Tragedia a Fontana di Trevi: ascensore precipita, un morto e due feriti gravi
Altro incidente sul lavoro a Roma: un operaio ha perso la vita mentre effettuava il collaudo ad un ascensore
Un pomeriggio di ordinaria manutenzione si è trasformato in tragedia in un palazzo storico a pochi passi dalla Fontana di Trevi, in Via delle Vergini 21. Alle ore 15.30 di lunedì 14 Ottobre, un ascensore in fase di collaudo ha ceduto improvvisamente, precipitando per oltre dieci metri e schiantandosi nel pozzetto del seminterrato. Un tecnico nigeriano di 48 anni, ha perso la vita nell’impatto, mentre altre due persone, un collega di 39 anni e un giovane di 16 anni, sono rimasti gravemente feriti. Entrambi sono ricoverati in prognosi riservata, rispettivamente all’ospedale San Giovanni e al Bambino Gesù.
Si indaga sulla sicurezza del cantiere a Fontana di Trevi
L’incidente impone di verificare le condizioni di sicurezza del cantiere e sui sistemi dell’impianto. I vigili del fuoco, insieme alla polizia e ai carabinieri, sono accorsi sul luogo dopo l’allarme lanciato dagli operai presenti. I pompieri sono riusciti a estrarre i feriti dalla cabina schiantata, uno dei quali ha necessitato di rianimazione immediata sul posto da parte dei medici del 118.
Le indagini, condotte dal commissariato Trevi-Campo Marzio in collaborazione con gli ispettori del lavoro della Asl Roma 1, sono già in corso per far luce sulle cause dell’incidente. Al centro dell’inchiesta vi è il malfunzionamento dei sistemi di sicurezza dell’ascensore. Si sospetta che i ganci di sicurezza abbiano ceduto all’improvviso, innescando la tragica caduta. Il pm di turno ha effettuato un sopralluogo insieme alla polizia scientifica, mentre la Procura è in attesa di una relazione dettagliata per decidere sull’apertura di un fascicolo che potrebbe includere reati come omicidio colposo, lesioni e disastro colposo.
Una questione cruciale che sta emergendo riguarda la presenza del ragazzo di 16 anni. Non è ancora chiaro il suo ruolo nel cantiere, ma si ipotizza che potesse essere coinvolto in un progetto di alternanza scuola-lavoro, ipotesi che è oggetto di ulteriori verifiche. Questo elemento ha acceso un dibattito sull’impiego dei minori in lavori pericolosi e sulla necessità di una maggiore vigilanza nei cantieri.
Subappalti e ritardi
L’edificio, di proprietà del fondo Kryalos Sgr Italian Real Estate, era oggetto di importanti lavori di bonifica e manutenzione straordinaria affidati all’impresa Intereco Servizi srl. Tuttavia, la complessità del progetto ha comportato un sistema di subappalti, con l’intervento della ditta Our Sourcing srl, che ha suscitato ulteriori preoccupazioni sulla catena di responsabilità all’interno del cantiere.
In una nota ufficiale, Kryalos ha espresso il proprio cordoglio per la tragedia e ha assicurato che i lavori erano stati condotti nel rispetto delle normative vigenti, con un responsabile della sicurezza incaricato di garantire l’osservanza delle regole. Tuttavia, gli inquirenti stanno verificando con attenzione il rispetto della legge 81/08 sulla sicurezza sul lavoro, nonché la regolarità delle posizioni contrattuali degli operai coinvolti nell’incidente. I lavori di manutenzione, iniziati a maggio, sarebbero dovuti concludersi il 12 settembre, ma al momento dell’incidente erano ancora in corso. Questo ritardo solleva domande non solo sull’organizzazione del cantiere, ma anche sul rispetto dei tempi previsti e delle condizioni di sicurezza.
Secondo le prime testimonianze raccolte dalla polizia, alcuni operai presenti nel palazzo al momento dello schianto hanno immediatamente cercato di intervenire per soccorrere le vittime, ma non hanno potuto fare altro che attendere l’arrivo dei soccorsi. Nei prossimi giorni, ulteriori lavoratori potrebbero essere convocati per fornire dettagli aggiuntivi sulle circostanze dell’incidente e sulle condizioni di lavoro all’interno del cantiere.
La rabbia dei sindacati
La tragedia ha scatenato una dura reazione da parte dei sindacati. Nicola Capobianco, segretario generale della Filca Cisl Roma, ha commentato con amarezza: “Ancora una volta, un cantiere edile si trasforma in un luogo di morte. È la 89ª vittima nei cantieri di Roma dal 2003. Non possiamo più aspettare: è necessario un patto nazionale per mettere al centro la sicurezza e la salute dei lavoratori. Le vite non sono negoziabili. Serve un impegno immediato su formazione e controlli, il tempo del cordoglio è finito”.