e Renzi, che funga da traino per l’intero centrodestra.
E’ il preludio della fondazione di un partito? Sembra proprio di sì. “Resta una parte larga di elettorato italiano che in questo momento non ha riferimenti”, ha dichiarato Flavio Tosi che intende “costruire un soggetto di centro che guarda a destra, con capacità di governo e un programma preciso, che rimetta in campo le tematiche di Berlusconi nel ‘94”.
Riunire tante anime è difficile, ma non impossibile e soprattutto, osserva Tosi “è necessario”. Allo scopo bisogna “stabilire un decalogo politico che permetta ad un cartello di centrodestra di riconoscersi in regole comuni e di esprimere, attraverso le primarie, una leadership”. In quest’ottica, per evitare i continui cambi di casacca, sarebbe provvidenziale una riforma costituzionale che introduca il vincolo di mandato.
Tanti gli argomenti toccati nel summit, tra cui quello molto sentito, in una città dove nelle periferie la convivenza tra cittadini ed immigrati – come dimostrano i fatti di Tor Sapienza e non solo – è al collasso, dell’immigrazione. Pulizia dei parchi e servizi socialmente utili che permettano ai profughi di ‘sdebitarsi’ dell’accoglienza ricevuta, proposta avanzata dal ministro Alfano – accusato da Salvini di esser uno “schiavista” -, sono solo una misura temporanea. Di fronte ad un’Europa che “non condividere il dramma”, Tosi lancia una proposta innovativa: “Le direttive consentono di individuare un Paese africano con cui fare un accordo bilaterale che preveda una cifra pro-capite a immigrato e che si faccia carico di smistarli”, spiega il sindaco.
La parabola su Roma passa anche da temi strettamente amministrativi. Tassazione sugli immobili differenziata, in modo da tutelare le piccole attività commerciali e artigianali “fondamentali per tenere in piedi il tessuto sociale”; regolamentazione degli esercizi centrali che siano il frutto di soluzioni condivise con gli esercenti, “per contrastare la movida selvaggia senza andar incontro allo spopolamento del centro storico” e tanti altri ingredienti, frutto di un mix tra senso pratico e buon senso, sono parte della ricetta amministrativa veronese che, spiega Tosi, “potrebbe esser esportata efficacemente nella Capitale”.